Spesa pubblica dimezzata
Il Tesoro conferma: a luglio si è fermata a 4300 miliardi Il Tesoro conferma: a luglio si è fermata a 4300 miliardi Spesa pubblica dimezzata A settembre la nuova Irpef ROMA. La conferma è arrivata ieri dal Tesoro: luglio si è chiuso con un fabbisogno del settore statale di circa 4300 miliardi, inferiore di circa 5550 miliardi rispetto a quello dello stesso mese dello scorso anno. Il tutto nel pieno rispetto della tabella di marcia che dovrebbe portare il rapporto tra deficit e Pil al di sotto del 3% richiesto dai parametri di Maastricht. Le cifre dei conti pubblici, nei primi 7 mesi '97, confortano le aspettative. Il fabbisogno di cassa tra gennaio e luglio è ammontato complessivamente a 29.750 miliardi, inferiore di circa 33.500 miliardi al corrispondente periodo del 1996. Per il '97, i documenti programmatici fissano l'indebitamento netto della pubblica amministrazione in 58.658 miliardi, pari al 3% del prodotto interno lordo; a questa cifra corrisponde un fabbisogno di cassa del settore statale di 66 mila miliardi contro i circa 129 mila mibardi del 1996. Per settembre, intanto si prepara la rivoluzione dell'Irpef (prevista nella delega collegata alla Finanziaria) con la nuova curva delle aliquote: il governo la presenterà insieme con l'Irap (la nuova imposta regionale), dopo la pausa estiva, in modo che possa entrare in vigore dal 1° gennaio '98. Il ministero delle Finanze precisa però che i lavori della commissione tecnica incaricata «non sono ancora conclusi» e che la riforma non determinerà variazioni di gettito nè produrrà appesantimenti di impo- sta per le fasce medio-basse di reddito. La delega su Irpef e Irap prevede che il numero delle aliquote scenda da 7 a 5; quella minima dovrà corrispondere ad uno scaglione di reddito fino a 15 milioni e sarà fissata in una percentuale tra il 18 e il 20% (le ipotesi prendono il punto medio del range', al 19%); quella massima che dovrà essere applicata oltre i 150 milioni di reddito sarà contenuta nel 46% (rispetto all'attuale 51%) e le ipotesi indicano una possibile scelta al 45%. Le tre aliquote intermedie esistenti (27% da 15 a 30 milioni; 34% da 30 a 60 miboni e 41% da 60 a 150 milioni), secondo la delega «non verranno maggiorate». Il maggior carico fiscale che potrà prodursi per effetto delle modifiche sarà «neutrahzzato dall'incremento delle detrazioni per lavoro dipendente, lavoro autonomo e per i carichi familiari». L'Irap, contestata dalle imprese, sarà un'imposta ad ampia base imponibile, si apphcherà al valore aggiunto prodotto nel territorio regionale risultante dal bilancio o dalla dichiarazione dei redditi, con un aliquota compresa tra il 3,5% e il 4,5%, e dovrà assorbire molti altri prelievi: Ilor, Iciap, patrimoniale sulle imprese, tassa di concessione sulla partita Iva, contributi sanitari a carico dei lavoratori e pensionati, contributo sanitario a carico dei datori di lavoro, tassa sulla salute. Le ipotesi prevedono differenti aliquote per settori di attività o per categorie per evitare penalizzazioni o favoritismi nel carico fiscale. Il gettito sarà gestito dalle Regioni, che dovrebbero coprire così circa il 50% del loro fabbisogno. In più, è prevista un'addizionale regionale Irpef a favore delle Regioni (con abquota compresa tra lo 0,5 e l'l% dell'imponibile), che dovrà essere a «parità di gettito Irpef per via della contestuale riduzione delle aliquote erariali». [r. e. s.] Il ministro del Tesoro, Ciampi
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