LA STORIA ROVESCIATA di Massimo Giannini

LA STORIA ROVESCIATA LA STORIA ROVESCIATA QUANDO nel 1980 Luciano Lama annunciò la «svolta dell'Eur» con l'avvio della lunga stagione dei sacrifici per gli operai e la fine del salano come variabile indipendente - Enrico Berlinguer lo convocò a Botteghe Oscure. Parlarono a lungo - come raccontò lo stesso Lama nel libro «Intervista sul mio partito» - e il carismatico leader del pei, pur senza sconfessare la «svolta», tentò di frenare gli impulsi riformisti del segretario della Cgil. La stessa cosa fece, ad eccezione del solo Giorgio Amendola, l'intero stato maggiore del partito comunista di allora, da Natta a Ingrao, all'insegna di un elementare principio berlingueriano: «Non si fanno le guerre senza l'esercito alle spalle». Il che era come dire: attento, caro Lama, perché in questo strappo la base operaia non ti segue. Lama lo sapeva, ma corse il rischio lo stesso, perché questo, per lui, era il sindacalismo riformista. Oggi, diciassette anni dopo, la storia si ripete, ma per così dire a ruoli invertiti. C'è il leader di un partito non più comunista, cioè Massimo D'Alema, che pur tra mille contorsioni politiche e psicologiche, dal Massimo Giannini CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA

Persone citate: Enrico Berlinguer, Giorgio Amendola, Ingrao, Lama, Luciano Lama, Massimo D'alema, Natta