La contessa «prigioniera» a Milano

Scarcerata Francesca Vacca Agusta, ma ha l'obbligo di non allontanarsi dalla città Scarcerata Francesca Vacca Agusta, ma ha l'obbligo di non allontanarsi dalla città La contessa «prigioniera» a Milano E' accusata di aver riciclato i numerosi miliardi di Craxi Finito Vamore con Raggio, rimpiange la «sua» Portofino MILANO. Blindata nel superattico con vista sul parco Sempione, la contessa Francesca Vacca Agusta vive come un mezzo dispetto la scarcerazione firmata dal giudice Maurizio Grigo. «Ma che libertà è, se non posso tornare neanche a Portofino?», si lamenta dopo la latitanza, il carcere in Messico, quello in Italia, gli arresti domiciliari e adesso la libertà a mezzo servizio che la obbliga a rimanere a Milano, lontano da villa Altachiara. Nel provvedimento del giudice che ha firmato l'ordine di scarcerazione è scritto che gli indizi non sono crollati. Che tutta la faccenda del riciclaggio dei miliardi di Bettino Craxi sta ancora in piedi. Anche se Maurizio Baggio, l'ex compagno della contessa rimasto invece agli arresti domiciliari, si è assunto tutte le responsabilità. «La contessa ha avuto un ruolo marginale, al massimo c'è stata qualche ricaduta di danaro su un suo conto a Chiavari. Spero che la vicenda si chiarisca presto», auspica il suo legale, Ennio Amodio. Altri sogni, quelli della contessa. Che per prima cosa vorrebbe tornare nella sua villa sulle colline del golfo del Tigullio. «Perché devo rimanare a Milano, non capisco, non capisco...», si lamenta. Come se adesso che è finita la storia con Maurizio Baggio, l'ex albergatore di Portofino che - dicono - nel superattico vicino a corso Garibaldi andava pure quando c'era il conte, potesse finire pure questa faccenda di giudici e tribunali, manette e conti all'estero. «I rapporti fra me e Maurizio sono a zero», ammette la contessa. «Non posso negare di avere avuto momenti felici, ma le sue scelte hanno pesato sul nostro rapporto», dice, da tempo lei. Che di quei favori a Craxi, di quei miliardi girati per mezzo mondo e che almeno in parte - 3000 milioni solo due giorni fa - lui sta restituendo, non vuole più saperne. Dicono che sia stanca. Troppe emozioni, troppe sensazioni forti da quel giorno di ottobre di tre anni fa quando si era trovata gli uomini di Di Pietro alle porte della villa e lei se l'era filata verso Montecarlo, con l'autista che faceva sgommare la Mercedes. Poi a Londra, per stare vicina a Maurizio Baggio. Della coppia spensierata di un tempo, quando facevano le corse in motoscafo e le feste nella villa, non rimaneva più niente. La loro vita era diventata una fuga sola. Verso il Messico, fino al buen retiro di Cuernavaca dove avevano arrestato prima lui. E poi lei, che sui giornali aveva dovuto pure leggere di quella fotomodella biondissima che poteva essere sua figlia, che lui riceveva in carcere. Con l'arresto era finito tutto, anche l'amore. Due mesi fa, l'annuncio quasi ufficiale. Quando ai due erano stati concessi gli arresti domiciliari, lei aveva optato per la villa di Portofino, lui in qualunque posto del mondo bastava che fosse a un millimetro da lei. E invece niente. Francesca Vacca Agusta aveva dovuto ripiegare sul superattico di quando era sposata, disabitato da tempo. A Maurizio Baggio era andata ancora peggio. In un monolocale a Milano, lasciatogli dal suo avvocato, Gaetano Pecorella, dove si trova ancora. Con la fine dell'amore, per la contessa sembra sia finito tutto. «E' molto provata dalla latitanza e dal carcere, è depres¬ sa», dice il suo legale. Che nei prossimi giorni, come prevede la legge, potrebbe chiedere un permesso per far tornare la contessa a villa Altachiara. Per ora, lei deve rimanere - anche se libera - nel superattico del palazzo antico a un passo da Brera, vicino a un centro sociale, a pochi metri dall'Arena. Davanti al giardinetto interno dello stabile, c'è solo il custode che fa muro. E poi, inflessibile: «La contessa non c'è, non vuole parlare, non vuole vedere nessuno». Negli ultimi due mesi lei ha potuto parlare solo con il suo avvocato. C'era il divieto per incontrare chiunque se non i famigliari. Nessun amico, figuriamoci Maurizio Baggio, il golden boy di Portofino finito per diventare l'uomo d'affari di Craxi. Adesso che è libera la contessa Agusta potrà incontrare chi vuole, sempre che rimanga a Milano in agosto. Fabio Potetti «Ma che libertà è se non posso tornare nella villa al mare?» Il difensore: «E' molto provata dal carcere» La contessa Francesca Vacca Agusta