Olivetti rifà i conti sui personal
Olivetti rifà i conti sui personal CRISI INDUSTRIALI Il gruppo ammette che la sua partecipazione in Piedmont è vicina al 20% Olivetti rifà i conti sui personal La vendita non frutterà 250 miliardi ma solo 190 MILANO. La vendita della Olivetti Personal computers è stata un affare meno redditizio del previsto per la Olivetti e la stessa Olivetti è presente in maniera molto più consistente del previsto nella Piedmont International, la holding che ha comprato i Pc di Ivrea. Sono questi i dati che si ricavano dalle risposte che il gruppo di Ivrea ha dovuto fornire su precisa richiesta della Consob, e che ha reso note ieri sera in serata. Rispondendo alla Commissione di Borsa la Olivetti spiega infatti che la cessione della maggioranza di Olivetti Pc alla Piedmont International, avvenuta nell'aprile scorso, comporterà un beneficio finanziario non più stimabile in 250 miliardi, ma che va ridotto a 190 miliardi. Il cambiamento deriva da una minore valutazione - l'esame è ancora in corso e dovrebbe concludersi a settembre - del netto patrimoniale delle attività cedute e tiene conto di un'estensione «temporanea» della partecipazione Olivetti nella Piedmont International. Se infatti la Olivetti aveva all'inizio una quota di circa il 12%, le ultime comunicazioni alla Consob confermano che oggi la partecipazione è salita, anche se solo «temporaneamente» al 19,7% perché, spiega una nota, Ivrea ha deciso di «favorire la ricapitalizzazione usi gruppo acquirente, che lamentava il promesso e ritardato intervento di altri sottoscrittori, e ha anticipa¬ to il pagamento del conguaglio-prezzo atteso». Il beneficio finanziario «rettificato» a 190 miliardi (al netto dell'investimento di 10 milioni di dollari nella quota di partecipazione stabile assunta in Piedmont) «si manifesterà progressivamente sulla necessità di finanziamento netto globale del gruppo Olivetti a partire dal mese di settembre 1997, in funzione dell'andamento dei rapporti commerciali con OP Computers». La nota dell'Olivetti conclude sottolineando che «allo stato attuale non risultano individuabih particolari rischi anche potenziali, oltre a quelli normalmente connessi al trasferimento di attività e passività integranti un ramo d'azienda rilevante e composito». In Borsa, intanto, i risultati semestrali annunciati giovedì dalla Olivetti non sembrano aver convinto il mercato, che dopo due rialzi consecutivi ha «punito» il titolo di Ivrea con un ribasso del 4,87%, portandolo a 642 lire come ultimo prezzo e a una quotazione ufficiale di 645,9. Il titolo Cir (+3,33% a 1240 lire), viceversa, sembra aver tratto vantaggio dal sempre più evidente e pubblicizzato disimpegno della holding del gruppo De Benedetti dalla Olivetti, culminata proprio giovedì con l'uscita di Rodolfo De Benedetti dal consiglio di amministrazione di Ivrea.
Persone citate: Crisi, Olivetti, Rodolfo De Benedetti
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