Doveva essere in carcere E' tornato ad uccidere

RIVOLUZIONE SOSPESA TRA E BANCHI Taranto, preso l'omicida della pensionata. Aveva partecipato al delitto di un'altra anziana nel '95 Doveva essere in carcere E' tornato ad uccidere TARANTO. Condannato a sei anni di reclusione per avere partecipato nel '95 all'omicidio di una pensionata (strangolata), è rimasto in carcere solo otto mesi, prima che venisse emessa la sentenza. E due giorni fa si è ripetuto. Ha ucciso un'altra pensionata (a coltellate). Si chiama Giuseppe Tinelli, ha 20 anni, non ha un lavoro, vive di furtarelli: è l'assassino di Maria Valente, l'ottantatreenne sgozzata nella sua casa di Palagiano martedì, in pieno giorno. Il delitto si è risolto in tempi inaspettatamente veloci, meno di 24 ore, e con una sorpresa: Tinelli doveva essere in galera. Quando l'hanno portato in caserma, il magistrato l'ha guardato stupito e ha chiesto ai carabinieri: «Ma non doveva essere dentro?». Il sostituto procuratore Micolangelo Ghizzardi ricordava l'arresto di due anni fa. Ma Giuseppe Tinelli, nonostante la condanna, era libero. Dopo gli otto mesi di custodia cautelare e la sentenza, i giudici, revocando la misura cautelare, l'avevano messo fuori in attesa del terzo grado di giudizio. Una decisione che Ghizzardi commenta polemicamente: «Voglio sottolineare - dice - che Tinelli ha un precedente specifico. Era stato condannato ed era già in libertà. Ciò mi ha sorpreso. Né io né i miei colleghi siamo giustizialisti, ma per un rigore garantista. In questo caso si è andati oltre il garantismo e si è disatteso il rigore. Una persona riconosciuta colpevole di omicidio deve scontare la pena. Se Tinelli fosse rimasto in carcere, questo delitto non ci sarebbe stato». La sentenza del tribunale dei minorenni fu emessa il 9 dicembre scorso. Condanna per Tinelli, reo confesso, e per un altro minore (5 anni e libertà). E' ancora sotto processo Vincenzo Dinvito, 30 anni, accusato di essere stato l'autore materiale del delitto. Libero, martedì mattina Tinelli ha ucciso. Abitava a due passi dalla vittima, come viveva vicino alla casa di Celestina Commessatti, la donna di 73 anni che nel '95 - era il 13 agosto lui e altri due amici tentarono di rapinare e uccisero per portarle via 150 mila lire. Tinelli faceva il palo. Ma stavolta il coltello l'ha usato lui. E' entrato in casa di Maria Valente - erano le 11 - si è nascosto dietro una tenda, poi, quando la donna l'ha scoperto e ha cominciato a urlare, le ha messo una mano sulla bocca, ha preso da una tasca un coltello da cucina: una decina di colpi alla gola prima di rivoltare cassetti e svuotare armadi. Cercava i soldi. Ha portato via qualche oggettino senza valore, ma lasciando dov'era un borsellino con 50 mila lire. Il delitto si è risolto rapidamente per una intuizione dei carabinieri. I quali, vedendolo gironzolare in paese poche ore dopo l'omicidio, hanno deciso di fermarlo per fargli alcune domande. Tinelli ha fornito il suo alibi: «A quell'ora ero a casa, dormivo». Dormire, alle 11 del mattino? La casa è un tugurio in cui Tinelli vive con una donna incinta di 4 mesi. Ma lui alle 11 non c'era. Messo in cella di sicurezza, i carabinieri l'hanno fatto uscire alle 18. Per una decina di ore è stato interrogato. Era notte fonda quando ha confessato. L'omicidio è stato così ricostruito. E' avvenuto poco prima che il figlio di Maria Valente, Mario, arrivasse, trovandola morta. Approfittando della porta socchiusa e della distrazione della padrona di casa, che era in un'altra stanza, Tinelli è entrato nel miniappartamento. Sperava di trovarci chissà che. Maria Valente l'ha scoperto quasi subito. Molto probabilmente ha tentato in tutti i modi di chiedere aiuto, ma il giovane l'ha bloccata e, con un coltello da cucina che aveva in tasca (ma che i carabinieri non hanno ancora ritrovato) l'ha colpita. Poi si è lavato le mani e ha cercato i soldi. E' probabile che, uscendo dall'abitazione, qualcuno lo abbia visto o quantomeno ne abbia scorto la sagoma. Per molti versi simile a una decina di delitti avvenuti in Puglia, 5 dei quali (irrisolti) potrebbero far pensare a una sola mano - la mano di un ipotetico serial killer - questa storia è un'altra cosa. Forse, anche peggio. Tonio Aitino

Luoghi citati: Palagiano, Puglia, Taranto