Gli statali? Ora sono pochi

Le conclusioni (e le proposte) della commissione Bassanini PUBBLICO IMPIEGO Le conclusioni (e le proposte) della commissione Bassanini Gli statali? Ora sono pochi Dopo i tagli mancano 15 mila persone ROMA. I dipendenti dei ministeri non sono troppi, ma sono mal distribuiti, sia sul territorio sia, soprattutto, per qualifiche funzionali. Inoltre è probabile che nei prossimi tre anni possano diminuire nelle amministrazioni centrali dello Stato, ma per essere compensati da una integrazione negli enti locali. Risultato: il pubblico impiego, con i suoi quasi quattro milioni di dipendenti in totale, non sarà ridimensionato nel numero ma sarà (dovrebbe essere) di gran lunga migliorato nel servizio. Il governo spera poi che in questo comparto si facciano strada la flessibilità e la mobilità e che l'istituto del part-time, finora di fatto disatteso (ha interessato poco più dell'1% dei dipendenti) prenda piede, anche per consentire di liberare risorse da investire sulla qualità. In questo senso ha detto il ministro Bassanini la Finanziaria potrebbe contenere delle misure specifiche di incentivo. Sono questi i dati che emergono dall'immensa indagine di rilevazione «dei carichi di lavoro» e di ridefinizione delle piante organiche delle 490 diverse amministrazioni dello Stato: dai ministeri agli enti lirici, dagli enti di promozione economica fino agli Automobil club. Non si tratta di dati in sé sconvolgenti, ma indispensabili per procedere poi ad una ottimizzazione delle prestazioni. Lo Stato anche in questo caso ha peccato di gigantismo, tant'è che i soli decreti relativi a questo riordino funzionale hanno occupato 3847 pagine di Gazzetta Ufficiale (qualcosa come quattro volumi di Enciclopedia Treccani). Gli organici «storici» delle amministrazioni centrali (quelli cioè della fine degli Anni Ottanta) erano di circa 483 mila unità. Il turn over già da allora cominciò ad essere frenato, fin tanto che Sabino Cassese, ministro nel '93, lo bloccò con un decreto: i dipendenti allora erano già scesi a 421 mila unità. Da allora è iniziato un lavoro di ridefinizione delle esigenze di personale condotto dal dipartimento della Funzione pubblica d'accordo con i sindacati, che ha sortito le «dotazioni organiche» valutate in base ai «carichi di lavoro» di ciascuna amministrazione. Il risultato è quello presentato ieri: allo Stato ser¬ vono (e bastano) 403 mila dipendenti nei propri uffici. Ovviamente «solo» nei propri uffici: bisogna infatti escludere medici, insegnanti, poliziotti, magistrati. Dunque la differenza tra quelli che erano presenti nel'93 e le reali esigenze, evidenzierebbe un esubero di circa 18 mila unità. Nel frattempo però - dal '93 ad oggi - il turn over ha mantenuto la sua falce in azione, e oggi ad un primo conteggio (non tutti i dati sono ancora pervenuti) si configurerebbe una carenza di personale di circa 15 mila unità. «Ora - ha spiegato il ministro Bassanini - entro marzo '98 molte funzioni dello Stato dovranno passare agli enti locali, e quindi le esigenze delle amministrazioni centrali diminuiranno enormemente. Una volta che avremo definito competenze e funzioni, allora potremo di nuovo fissare gli organici. Entro luglio '98 questo lavoro dovrà essere fatto e quindi, nei tre anni successivi, si procederà al riequilibrio e alla ridistribuzione del personale, con l'obiettivo sostanziale di ridurre i costi ma soprattutto di migUorare il servizio». E' infatti il fronte della «qualità del servizio» quello che preoccupa soprattutto il ministro. L'Italia, secondo i dati Ocse, ha un servizio carente, anche se gli organici non sono pletorici. Nel rapporto tra dipendenti pubblici e lavo ratori occupati, infatti, siamo all'ottavo posto tra i Paesi svi luppati con una quota del 16,2%, preceduti dalla Svezia (32,6%), Danimarca (31,8%), Finlandia (24,8%), Francia (24,8%), Austria (22,4%), Belgio (19,3%) e Inghilterra (16,9%). [r. mas.] Il ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini

Persone citate: Bassanini, Franco Bassanini, Sabino Cassese

Luoghi citati: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Inghilterra, Italia, Roma, Svezia