In Provincia arriva il manager del personale

In Provincia arriva il manager del personale In Provincia arriva il manager del personale La presidente Bresso sceglie senza concorso il direttore generale «Sono un torinese, nato a Torino, che lavora per la sua Provincia»: Giorgio Gatti, 48 anni di cui oltre 20 passati a riorganizzare e gestire il personale presso importanti aziende come la Ferrerò, di Alba e la Peugeot, è da ieri il direttore generale dell' Amministrazione provinciale di Torino. Contratto a termine di 2 anni (rescissione con preavviso di soli 3 mesi), stipendio di 180 milioni lordi (quello del segretario generale è di 150, degli alti dirigenti 90-100), è stato scelto senza un bando di concorso perché, come ha spiegato la presidente Mercedes Bresso, «aveva già lavorato in precedenza come consulente della Provincia, nella valutazione delle posizioni dirigenziali e lo avevamo trovato pienamente soddisfacente». Pur ammettendo di essere arrivato «prevenuto» verso l'ente pubblico, Gatti ha detto di aver trovato nella dirigenza di Palazzo Cisterna «delle positività, delle competenze particolari, serietà, correttezza ed un notevole spirito di corpo». Difetti? «Non c'è abitudine a valersi di dati statistici o di informazioni esterne, mentre è necessario creare delle opportunità di apprendimento». Gatti parla di volere il «rispetto delle cultura esistente», ma non nega che è necessaria «una revisione organizzativa con il cambiamento del ruolo dei dirigenti». La figura del direttore generale è prevista dalla legge Bassanini, anche se la sua nomina non è obbligatoria, con il compito di riorganizzare le strutture pubbliche sul modello privatistico in vista dei nuovi compiti previsti per le Province. E' un modo di svecchiare la macchina burocratica togliendo alcuni compiti al segretario generale che resta a controllare la legittimità, la correttezza e soprattutto la qualità degli atti pur non avendo più obbligo di parere. Quasi contemporaneamente alla presentazione del nuovo direttore, i consiglieri del cdu-polo Beppe Cerchio e Marco Canavoso hanno sparato una bordata di critiche al «modello Bresso in Provincia» che, secondo loro, «merita l'oscar del marketing perché è riuscito finora a vendere un prodotto scadente come se fosse di ottima qualità». Cerchio e Canavoso, criticando la valutazione dei dirigenti, hanno parlato di «percorsi pilotati per colonizzare e blindare la Provincia con personale di regime», [g. b.l La trappola sequestrata dalla guardia Lipu nella Rotonda di piazza d'Armi e alcuni uccelli trovati morti Secondo alcuni testimoni gli uccellini finiscono alla griglia divieto resta sulla carta perché nessuno lo fa rispettare». Chi può essere il responsabile di una'azione tanto barbara? «Esclu¬ do che si tratti di ragazzini che lo facciano per divertimento ed escluso pure che gli ucccelli vengano catturati per allevarli in cat¬ tività. Purtroppo dalle prima informazioni raccolte sul posto pare che un gruppo di extracomunitari si trovi ogni sera in piazza d'Armi e che le povere bestiole finiscano allo spiedo. Abbiamo trovato i resti del fuoco di una grigliata». Insieme ai piccoli pennuti, secondo Candela, verrebbero catturati anche i piccioni che si abbeve¬ rano nell'acquitrino della «rotonda». Trovare conferma sul posto è difficile: ma i pensionati che frequentano la piazza hanno visto più volte alzarsi il fumo dal prato: «E qui dentro, di sera, entrano solo gli extracomunitari: gli altri hanno paura», dicono. Avrà uno stipendio di 180 milioni l'anno. I consiglieri del polo: sempre più dirigenti di regime

Persone citate: Bassanini, Beppe Cerchio, Bresso, Canavoso, Gatti, Giorgio Gatti, Marco Canavoso, Mercedes Bresso

Luoghi citati: Alba, Bresso, Torino