Netanyahu: colpiremo anche nei Territori di Aldo Baquis

Israele starebbe preparando un vasto blitz contro gli islamici. Arafat: ci dichiarano guerra Israele starebbe preparando un vasto blitz contro gli islamici. Arafat: ci dichiarano guerra Netanyahu: colpiremo anche nei Territori Allarme dai servizi: «Ci sono altre bombe umane» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Arresti in massa di attivisti islamici palestinesi, accuse durissime ai vertici dell'Anp, recriminazioni e polemiche : così il governo di Benyamin Netanyahu ha ieri reagito al feroce attentato suicida compiuto mercoledì da due integralisti di Hamas al mercato ortofrutticolo di Mahanè Yehuda (Gerusalemme), dove quindici persone hanno trovato la morte e altre 150 sono rimaste ferite. «Farò qualsiasi cosa per proteggere il mio popolo - ha detto Netanyahu - Farò ciò che è necessario, qualsiasi cosa riteniamo necessario e in qualsiasi momento lo riteniamo necessario. Niente escluso». Il suo portavoce, David Bar-man è stato ancora più preciso: «Non intendiamo rispettare alcun confine», in chiara allusione alla linea «verde» che divide il territorio di Israele dalle zone autonome palestinesi. Fonti governative lasciano trapelare la possibilità di una imminente operazione repressiva su grande scala, di «nettoyage» secondo l'eufemismo usato dai servizi segreti. Un portavoce di Arafat ha definito le parole di Netanyahu «una dichiarazione di guerra contro l'Autorità nazionale e contro il popolo palestinese». Intanto, avvertono gli 007 israeliani, non c'è nemmeno il tempo per tirare il fiato: altre «bombe umane» sono pronte ad esplodere e forse si aggirano già adesso fra gli israeliani, armate di insospettabili valigette cariche di Tnt così come hanno fatto Saad Saeq al-Till e Majed al-Qaisiya, i due giova- ni «shahid» (martiri dell'Islam) immolatisi mercoledì a Gerusalemme. Ieri, rabbia e dolore si sono mescolati neh' animo degli israeliani mentre si cominciano a seppellire le 15 vittime dell'attentato. Al funerale di David Nasco, commerciante di scarpe di 43 anni, hanno assistito centinaia di persone, donne in lacrime con il capo coperto, uomini che recitavano salmi e molta rabbia, contro Arafat e gli arabi ma anche contro il governo di Netanyahu che aveva promesso la fine degli attentati. Un uomo si è rivolto al ministro delle finanze Yaacov Neeman, presso la tomba di Nasco e lo ha acccusato: «Ci avete mentito. Noi abbiamo votato per voi perché avevate detto che sareste stati forti, ma siete proprio come il governo laborista, deboli, nelle mani di Arafat». Altri hanno concentrato la loro rabbia sul ministro dell'interno Avigdor Kahalani urlandogli: «Ci avevi promesso la pace. Voghamo i fatti!». Per far dimenticare le parole del ministro della Giustizia Zani Hanegby (likud) - che ancora mercoledì, un quarto d'ora prima dell'attentato, aveva affermato alla Knesset che gli integralisti avevano abbandonato i loro sogni di piegare Israele con il terrorismo - Netanyahu ha ordinato arresti in massa di integralisti di Hamas e della Jihad islamica e ha anche spiccato un mandato di cattura nei confronti del capo della polizia palestinese, Ghazi Jebali. Questi non è sospettato di essere coinvolto nel massacro di Mahanè Yehuda, dato che ancora la settimana scorsa i suoi uomini hanno scoperto a Beit Sahur (Betlemme) una fabbrica segreta di Hamas specializzata nella produzione di ordigni: Jebali è tuttavia sospettato di aver organizzato attentati nei Territori contro i coloni ebrei. Da mercoledì dunque i Territori sono sigillati dall'esercito israeliano e ieri il consigliere politico di Netanyahu, David Bar Dan, ha perfino minacciato che le retate saranno estese alle zone di autonomia palestinese, «vista la provata incapacità di Arafat di tenere a bada gli integralisti islamici». Un ingresso israeliano nelle zone autonome rischia tuttavia di provocare una deflagrazione regionale: Nabil Abu Rudeina, un portavoce di Arafat, ha confermato ieri che il Rais «segue con viva preoccupazione le pericolose decisioni israeliane». Ieri intanto i mihtari israeliani hanno setacciato la zona di Daharya, un villaggio cisgiordano vicino alla esplosiva città di Hebron. Là sono cresciuti i due islamici esplosi mercoledì a Gerusalemme e là vivono i loro familiari, alcuni dei quali sono stati arrestati dai servizi segreti israeliani nella speranza di poter così giungere ai mandanti. Nei primi interrogatori questi hanno detto che i due giovani hanno lasciato le loro case già sei mesi fa, facendosi poi vivi molto di rado. Il loro attentato è stato rivendicato da Hamas con un documento lasciato all'ingresso della Croce Rossa di Ramallah in cui il movimento di resistenza islamico ha anche chiesto ad Israele la scarcerazione immediata di due sceicchi: Ahmed Yassin, il paraplegico fondatore di quel movimento, e Abdel Karim Obeid, un dignitario hezbollah rapito in Libano otto anni fa. Fonti islamiche a Hebron hanno spiegato ieri che l'azione compiuta dai «soldati di Maometto» non era diretta tanto a far fallire la nuova missione diplomatica di Dennis Ross (rinviata ora sine die) quanto a dare una risposta adeguata al «satanico disegno del maiale» apposto un mese fa alle saracinesche di Hebron da una giovane estremista ebrea, Tatiana Sosskin, che aveva ritenuto opportuno raffigurare il Profeta con le sembianze di un suino. La Sosskin - sotto processo in Israele - è già stata condannata a morte da sunniti e sciiti. In Israele intanto, mentre l'opposizione laburista si astiene per ora dall'innescare polemiche fintanto che i familiari delle vittime sono in lutto, il giornale progressista Haaretz invita tuttavia Netanyahu a compiere un esame di coscienza. L'attentato, nota il giornale, è avvenuto in concomitanza con la decisione del sindaco di Gerusalemme Heud Olmert di autorizzare una presenza ebraica nel popoloso rione palestinese di Ras el-Amud. Aldo Baquis Tensione ai funerali delle vittime, la folla contesta i ministri del Likud «Siete deboli come i laboristi non ci avete portato la pace» Il premier ordina arresti in massa di integralisti r ,,,e dei loro parenti Ricercato anche 111 capo deUfr polizia paleUinese