«Il killer di Versace era sano» di Franco Pantarelli
Giornale di Miami anticipa i risultati dell'autopsia, cade l'ipotesi del contagiato in cerca di vendetta Giornale di Miami anticipa i risultati dell'autopsia, cade l'ipotesi del contagiato in cerca di vendetta «Il killer di Versate era sano» Niente Aids, il giallo è da riscrivere NEW YORK. Andrew Cunanan non era sieropositivo. Lo ha accertato l'autopsia eseguita sul corpo del presunto assassino di Gianni Versace e questo riapre il problema del perché un gigolò di alto bordo come lui, che frequentava il mondo dei ricchi e che entrando nei letti giusti guadagnava migliaia di dollari la settimana, si sia repentinamente trasformato in un serial killer. Fra le ipotesi che venivano formulate nei giorni terribili successivi all'assassinio di Versace, quando contro Andrew Cunanan era stata lanciata una gigantesca caccia all'uomo, a trovare maggior credito era stata quella che lui, scoprendo di essere stato «infettato» da qualcuno dei suoi clienti-amanti, avesse deciso di vendicarsi. E infatti la sua prima vittima era stata Lee Minglin, un costruttore di Chicago, l'ultimo dei suoi amanti. Poi, diceva sempre quell'ipotesi (che fior di psicologi sostenevano convinti, durante gli infiniti «talk show» televisivi), era stato preso da una sorta di furia e si era messo a seminare vittime anche fra coloro che con la sua vita sessuale non avevano nulla a che fare. Ebbene, ora la rivelazione che il suo sangue era a posto e che lo spettro dell'Aids non lo aveva neanche sfiorato fa immediatamente cadere quell'ipotesi e riporta gli investigatori alla domanda di partenza: che cosa ha fatto di Andrew Cunanan un assassino? Che cosa lo ha indotto ad ammazzare quattro persone e poi a «puntare» Gianni Versace, ad aspettarlo davanti alla sua villa di Miami Beach e poi a freddarlo con due colpi alla testa? Katherine Fernandez Rundle, che in quanto «State Attorney» della contea di cui fa parte Miami Beach è la persona «in charge» delle indagini, quando le è stata fatta presente la novità che l'Hiv non c'entra ha detto molto poco: semplicemente che «se è vero, una buona parte delle speculazioni fatte finora sui motivi di Andrew Cunanan viene eliminata». Di più non ha voluto dire perché per lei il problema principale era che il «Medicai Examiner» non le aveva comunicato la sua scoperta - ufficalmente per rispettare una complicata legge sulla «privacy» - ma poi la notizia era finita sul «Miami Herald», e quindi la sua attenzione è ora concentrata sulla battaglia burocratica da fare per ottenere che il tribunale ordini al «Medicai Examiner» di comunicarle formalmente i risultati dell'autopsia. E quanto agli altri coinvolti nelle indagini, il loro interesse per il fatto che Cunanan non era sieropositivo è apparso piuttosto scarso. «Il nostro lavoro - ha detto Anne Figueres, una portavoce dell'Fbi - era di trovare Andrew Cunanan e di catturarlo». Ora che quel risultato è stato ottenuto, era il sottinteso delle sue parole, spetta ad altri andare avanti. Le indagini dell'Fbi comunque non sono ancora finite. Quello che i suoi agenti vogliono scoprire - dice ancora Anne Figueres - è «dove è stato esattamente e che cosa ha fatto Mister Cunanan in Florida durante i giorni in cui gli si dava la caccia. Quando avremo appurato tutto ciò, saremo in grado di lavorare molto meglio, la prossima volta che dovremo dare la caccia a uno simile a lui». Franco Pantarelli Gli inquirenti non si sbilanciano «Ora ci interessa soltanto sapere che cosa ha fatto durante la fuga» - ' M^^^:"^. A sinistra Andrew Cunanan A destra la villa dello stilista Gianni Versace a Miami
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