Napoli arresti domiciliari per Gava di R. I.

Pressioni su un teste Pressioni su un teste Napoli, arresti domiciliari per Gava NAPOLI. La vicenda è sempre quella delle «pampuglie», ovvero le briciole secondo la pittoresca espressione dialettale con cui Antonio Gava avrebbe commentato l'entità della tangente (300 milioni). Per quella storia di appalti e mazzette, versate dieci anni or sono per la realizzazione di un ospedale nella penisola sorrentina, credeva di avere già pagato un prezzo salato, come cinque anni di reclusione inflitti nel maggio scorso dal tribunale di Torre Annunziata. Ma ieri notte la polizia ha bussato di nuovo alla sua porta ad Arcinazzo, provincia di Prosinone - intimandogli di non uscire di casa: i giudici hanno disposto gli arresti domiciliari nell'ambito di un procedimento scaturito proprio dall'inchiesta sull'ospedale di Vico Equense. Si tratta di un provvedimento cautelare originato dal presunto tentativo di Gava d'indurre un testimone a ritrattare le accuse. L'uomo avrebbe dovuto giurare che Gava non aveva mai visto quei soldi, sconfessando così le dichiarazioni dell'assessore regionale Armando De Rosa. «E' una decisione vergognosa perché non ha nessuna utilità per la cosiddetta cautela processuale e perché il mio assistito è in precarie condizioni di salute», ha replicato l'avvocato Carlo Taormina, legale dell'ex ministro. [r. i.]

Persone citate: Antonio Gava, Armando De Rosa, Carlo Taormina, Gava

Luoghi citati: Arcinazzo, Napoli, Torre Annunziata