Scoppia la guerra dell'Enel

L'Ente ricorre al Tar contro le decisioni deU'Authority per l'energia L'Ente ricorre al Tar contro le decisioni deU'Authority per l'energia Scoppia la guerra dell'Enel L'Antitrust dice sì all'intesa con l'Eni «ma solo se destinata ad essere breve» ROMA. Si allarga lo scontro sull'elettricità. Ieri l'Enel ha presentato ricorso al Tar della Lombardia contro il provvedimento con cui l'Authority per l'energia il primo luglio scorso ha rivisto i contributi per l'acquisto dei combustibili e dell'elettricità dall'estero. Le nuove regole consentono un risparmio di 220 miliardi l'anno sulle bollette e le riduzioni più consistenti riguardano le piccole e medie imprese, gli artigiani e gli utenti con consumi mensili oltre i 150 kilowattora. Ma l'Enel non ci sta: le decisioni dell'Authority energetica avranno per noi un impatto negativo di 600 miliardi l'anno, dicono all'ente. Di qui, come primo passo, nei giorni scorsi è stato deciso di bloccare gli acquisti dei surplus elettrici prodotti dai privati. Ora il ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia. Ma all'Enel, quasi certamente è piaciuta ancora meno la bocciatura della sua richiesta, datata dicembre '96, di un aumento tariffario di 10 lire a kilowattora e con il no dell'Authority la società guidata da Chicco Testa e Franco Tato ha dovuto rinunciare a 2000 miliardi l'anno. Intanto dall'Antitrust arriva un altro segnale: niente in contrario alla costituzione della società mista Enel-Eni per produrre elettricità ma solo se l'ente in tempi «ragionevolmente rapidi» uscirà dalla joint venture, cedendo la sua partecipazione azionaria. L'intesa tra Enel ed Eni prevede la costituzione di una società per fornire elettricità al libero mercato ed in cui i due enti dovranno apportare la stessa consistenza di impianti, gli investimenti previsti sono pari a 5 mila miliardi e la ricaduta occupazionale di 2000 posti di lavoro. Però «c'è il rischio che l'impresa comune Enel-Eni rappresenti un ostacolo all'introduzione della concorrenza effettiva sul mercato libero dell'energia elettrica», dice l'Antitrust e continua sottolineando come l'unica possibilità per evitare che ciò avvenga è data dalla rapida uscita dell'Enel dall'impresa. Insomma, Amato sposa in pieno le conclusioni dell'Authority per l'energia dopo l'istruttoria conoscitiva sull'accordo. E l'Antitrust torna anche sul tema privatizzazione Enel, sottolineando che la deregulation dell'ente deve escludere il rischio di lasciare immutati gli attuali assetti monopolistici del mercato elettrico italiano e, al contrario, favorire il progressivo aumento dei privati nella produzione di elettricità, questo anche cedendo un certo numero di impianti di proprietà Enel. Ma non basta, l'Antitrust «bacchetta» l'Enel a proposito dei livelli di efficienza, che devono crescere per poter competere con altre imprese che lavorano su mercati dove il concetto di concorren- za è ben radicato: negli Stati Uniti, cita come esempio l'Antitrust, la media degli addetti per una centrale olio-gas è di 75 persone, contro le 260 impiegate in un analogo impianto italiano. Contemporaneamente non si placa la polemica sulla decisione dell'Enel di non ritirare più i surplus di energia prodotti da privati. Ieri, dopo Federelettrica, è scesa in campo Federgasacqua, che ha definito la decisione dell'ente elettrico «improvvida, e fonte di gravi danni anche a molte aziende nostre associate», chiedendo l'immediato intervento dell'Authority per l'energia e dell'Antitrust. E Lolli sottolinea come le aziende che stanno realizzando impianti alimentati da fonti rinnovabili sulla base delle nuove regole di legge, diano un contributo attivo al miglioramento dell'ambiente delle città in cui operano. Proteste arrivano anche dal Veneto da un centinaio di aziende produttrici di energia elettrica aderenti alla Fe- derazione dell'industria. A porre l'accento sul dato ambientale, oltre Lolli, sono due parlamentari del Patto Segni, Giuseppe Biracchi e Diego Masi, che hanno presentato un'interrogazione ai ministri Ronchi e Bersani per sapere come intendono agire nel caso si accertino come reali i risultati di uno studio, in cui si prevede che il mancato acquisto del surplus di energia si tradurrà, a causa del maggior consumo di combustibile, in un aumento di emissioni inquinanti per due milioni di tonnellate di anidride carbonica e 15 mila tonnellate di anidride solforosa. Indirettamente l'Enel ribatte che, l'anno scorso, la produzione delle sue centrali idroelettriche nelle province di Sondrio, Bergamo e Brescia è aumentata a 5130 milioni di kilowattora, consentendo di evitare l'emissione di ben 3700 tonnellate di anidride carbonica. Vanni Cornerò Surplus elettrici Contro il blocco degli acquisti nuove forze in campo CHI CONTROLLA IL CHILOWATT (Produzione di energia elettrica) ENEL MUNICIPALIZZATE AUTOPRODUnORI PRODUTTORI INDIPENDENTI IMPORT TOTALE 1993 in miliardi di Kw» 163,8 7,9 30,8 5,0 39,4 % 66,3 3,2 12,5 2,0 16,0 1998 in miliardi di Kwt 182 10 28 30 35 246,9 100,0 285 100 % 63,9 3,5 9,8 10,5 12 fi m m Chicco Testa presidente dell'Enel

Persone citate: Bersani, Chicco Testa, Diego Masi, Franco Tato, Giuseppe Biracchi, Lolli, Ronchi, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Lombardia, Roma, Sondrio, Stati Uniti, Veneto