Quarant' anni di storia al leggendario numero 10

Quaranf anni di storia al leggendario numero 10 RETROSCENA LA STANZA DEI BOTTONI Quaranf anni di storia al leggendario numero 10 CTORINO ORSO Marconi, come immagine della prima «company» privata italiana, nasce nel 1954, fra l'attacco alla Cgil e il mito della «600». L'anno prima Vittorio Valletta aveva incontrato l'ambasciatrice americana Clara Luce, che aveva subordinato la concessione di commesse e l'erogazione di prestiti a una politica aziendale che riducesse la forza dei comunisti e del sindacato. L'anno dopo, la prima vettura economica prodotta su grande scala, dall'equipe dell'ingegner Dante Giacosa, che aveva già partorito la Topolino, segnerà una svolta nella storia della Fiat e nel modello di consumi della società italiana. Il trasferimento del quartier generale dalla palazzina di Mirafiori a corso Marconi chiudeva i primi 50 anni e segnava l'inizio di una nuova fase, in cui il management è scorporato dalla produzione: il luogo dove si vive la vita concreta dell'azienda non è lo stesso dove se ne decidono i destini. Nella storia della Fiat ogni cambio di sede corrisponde a una fase nuova. Il passaggio, nel 1923, da corso Dante allo stabilimento del Lingotto coincide con la trasformazione della Fabbrica Italiana Automobili Torino in una potente industria di modello fordista, tecnologicamente avanzata, con una produzione diversificata, di livello mondiale. Lo stabilimento di Mirafiori, inaugurato nel 1939 alla presenza del Duce, rispecchia le esigenze di concentrazione produttiva e di economie di scala d'una azienda dimensionata sull'espansione dei consumatori e sull'aumento delle esportazioni, fondamentale nella vita economica del Paese. Alla metà degli Anni Cinquanta, conclusa la Ricostruzione postbellica, quando cominciano ad arrivare gli immigrati con la valigia di cartone, si inizia invece la lunga fase di espansione e di modernizzazione che trasforma la Fiat in una «holding» internazionale. Si entrava in quella che Piero Bairati, nella biografia di Valletta, ha chiamato «La grande stagione del Professore». Perché è lui, il figlio primogenito di un tenentino palermitano e di una nobildonna costretta a fare la maestra, cresciuto nelle ristrettezze nel quartiere di Borgo San Salvarlo, capo indiscusso del vertice aziendale, a volere a 71 anni una nuova sede di rappresentanza, da dove pilotare la «sua» creatura-azienda. L'età non è un problema, vi¬ sto che si diverte a fare la «candela» sul tappeto dell'ufficio e mantiene l'abitudine di cavalcate mattutine, seguite da 10 minuti di lampada al quarzo per l'abbronzatura, mentre quando a Roma incontra Gianni Agnelli, prima di prendere il vagone-letto, il suo pasto è una mela che tira fuori dalla borsa e sbuccia col temperino. Sotto la gestione di questo piccolo uomo di ferro comincia la storia di corso Marconi come vertice dell'Italia industriale. A parte le vertenze e le intese sindacali, sempre organizzate in altre sedi, tutte le altre decisioni e discussioni, manovre finanziarie, rese dei conti, ri- strutturazioni, che segnano le vicende della grande azienda, hanno per teatro l'ottavo piano del palazzo di corso Marconi numero 10. Con il palazzo gemello (al numero 20), era stato progettato dall'architetto Amedeo Albertini, che nel maggio del 1945 aveva sottratto Valletta, condannato a morte per collaborazionismo, a una squadra di gappisti, e che progetterà anche il Museo dell'automobile. Questi ambienti di stile razionalista, che ricordano i film dei telefoni bianchi, diventano uno dei centri da dove si governa l'Italia. Nel 1966 arriva Giovanni Agnelli, nuovo presidente (era vicepresidente da 20 anni). Il 29 aprile Valletta, nella sala del consiglio, all'ottavo piano, presenta le dimissioni, proponendo presidente il nipote del fondatore e amministratore delegato Gaudenzio Bono. L'assemblea degli azionisti ratificherà la proposta il giorno dopo. A quello stesso ottavo piano, il 4 maggio, il Professore, non più in carica, ma presidente onorario, riceve Tarasov, ministro dell'Industria automobilistica del- l'Urss, e firma il protocollo per realizzare Togliattigrad. In agosto Valletta vola a Mosca, per seguire personalmente le trattative, che si concludono con l'accordo del 15 agosto. Il giorno prima si concede ancora una nuotata nella Moscova. A 83 anni. Nel 1974 in corso Marconi arrivano i giornalisti un po' da tutto il mondo, perché Gheddafi, offeso da un elzeviro di Frutterò & Lucentini, ha chiesto la testa di Arrigo Levi, direttore de «La Stampa». Ma è anche l'anno della «grande paura», creata dallo scoppio della crisi energetica. Nuvole nere si addensano sul futuro dell'auto, dirigenti si danno il cambio nella stanza dei bottoni. Arriverà anche Paolo Volponi, scrittore manager cresciuto nella cultura industriale olivettiana, ma se ne andrà dopo due anni dichiarando ai cronisti: «La mia funzione era quella del cantore aggiunto». E nel 1976 arriverà Carlo De Benedetti, ma il suo regno non durerà più di 100 giorni (lo inseguirà un sospetto di scalata all'azienda). Fino a quando all'ottavo piano, nello stesso 1976, non sale come amministratore delegato Cesare Romiti. Che quattro anni più tardi vedrà sfilare in corso Marconi la marcia dei 40 mila. E' lui a restituire alla Fiat la solidità e il prestigio della stagione vallettiana. Alberto Papuzzi Dalla grande stagione del Professor Valletta alla marcia dei 40 mila dacali, sempre organizzate in altre sedi, tutte le altre decisioni e discussioni, manovre finanziarie, rese dei conti, ri- La palazzina Fiat Lingotto, dove saranno trasferiti gli uffici di corso Marconi dei centri da dove si governa l'Italia. Nel 1966 arriva Giovanni Agnelli, nuovo presidente (era vicepresidente da 20 anni). Il 29 aprile Valletta, nella sala del consiglio, all'ottavo piano, presenta le dimissioni, proponendo presidente il nipote del fondatore e amministratore delegato Gaudenzio Bono. L'assemblea degli azionisti ratificherà la proposta il giorno dopo. A quello stesso ottavo piano, il 4 maggio, il Professore, non più in carica, ma presidente onorario, riceve Tarasov, ministro dell'Industria automobilistica del- La palazzina Fiat Lingotto, dove saranno trasferiti gli uffici di corso Marconi Sempre all'8° piano decisioni e discussioni vitali per l'azienda

Luoghi citati: Borgo San Salvarlo, Italia, Mosca, Roma, Torino, Urss