Prima sconfitta per Blair La luna di miele è finita di Fabio Galvano

Prima sconfitta per Blair La luna di miele è finita La rivincita dei conservatori Prima sconfitta per Blair La luna di miele è finita / tories si aggiudicano le elezioni in una circoscrizione di Londra LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' stata la prima disfatta di Tony Blair, tanto più bruciante perché il primo ministro britannico si era impegnato in prima persona. I conservatori hanno vinto - anzi stravinto - la prima elezione suppletiva dell'era laborista: quella nella circoscrizione di Uxbridge, alla periferia di Londra, resa necessaria dall'improvviso decesso del suo deputato Sir Michael Shersby. Era già feudo dei tories, che nella disfatta del 1° maggio l'avevano salvata con le unghie, con una maggioranza risicata. Quello di giovedì, invece, è stato un voto pieno, che invano i laboristi cercano di minimizzare e che forse troppo affrettatamente i conservatori esaltano come indice della «rinascita» del partito e soprattutto del grande successo personale del nuovo leader William Hague. Resta il fatto che il New Labour si lecca in queste ore profonde ferite; e Blair, che parte oggi per la sua vacanza a San Gimignano, non poteva avere viatico più amaro sulla strada del «Chiantishire». Le cifre contano poco: dire che il neo-eletto John Randall ha strappato ai laboristi il 5 per cento dei voti del 1° maggio, o che la striminzita maggioranza di allora (724 voti) si è trasformata in un largo margine (3766) non basta per giustificare l'euforia tory, come non basta sottolineare che la maggioranza laborista resta di 178 seggi. Quello che conta è il senso storico del voto di Uxbridge, la prima vittoria conservatrice in un'elezione suppletiva da otto anni e mezzo a questa parte. L'ultima era stata quella con cui proprio Hague era entrato ai Comuni, vincendo nel 1989 nella circoscrizione di Bichmond. Poi, a ogni appuntamento al di fuori delle elezioni generali, sempre i conservatori erano stati umiliati. Abituato a essere martellato dall'elettorato mentre era al governo, il mondo tory scopre la delizia di essere all'opposizione e di potere sfruttare l'ostilità per i laboristi ora che sono al potere, proprio per il solo fatto che sono al potere dacché è troppo presto - sono trascorsi meno dei fatidici 100 giorni - per additare altre colpe. Una svolta. E non a caso William Hague ha pensato di celebrare la vittoria, incerta fino all'ultimo anche se ora i laboristi dicono che i tories andavano sul velluto, chiamando a raccolta i fedelissimi in un pub che si chiama appunto «The Turning Point», la svolta. Perché, checché dicano gli uomini di Blair, il New Labour aveva fatto più di un pensiero su quel seggio. Una vittoria avrebbe rafforzato l'immagine invincibile del nuovo governo; e per questo Blair era andato di persona in piazza e tre volte aveva mandato il suo «numero due» John Prescott. Ma ha commesso un errore: quello di credere che l'Inghilterra sia ormai legata anima e corpo al New Labour: ha imposto un candidato esterno, in sostituzione di quello sconfitto di misura tre mesi fa, e gli elettori di Uxbridge gli hanno voltato le spaile, sebbene un sondaggio pubblicato giovedì dal «Times» desse 57 punti ai laboristi e soltanto 23 ai conservatori. «La luna di miele è finita e i laboristi devono capire di non essere i padroni del Paese», ha detto Hague celebrando come da tempo i conservatori non osavano né potevano fare: «Abbiamo mostrato al Labour che una vittoria elettorale, sia pure come quella del 1° maggio, non dà il diritto di dare tutto per scontato». Se i conservatori avessero perso, gli ha fatto eco Lord Cecil Parkinson, presidente del partito, «tutti avrebbero parlato di un inizio della fine»: «Questo è invece l'inizio della riscossa. Abbiamo imparato ad ascoltare la voce degli elettori». Ma ci vorranno altri cinque anni prima che quella voce possa lasciare un segno più concreto. Fabio Galvano Prima sconfitta elettorale per il New Labour del primo ministro Tony Blair

Persone citate: Cecil Parkinson, Hague, John Prescott, John Randall, Michael Shersby, Tony Blair, William Hague

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, San Gimignano