Super verso le duemila lire? di R. R.

Super verso le duemila lire? Super verso le duemila lire? Cisl e Industria: aumenti ingiustificati ROMA. Duemila lire per un litro di benzina: potrebbe accadere se il dollaro tornasse al massimo del 1985,2200 lire. Se le previsioni degli analisti americani, che stimano il dollaro sopra le 1900 lire entro fine anno, trovassero conferma, la super in Italia potrebbe avvicinarsi a quota 1950, che sarebbe comunque un nuovo record assoluto. Gli operatori stimano infatti che il prezzo al consumo dei carburanti salga di 5 lire al litro su ogni 30 lire di guadagno della moneta americana sulla lira. La situazione ha generato un forte allarme e anche preoccupazioni politiche, di cui si sono fatti interpreti sia la Cisl, attraverso il proprio dipartimento economico, sia il ministero dell'Industria per bocca del sottosegretario Umberto Carpi. «La spinta del dollaro non può giustificare l'aumento del prezzo della benzina - lamenta il sindacato di D'Antoni -. Il costo del greggio in lire è a livelli di circa l'8% inferiori a quelli di inizio d'anno»: Se infatti il cambio lira-dollaro, è la tesi della Cisl, è passato da 1525 lire (il 3 gennaio) alle attuali 1800 circa, il prezzo del Brent è diminuito, alle stesse date, da 24,2 dollari il barile a 19. Il costo del greggio era quindi all'inizio del '97 di circa 37 mila lire il barile e ora è di 34 mila lire. E, fa notare il sindacato, da gennaio a marzo erano stati incamerati dalle compagnie petrolifere i benefici della riduzione del greggio in dollari per il ritorno sui mercati del petrolio iracheno. «A seguito delle proteste della Cisl e dei rilievi dell'autorità antitrust - è la conclusione - era iniziata in aprile una fase più riflessiva, con un graduale e parziale rientro dei margini e con benefici sui consumatori soprattutto negh impianti self-service, che non vorremmo fosse oggi interrotta sull'onda del dollaro». Anche il sottosegretario Carpi guarda con «perplessità» questo fenomeno di lievitazione dei prezzi: «Da più parti sento attribuire la causa di tali aumenti all'impennata della quotazione del dollaro sui mercati valutari ma, dollaro o non dollaro, mi pare evidente che il meccanismo dei prezzi del settore, in Italia, non funziona. La direzione in cui si sta muovendo il governo e che condurrà ad una razionalizzazione della rete di distribuzione e ad una liberalizzazione del comparto, è l'unica praticabile». L'Upi, l'Unione petrolifera, rispondendo indirettamente al sottosegretario, ha annunciato di aver presentato al governo il piano di ristrutturazione volontaria che dovrebbe portare a una riduzione graduale delle pompe. Nell'accordo della settimana scorsa con governo e sindacati dei gestori, era stata stimata necessaria una riduzione attorno ai 5000-5500 impianti nel prossimo biennio. Secondo il programma presentato ieri, che riguarda i punti vendita «più marginali, meno efficienti od ubicati in sedi improprie», il numero arriverebbe a 6 mila avvicinandosi così alle circa 7 mila chiusure indicate dal governo. Sarà ora il ministero dell'Industria a valutare il programma «nella sua congruità». [r. r.]

Persone citate: Carpi, D'antoni, Umberto Carpi

Luoghi citati: Italia, Roma