Netanyahu furioso con Arafat «Le dispiace? Non basta più»

Netanyahu furioso con Arafat «Le dispiace? Non basta più» TELEFONATA TUA I LEADER Netanyahu furioso con Arafat «Le dispiace? Non basta più» GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO La telefonata del leader palestinese Yasser Arafat a Benjamin Netanyahu è arrivata quando ancora le ambulanze stavano portando via i feriti straziati delle bombe. Ma alle parole di cordoglio per le vittime dell'attentato che ha colpito il mercato di Mahane Yehuda sono seguiti i toni duri del premier israeliano. «Il primo ministro - ha riferito il portavoce di Netanyahu, Shai Bazak, in una dichiarazione alla radio dello Stato ebraico - non ha potuto non sottolineare che manifestare dispiacere non è sufficiente, e ha chiesto ad Arafat di passare immediatamente all'azione contro tutte le organizzazioni terroristiche e le loro strutture». Subito dopo la telefonata con Arafat, il premier israeliano ha convocato una riunione straordinaria del governo. Quindi si è precipitato in uno degli ospedali in cui sono stati ricoverati i feriti. Qui, circondato dal dolore e della rabbia di chi aveva il figlio, la madre, un parente che lottava con la vita Netanyhau ha ancora lanciato il suo monito al leader palestinese. «Lo Stato di Israele - ha detto - si aspetta che Arafat e il suo esecutivo comincino a combattere il terrorismo come si supponeva che facessero e come non hanno fatto finora». Dopo avere ancora ribadito che le parole di cordoglio oramai non bastano più, il primo ministro ha affermato: «Quello che ci attendiamo sono i fatti». E' stata poi la volta di uno stretto collaboratore di Netanyahu, David Bar-Illan: ha ricordato che per il governo israeliano «gli attacchi terrò- ristici non sono compatibili con il processo di pace». «Non si- può continuare con le trattative mentre avvengono cose del genere e l'Autorità palestinese non fa nulla per evitarle», ha concluso. E sul processo di pace ha voluto ancora parlare Nabil Shaath, capo dei negoziatori palestinesi, che ha evidenziato come quest'ultimo «atto criminale» sia stato compiuto nel momento in cui si era aperta «una possibilità di riprendere le trattative». Durante la visita all'ospedale, Netanyahu ha inoltre accusato l'Autorità nazionale palestinese di essere responsabile della scarcerazione di decine e decine di terroristi. «Centicinquanta elementi della Jihad islamica e di Hamas sono stati liberati come animali selvaggi, liberi di vagare per le nostre città e le nostre strade e commettere questi barbari atti - ha elencato il premier israelia¬ no -. Ci aspettiamo che questi terroristi vengano catturati e le loro armi sequestrate». Ha poi concluso annunciando che il suo governo «prenderà i provvedimenti necessari». Immediata la risposta del presidente dell'Anp Yasser Arafat, apparso alla televisione israeliana: «Condanno senza riserve questi atti terroristici perché sono diretti contro il processo di pace, contro i palestinesi e contro gli israeliani - ha detto -, Faremo tutto quanto è in nostro potere per fare fronte a queste attività terroristiche e ai gruppi dediti al terrorismo». Su tutto il territorio dell'Autonomia è stato proclamato lo stato di emergenza. Arafat ha inoltre «ordinato l'arresto degli attivisti di gruppi estremisti, inclusi Jihad islamica e Hamas». L'impegno a garantire la sicurezza di Israele dopo il massacro al mercato di Geru- salemme, il leader palestinese l'ha ribadito poco più tardi al segretario di Stato americano Madeleine Albright. E' stata la stessa Albright a confermarlo dall'aereo che la riportava negli Stati Uniti dall'Asia: «Mi ha detto che condanna l'attentato e che sta facendo il possibile per ripristinare la sicurezza». Quanto alla reazione di Netanyahu, il segretario di Stato Usa ha riferito di aver avuto rassicurazioni dirette. «Abbiamo discusso dell'importanza di tornare al processo di pace, e io l'ho invitato a farlo. Lui mi ha detto che comprende l'importanza di questo e che intende farlo». Egitto e Giordania, i due Paesi arabi che hanno già raggiunto un accordo di pace con Israele, hanno espresso ieri pomeriggio ferma condanna all'attentato. «Le perdite di vite umane sono estremamente deplorevoli», ha detto il ministro degli Esteri egiziano Amr Moussa. Ma ha aggiunto che «l'attuale stato di delusione nato per il gelo nel negoziato di pace non può che portare ad una esplosione». Per Amman l'attentato è «un atto terrorista vile, contro innocenti, a prescindere dai motivi che l'hanno ispirato». La Lega araba al Cairo ha affermato che la strage «è dovuta all'intransigenza della politica di Netanyahu». Dalla Siria dove ha sede, il Fronte democratico di liberazione della Palestina guidato da Nayaf Hawatmeh ha commentato che «Netanyahu è completamente responsabile del ciclo di violenza e contro-violenza dovuto alla sua politica espansionista di insediamenti». Claudia Ferrerò Il premier: «Voi dell'Anp avete da poco tempo scarcerato 150 di quei criminali» La Albright: «Yasser s'è impegnato con me a garantire la sicurezza degli israeliani» «E' ora che passiate all'azione contro gli estremisti sul vostro territorio» u , MEKOft *H 7 KEREM AVRAHAM \ ZIKHRON \ MOSHE Mercato di MAHANE YEHUDA P*5 m OVEST • 1/ I Orrore, grida, sangue e i primi soccorsi nell'affollato mercato ortofrutticolo di Gerusalemme dopo le esplosioni