Galileo accuse al «libertino» di Sabatino Moscati
Due scoperte a Roma e Padova Due scoperte a Roma e Padova Galileo, accuse al «libertino» El veramente un caso / straordinario che due scoperte su un personaggio celebre avvengano con I temporaneamente, pur risultando di natura del tutto diversa. Il personaggio celebre è Galileo Galilei. Le scoperte sono: da un lato il luogo, sul Gianicolo a Roma, in cui lo scienziato mostrò nel 1611 a un gruppo di autorevoli studiosi del tempo la sua invenzione che sarebbe rimasta determinante nella storia dell'astronomia, il telescopio; dall'altro lato una lettera-denuncia contro Galileo a Padova, dove già nel 1604 egli venne accusato di eresia e libertinaggio, insieme alla difesa che di lui fece con successo (il che non sarebbe accaduto poi e altrove) la Repubblica Veneta. Cominciamo con la dimostrazione del telescopio. Narrano le cronache del tempo che Federico Cesi, il fondatore dell'Accademia dei Lincei, invitò il 14 aprile 1611 più importanti accademici e scienziati del tempo a un banchetto sull'alto del Gianicolo, nel Casino Malvasia fatto costruire dall'omonimo monsignore alla fine del secolo precedente. Durante il banchetto, il telescopio fu orientato verso la città. Ed ecco, esso consentì di leggere l'iscrizione pòsta sulla loggia delle benedizioni nel Laterano; quindi, dopo il banchetto, fu possibile osservare da vicino Saturno, Giove e i suoi satelliti. Grande fu l'entusiasmo tra gli astanti, anche se non mancò qualche perplessità, puntualmente registrata dalle cronache: ((Ancorché vi stessero sino a 7 hore di notte, peranco non s'accordano insieme nell'opinioni». Ma dov'era, di preciso, il Casino Malvasia, la cui collocazione ha tanta rilevanza per la ricostruzione dell'avvenimento? Durante i recenti lavori di restauro nell'ambito dei locali di proprietà dell'Accademia Americana,'è apparso evidente che il Casino Malvasia si trova va sul luògo dell'attuale «Casa Rustica», prima della quale l'è dificio era stato trasformato in osteria, come mostra ancora l'insegna «Vino» sulla facciata. Questa, dunque, è la prima scoperta e concerne gli eventi del 1611. Precedente, invece, è la lettera-denuncia, ritrovata da Antonino Poppi dell'Università di Padova e datata al 21 aprile del 1604, quando Galileo era professore in quella Università. L'amanuense, che evidentemente aveva frequentato a lungo la sua casa, afferma che egli praticava l'astrologia e faceva oroscopi; quindi si sofferma sulla sua vita privata, descrivendolo come un uomo poco dedito ai sacramenti, frequentatore di un'amante e lettore di scritti licenziosi. La denuncia era rivolta al Sant'Uffizio. Ma la Repubblica Veneta, accertata l'inconsistenza delle accuse, intervenne sugli inquisitori di Padova affinché il documento non raggiungesse Roma; e tutto fa ritenere che l'intervento ebbe successo, perché Galileo potè continuare indisturbato le sue ricerche e il suo insegnamento. Sembra evidente che, se non si fosse spostato da Padova, egli avrebbe potuto evitare il processo e la condanna. Ma il destino non lo volle. Recatosi a Roma nel 1611 (e così le due scoperte si saldano nel tempo), viene dapprima accolto con grandi onori. Poi cominciano le accuse, sempre più insistenti, fino alla censura del Sant'Uffizio nel 1616. Nel 1630, dopo numerose traversie, Galileo ottiene la licenza per la stampa del famoso Dialogo sopra i due massimi si stemi del mondo. L'opposizione insorge, quell'opera viene dichiarata più esecranda e perniciosa per la Chiesa delle scritture di Lutero e di Calvino. Seguono gli anni più dolorosi, con la costrizione all'abiura nel 1633. Com'era lontano il tempo della difesa della Repubblica Veneta, del banchetto del Casino Malvasia... Le due scoperte che abbiamo presentato gettano una nuova luce sulla storia del gran de scienziato, di cui l'Accademia dei Lincei, che lo ebbe insigne so ciò, ha voluto recentemente celebrare i nuovi aspetti riscoperti, Sabatino Moscati
Persone citate: Antonino Poppi, Calvino, Federico Cesi, Galileo Galilei, Lutero
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