Scalfaro dopo il dolore le critiche

Il presidente: parlo da amico. Prima replica da Israele: come può paragonarci ai terroristi? Il presidente: parlo da amico. Prima replica da Israele: come può paragonarci ai terroristi? ScaHaro, dopo il dolore le crìtiche «Anche Netanyahu ha sbagliato con gli insediamenti» ROMA. Ventiquattr'ore dopo la strage a Gerusalemme, mentre Israele piange i suoi morti, Oscar Luigi Scalfaro sceglie di andare controcorrente. Invece di imboccare la strada più scontata, cioè la condanna del terrorismo islamico, il nostro Capo dello Stato preferisce mettere a nudo le responsabilità dei governanti israeliani. «La bomba sul mercato di Gerusalemme», ha detto ieri incontrando i giornalisti parlamentari al Quirinale per la cerimonia del Ventaglio, «è una bomba contro le speranze della pace, che spero non si estinguano mai. Bisogna avere fede ad ogni costo nella pace», ha aggiunto il Presidente. E poi, alzando il tono della voce, Scalfaro ha fatto esplodere la «sua» bomba: «Per un giudizio oggettivo, devo dire che è stata anche pesante la ferita di voler cominciare la costruzione di case a Gerusalemme. Non è corso sangue, ma è stato un atto di guerra alla pace. E ringraziamo Dio che gli Stati Uniti l'abbiano fermato». Scalfaro non è certo il primo a sostenere che pure Israele ha commesso un errore, con la sua politica di insediamenti. Anche Clinton ha opinioni molto chiare in proposito. Ma era il caso di ripeterlo giusto quando un intero Paese è in lutto? Sì, secondo Scalfaro, per una ragione di amicizia. E l'amicizia «non vuol dire che l'amico ha sempre ragione perché è un amico», ha precisato il Presidente, ma significa anche poter dire all'amico «mi pare che tu non abbia ragione». Quanto alle radici del suo legame personale con Israele, Scalfaro ha voluto ricordare che sono antiche e risalgono agli anni in cui egli fu presidente dell'Associazione di amicizia italo-israeliana. Inoltre, presto si recherà proprio nello Stato ebraico dove, ha rivelato, l'ha invitato più volte per una visita il primo ministro Benjamin Netanyahu. E lì in Israele il Presidente della Repubblica intende ribadire i suoi concetti perché, ha detto ieri durante l'incontro con i giornalisti, «credo di avere la possibilità di dire liberamente mia parola di pace». Inutile dire che a Gerusalemme non hanno affatto apprezzato il rimbrotto del nostro Presidente. Interpellato in proposito, l'ambasciatore israeliano a Roma è stato assai sobrio limitandosi a un «no commento perché, ha spiegato Yehuda Millo alla Stampa, «non ho intenzione di entrare in polemica con il Capo dello Stato di un altro Paese». «Non ho letto le dichiarazioni del presidente Scalfaro - ha detto invece Moshe Fogel, direttore dell'ufficio stampa del governo israeliano ma non capisco come si possa dire che gli insediamenti ebraici, che rappresentano l'uno per cento dei Territori palestinesi, possano danneggiare il processo di pace. D'altra parte negli accordi Oslo non c'è nulla, ma proprio nulla, che limiti la capacità israeliana di costruire negli insediamenti già esistenti nei Territori. E poi non dimentichiamo - prosegue Fogel - che il governo israeliano ha deciso sì di costruire a Gerusalemme per gli ebrei, ma anche per gli arabi, mettendo a disposizione fra i 40 e i 50 milioni dollari. Non so se il presidente Scalfaro è al corrente della nostra situazione, ma credo che in un momento in cui così tanti israeliani vengono uccisi o feriti non è giustificato il tentativo di paragonare l'omicidio compiuto dai terroristi con la politica del nostro governo. In altre parole ha detto il portavoce - ritengo che sia un modo di ridurre il significato delle perdite umane che non riflette il tipo di codice di comportamento che ci dovremmo aspettare in un processo di pace». Ad alleggerire la tensione non ha contribuito certo il peana a Scalfaro subito innalzato da Nemen Hammad, il plenipotenziario di Arafat a Roma. Secondo Hammad, quelle del Presidente sono state «parole di grande sincerità e di grande responsabilità». Se si vuole salvare la pace, ha aggiunto, «bisogna eliminare le grandi ragioni di disperazione che alimentano la guerra», perché i terroristi «sono ragazzi umiliati che hanno conosciuto la violenza dei soldati e che sono diventati dei disperati pronti a morire». Il terrorismo si combatte, sostiene Hammad, «come l'esperienza di Paesi come l'Italia dimostra, con una grande mobilitazione popolare». In questo, secondo il delegato palestinese, «sta l'importanza e il significato delle parole di Scalfaro». Un attacco frontale al Capo dello Stato è giunto invece dalla Lista Pannella che, in un comunicato, ha definito «pericolose» le dichiarazioni di Scalfaro in quanto «possono costituire un drammatico alibi per nuove azioni terroristiche». Secondo la Lista Pannella, le parole del Presidente, che ha sollevato la questione dei nuovi insediamenti a Gerusalemme, «suonano come giustificazione dell'atto criminale», [r. r.] «Costruire a Gerusalemme è stato un atto di guerra: lo dirò personalmente al premier» ■ II. presidènte Oscar Luigi Scalfaro e Nemer . Hammad ' plenipotenziario di Arafat a Roma , A destra il pianto .'• ' • disperato di una donna durante 11 funerale di una delle vittime