Una catena di morte sulle nevi del Bianco

Da sabato le vittime sono diciassette, gli alpinisti traditi dal ghiaccio reso instabile dal caldo Da sabato le vittime sono diciassette, gli alpinisti traditi dal ghiaccio reso instabile dal caldo Una catena di morte sulle nevi del Bianco Sei cadaveri recuperati ieri sul versante francese CHAMONIX DAL NOSTRO INVIATO Blu impensabile dopo le bufere di neve, tanto che il Monte Bianco stracarico di neve sembra una nube. Blu che ha richiamato gli alpinisti fermi da giorni, ma che li ha traditi: quattro morti ieri mattina, due nel buio delle 3,30, due alle 7, quando il sole già indorava il Bianco. Traditi soprattutto dalla sicurezza che dà la neve gelata. Altri due corpi, degli inglesi dispersi dal 10 luglio, sono stati recuperati poi sul più piccolo ghiacciaio del versante francese, U Glacier Ronde, ai piedi dell'Aiguille du Midi, la montagna da cui sono precipitati lunedì i tre alpinisti toscani. Bilancio tragico in pochi giorni: 17 morti sul massiccio del Monte Bianco. «Non è straordinaria come cifra in sé, ma lo è per il poco tempo in cui tutto è accaduto. Neve e nubi avevano frenato gli alpinisti che dallo scorso fine settimana hanno invece ripreso le "courses"», dice il vicecomandante del plotone di alta montagna della Gendarmerie Pierre Faussurier. I morti non hanno ancora nome, di uno non si sa neppure la nazionalità. Ed è stato strappato nella notte dalla montagna da un altro alpinista che gli è piombato addosso dal couloir de Couturier, un canalone verticale gelato che s'infila nella Ovest dell'Aiguille Verte fino alla vetta, a 4102 metri. Franz Joseph non vuole parlare con i giornalisti, lui è il superstite di questa sciagura, ina il suo amico, Hans Simons, 30 anni, di Innsbruck, se n'è andato giù per quel canale per 600 metri. Non è Franz che ha dato l'allarme, ma altri alpinisti che erano impegnati sulla Verte, ma molto più in basso. Nel silenzio delle 3,30 hanno visto due piccole luci venir giù come «stelle cadenti», erano le pile frontali degli scalatori nel vuoto. Hans chissà come è scivolato. Non era legato con Franz. Erano a" 200"mètri dalla vetta e avevano appena superato l'alpinista solitario. Avevano fretta, volevano evitare che il sole li raggiungesse nel punto più critico e che potesse respingerli sciogliendo la neve. Poco dopo Hans è caduto e in quel buio il solitario climber non ha potuto far altro che bloccarsi e sperare che quel corpo ormai impossibile da fermare gli passasse accanto. Così non è stato: un abbraccio mortale li ha precipitati nel vuoto. Franz è rimasto lassù, ha infilato una vite da ghiaccio e si è legato. Alle 5 l'elicottero rosso della protezione civile francese con i gendarmi-guida sopra lo hanno soccorso: era sotto choc. Poi il recupero di Hans e dello sconosciuto. «Si erano salutati... mi sembra impossibile», ha detto Franz. Due ore più tardi nuova chiamata di soccorso: arriva dal Cosmiques, rifugio non lontano dal Mont Blanc du Tacul (4218 metri). Proprio sulla Nord del Tacul, la «via» normale, è accaduto il secondo incidente: altri due morti, altro volo di parecchie centinaia di metri. Un americano e un francese di Brest (Normandia). Traversavano sotto il grande «muso» a 3800 metri di quota. «Un errore tecnico», dice ancora Faussurier, li ha gettati oltre un gobbone candido che sbarra lo sguardo sul baratro. Dopo 400 metri uno dei due si è infilato nel grande crepaccio terminale, l'altro ha proseguito sul ghiaccio proiettato in alto come un pendolo. L'elicottero è partito dall'han¬ gar di Les Bois di Chamonix alle 7,30, ma i gendarmi hanno impiegato un'ora e mezzo per recuperare quei corpi. E già davano le informazioni per poter intervenire mille metri più in basso, dove avevano visto le salme di altri due scalatori ghermiti da una valanga sub"Aiguille du Midi. Verricello e scale di corda e alluminio per infilarsi nel crepaccio e recuperare il francese. Poi giù all'hangar e di nuovo in alto su quel terrazzo candido del Glacier Ronde. Lì la furia della bufera aveva «posato» John Dominique Green, 25 anni, e Arne van der Zwan, di 23, studenti universitari di astrofisica di Leeds, in Inghilterra. A Chamonix il padre di Dominique e gli amici di Arne avevano già pronti i manifesti con le loro foto per lanciare l'allarme della loro scomparsa, Marion De Laury, 23 anni, fidanzata di Dominique, dice: «Erano bravi in montagna, venivano spesso qui». Poi nasconde il viso tra le mani e lascia la gendarmerie. Gendarmi che accolgono cronisti, cameramen e fotografi, ma che trattengono a fatica il loro do¬ lore. Al primo piano, nel grande salone «operativo», le finestre sono oscurate e la bandiera francese copre la bara di uno di loro, una grande guida, Régis Michoux, 40 anni, travolto da una valanga al canalone Whymper dell'Aiguille Verte in quel tragico lunedì in cui sono morti i tre toscani sullo sperone Frendo dell'Aiguille du Midi. «La montagna è un sentiero che porta in paradiso, ma basta un passo falso per trovarsi all'inferno», dice Faussurier. Enrico Martinet Gli scalatori erano tutti stranieri Uno di loro cadendo ne ha travolto un altro I testimoni: nel buio abbiamo visto precipitare come stelle cadenti le luci delle loro pile LO ZERO TERMICO'SUL BIANCO A LUGLIO 11 Lo «zero termico» è il terminerà 'che indica il punto di congelamento dell'acqua e per ali alpinisti è un parametro ' da considerare per valutare la consistenza della neve. Ma >è un'indicazione teorica. Può capitare che, in caso di forte nuvolosità e quindi in presenza > di elevata umidità o in zone sottovento, a 0 gradi non si verifichino gelate. Per questo » in condizioni di «zero termico» in alcune zone le ascensioni alpinistiche possono ritenersi 'sicure e in altre risultare estremamente pericolose (GIORNATE SOLEGGIATE) qqqq mf 3200 mi 2500 mt Di notte: 2500 metri Di giorno: oscilla tra t 3200 e i 3300 metri, con punte record di 4000 {5 giorni fa) le ore crìtiche per il rischio di distacco di neve: tra le 11 e le 20 Ore di maggior temperatura: tra le 13 e le 15 Il ghiacciaio del Monte Bianco. Nel massiccio sono morti diciassette alpinisti in meno di una settimana

Persone citate: Blanc, Bois, Enrico Martinet, Franz Joseph, Frendo, Hans Simons, John Dominique Green, Marion De Laury, Mont, Whymper

Luoghi citati: Brest, Inghilterra, Innsbruck, Luglio, Normandia