Il Karaoke torna in bianco e nero e «Gran Casinò» in formato blob di Alessandra Comazzi
F TIVÙ'& TIVÙ' Il Karaoke torna in bianco e nero e «Gran Casinò» in formato blob OPERAZIONI dell'estate. Riprese, proposte e riproposte. Prendiamo il karaoke. Italia 1 lo sta ritrasmettendo alle 8 di sera, incuneato tra i bagnini, il mare e la bella gente di «Baywatch» e il telegiornale svelto, anomalo e poco politico di Alessandro Cecchi Paone. L'«Italia del karaoke» si intitola adesso il recupero, che è un'antologia, una sintesi, un viaggio tra i momenti migliori di un programma che aveva fatto epoca, lanciando Fiorello. Rivediamo il conduttore con la coda di cavallo classica, mentre adesso si è tagliato i capelli, accompagna Costanzo, gira un film su Don Bosco ed è meno popolare. Però, anche lui, non avrebbe potuto andare avanti in eterno con le canzonette in piazza: le aveva poi lasciate nelle mani del fratello minore detto Fiorellino, il quale non si era nemmeno lontanamente avvicinato al successo del suo familiare predecessore. La trasmissione ha prima di tutto subito un tentativo di miglioramento formale: nel senso che è stata virata in un elegante bianco e nero che la fa sembrare più astratta, quasi rarefatta. Soltanto le scritte in sovrimpressione restano colorate: l'effetto finale fornisce al telespettatore una sorta di straniamento, come se si stesse assistendo ad un reperto storico, a un documentario. E un documentario è davvero, quest'Italia del karaoke, a cavallo tra intrattenimento e ideologia. Un fenomeno di massa va sempre spiegato, è semplicistico dire, come si faceva allora, che la gente si rimbambiva davanti alla possibilità di apparire in televisione. Questa è un'ipotesi sempre allettante, esaltata anzi da questi ultimi anni di video. Ma Fiorello stesso, certo prò domo sua, dava anche un'altra semplice giustificazione del successo ottenuto dal programma, e ce l'ha ricordata proprio martedì sera, davanti al Duomo di Prato, con un gruppo di ragazzotti che cantavano tutti piuttosto bene. Sosteneva il presentatore che molti in quel momento criticavano il «Karaoke», manifestazione irrispettosa dato il momento che stava attraversando l'Italia (era il periodo d'oro di «mani pulite»). Il Fiorello-pensiero diceva invece al suo pubblico che proprio per questo loro facevano la trasmissione, per dimostrare che «c'è un'altra Italia, un'Italia che sa affrontare i problemi con il sorriso», perché un sorriso manda avanti il mondo. Retorica, semplicismo? Può essere. Anche ipocrisia, forse, speculazione sulla voglia di apparire del pubblico oltre che sui buoni sentimenti. Il programma replicato non sta ottenendo più successo: sarà l'estate, sarà che abbiamo ancora meno voglia di sorridere. Fiorello resta un cantante bravissimo, un intrattenitore rispettoso dei suoi ospiti. Un altro varietà sta riproponendo Raiuno: sono spezzoni, rimontati, di quel «Gran Casinò» condotto da Lino Banfi che era stato fermato senza troppi complimenti dal nuovo consiglio di amministrazione della Rai, in disaccordo col precedente. Siccome il varietà era impostato come una rivista all'antica maniera, i soldi buttati nell'etere erano stati moltissimi. E potevano pensarci prima, che il programma sarebbe venuto male. Adesso, rimontato così a «blob», ha ancora meno senso. Alessandra Comazzi
Persone citate: Alessandro Cecchi Paone, Don Bosco, Fiorellino, Lino Banfi
Luoghi citati: Italia
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