la muta protesta dei marciatori

la muta prolesta dei marciatori I TRASCURATI DIDONI DIFENDE IL SUO ORO '95 la muta prolesta dei marciatori Gli azzurri comunicano soltanto via Internet SATENE ONO i dannati dello sport. Sempre in marcia verso un traguardo che non raggiungeranno mai: la grande vetrina, il favore dell'opinione pubblica. La marcia è come una missione: o ci credi, oppure è meglio che ti metta a correre. Arrivi prima, in tutti i sensi. Ma l'ultima generazione dei dannati non ci sta e vuole uscire dal suo girone infernale. Perciò, prima dei campionati del mondo, ha deciso un rigoroso silenzio stampa. Tutti si accorgono di noi soltanto quando vinciamo le medaglie, ci festeggiano per un giorno e poi ci buttano: non stiamo più a questo gioco, hanno detto in sostanza i marciatori azzurri capitanati dal loro ideologo, Gianni Perricelli, che qui ad Atene disputerà la 50 km. Sembrava una delle solite provocazioni. Ma ieri, annunciati alla conferenza stampa della squadra azzurra, per via del fatto che questa sera verrà già assegnato il titolo della 20 km maschile, i marciatori non si sono fatti vedere, né s'è presentato il loro tecnico Sandro Damilano, fratello maggiore dei due più noti gemelli. Un po' come l'Italia di Bearzot che vinse il titolo mondiale di calcio nel 1982, i marciatori affron- tano l'impegno in silenzio. E già hanno fatto sapere che nemmeno un'eventuale medaglia vinta scioglierà loro la lingua: i giornalisti scrivano ciò che vogliono. Per la verità, a differenza degli azzurri del calcio che allora avevano designato Zoff come portavoce, i rappresentanti dello sport vecchio come il mondo, perché interpreta il primo gesto dell'uomo, hanno delegato un mezzo modernissimo per non tagliare completamente i ponti e si sono ritagliati un sito su Internet (www.sport line.it) dove inseri¬ scono comunicazioni sul loro stato di salute, pensieri, speranze. E rispetteranno questa regola per tutto l'anno, anche se le voci di corridoio sussurrano che il gentil sesso sia pronto a tradire. La marcia in Italia vanta una tradizione come nessun altro Paese al mondo, dal lontano passato con i Frigerio, poi man mano avvicinandoci nel tempo con i Dordoni, i Pamich, i Damilano. I Didoni poi, l'ultima generazione. Didoni vinse la prima medaglia d'oro azzurra ai Mondiali di due anni fa a Goteborg, poi bissata da Fiona May. Farà il bis nel silenzio? Possibile, poco probabile. Non è facile digerire in fretta un successo quando ti cade addosso e ti scoppia in mano a 21 anni; perciò ecco la delusione di Atlanta, altre delusioni. Il suo appassionato allenatore Pietro Pastorini dice che la fase della digestione sembra però conclusa e Didoni potrebbe essere pronto a ripetere l'exploit di due anni fa. Staremo a vedere. In silenzio. Ma Maurizio Damilano, uno che se ne intende, spiega che la 20 km di marcia è diventata una sfida frenetica dove può succedere di tutto: «O qualcuno, il nostro De Benedictis soprattutto, ha il coraggio di tirare il collo al gruppo, oppure se si passa metà gara sopra i 40 minuti si resta in una ventina fino in prossimità del traguardo. E allora nei finali affollati subentrano problemi tecnici per il desiderio di forzare al massimo l'andatura e problemi psicologici. Perciò sarebbe ora di portare la distanza di questa specialità a 30 chilometri. Detto ciò, penso che Didoni o De Benedictis fra i primi ci saranno». Tanti auguri, sempre in silenzio. Anche perché i dannati della marcia non hanno i meeting per ingrassare il conto in banca e quella dei Mondiali è l'unica occasione da non perdere per intascare sessanta, o trenta o ventimila dollari in caso di podio. Perciò in molte nazioni con poca tradizione nel settore specifico le vocazioni aumentano, i dollari sono sempre dollari. I nostri invece, che pure ricchi non sono, sarebbero disposti a investire i loro guadagni in pubblicità per il gesto più vecchio del mondo, purché si dicesse: non siamo dei dannati sportivi di serie B. Gianni Romeo anni compiuti ha centrato la nto nella gara i trasferirsi in ne ed ottenere Stoccolma un nno è secondo don a Stoccaron è bastato ori Usa, fedeli ge dei trials, gli squadra anche unga. RATI IFENDE RO '95 ATENE ati dello sport. arcia verso un raggiungeranvetrina, il favo pubblica. La a missione: o ci glio che ti met prima, in tutti ma generazione ci sta e vuole rone infernale. campionati del un rigoroso siti si accorgono ando vinciamo eggiano per un tano: non stiaoco, hanno detarciatori azzur loro ideologo, che qui ad Atekm. delle solite pro annunciati almpa della squaia del fatto che già assegnato il m maschile, i sono fatti vedeto il loro tecniilano, fratello iù noti gemelli. talia di Bearzot mondiale di calrciatori affron-

Luoghi citati: Atekm, Atene, Atlanta, Italia, Stoccolma