Di Pietro, disco verde da Maccanico

Di Pietro, disco verde da Meccanico TONINO IN POLITICA Sì del Senato alle dimissioni di Macchi, via libera alla candidatura. Vertice con il ministro Di Pietro, disco verde da Meccanico Vigna: «Nel suo passato cose che sbalordiscono» ROMA ENTRE il centrodestra «si impensierisce», per usare l'espressione del vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, per la candidatura di Antonio Di Pietro con l'Ulivo, l'agitazione dei «cespugli» della maggioranza si va placando. Luigi Manconi, dopo la bicchierata con il prossimo candidato nel collegio Firenze 3, ha chiarito: «Noi non ce l'abbiamo con Di Pietro, ma continuiamo a non approvare il modo con il quale è stato candidato: Massimo D'Alema non può decidere tutto da solo». Ma a riaccendere i toni della polemica arriva un'intervista che il procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna ha rilasciato all'Espresso: «Ci sono cose nella storia di Di Pietro che sbalordiscono, e che non so proprio tacere». Non è possibile che Di Pietro prenda prestiti e automobili, e si ricordi di restituirli solo dopo qualche anno, è il ragionamento di Vigna. «Questa è una cosa che a me, come dicono in Toscana i contadini, mi fa perdere il lume degli occhi - spiega il procuratore di Firenze - E non mi interessa se una tal vicenda ha rilievo penale o meno. Il mio è un giudizio di valore». Vigna sostiene anche che l'ex pm abbia cominciato a nutrire ambizioni politiche già quando era in magistratura. «Una cosa indegna», ha commentato, per tutti gli «amici di Di Pietro», Elio Veltri. «Il magistrato Vigna - gli ha fatto eco Federico Orlando, ex vicedirettore del Giornale di Indro Montanelli e ora deputato di Rinnovamento Italiano - non ha conseguito nè mi sembra all'altezza di con seguire risultati nella lotta al la mafia. E allora si occupi di riciclaggio e di altri delitti mafiosi perchè prende lo stipendio per questo e non per fare il "tartufo fiorentino" contro Di Pietro». E una certa sensazione ha destato il fatto che due giornalisti che attendevano Di Pietro davanti al suo ufficio a Roma siano stati identificati e controllati dai carabinieri della scorta dell'ex pm. Il quale, poi, si è scusato. Un benvenuto a Di Pietro nell'Ulivo viene da Antonio Maccanico, ministro delle Poste, ma soprattutto capofila di uno dei «cespugli» dell'Ulivo: «Non credo che Di Pietro toglierà voti alla nostra formazione. Credo invece ne porti, comunque, a tutto l'Ulivo, e questo evidentemente è un bene». Con Maccanico e il suo braccio destro all'Unione Democratica, Willer Bordon, An- tonio Di Pietro ha avuto un incontro, al termine del quale ha ripetuto quello che aveva già detto a D'Alema e Marini. E cioè che non formerà una propria aggregazione politica, e che il suo impegno è per rafforzare l'area moderata e centrista dell'Ulivo. Su quel fronte, i più esposti sono gli uomini di Lamberto Dini: Rinnovamento Italiano è una formazione minoritaria della coalizione di centrosinistra. Per tutti si è espresso Augusto Fantozzi, ministro per il Commercio Estero: «Nel centro c'è spazio per tutti, anche per Di Pietro. La scelta di candidarsi per l'Ulivo normalizza la sua posizione. Certo, potrebbe togliere spazio a Rinnovamento: ma non siamo particolarmente preoccupati. Anche perché il Paese, in questo momento, non ha proprio bisogno di uomini del destino». Intanto, la fase tecnica per portare materialmente il nome di Di Pietro alle elezioni nel Mugello ha superato uno scoglio obbligato. Le dimissioni di Pino Arlacchi, diventato vicesegretario all'Onu, sono state accolte dal Senato che avrebbe invece potuto, in via puramente teorica, respingerle. Ma Arlacchi aveva già accettato il nuovo incarico, e dunque era manifesta l'incompatibilità con il seggio da senatore. Durante la riunione a Palazzo Madama, però, Rifondazione comunista ha abbandonato polemicamente l'aula, sostenendo che non esiste una automatica incompatibilità tra i mandato parlamentare nazionale e un incarico alle Nazioni Unite. E del resto, è noto che Bertinotti intende presentare nel Mugello un candidato alternativo a Di Pietro, di cui non è ancora stato reso noto il nome. Ma, nonostante le assicurazioni formali, Di Pietro potrebbe comunque voler formare una propria aggregazione, con la quale partecipare all'Ulivo. E nella cosiddetta «spiga» il primo nucleo forte potrebbe essere quello della Rete di Leoluca Orlando, che starebbe meditando di presentare questo progetto all'assemblea nazionale del movimento, prevista per il 21 settembre, [r. r.] L'ex leader del Pool Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Firenze, Roma, Toscana