«Mostra per pochi intimi»

«Mostra per pochi intimi» il caso la capitale delle stufe Meno visitatori a Castellamonte, ma gli organizzatori replicano: «E' la strada giusta» «Mostra per pochi intimi» Nel mirino le scelte artistiche di Biffi Gentili CHE la mostra ceramica a Castellamonte dovesse innescare polemiche e malumori era nel conto quando la regia venne affidata ad uno dei maggiori esperti nazionali del settore, Enzo Biffi Gentili. Tanto vale fare subito nomi e cognomi e dire magari che in loco l'esposizione così com'è stata concepita e risolta piace a scartamento ridotto. Dipende dal tipo di approccio che si ha con la manifestazione in coreo (chiuderà il 7 settembre), con il progetto che la Regione ha fatto proprio e il cui obiettivo era (ed è) di elevare Castellamonte a «polo» di arte applicata all'industria rientrante in un allargato disegno di rilancio di languenti vocazioni artigianali locali. Si è, come si sussurra, proceduto per eccesso? Troppo «alta» la qualità o criptico il messaggio culturale? Discutiamone. C'è chi rileva la scarsa affluenza di pubblico. E' vero. Ma è anche vero che si è anticipata l'inaugurazio- ne e che non è possibile fare paragoni statistici e non è detto che nei prossimi giorni il pubblico snobbi un appuntamento che è tra i più stimolanti di questa stagione non solo piemontese. Sono i mille, due mila biglietti in più o meno che fanno la differenza? O non si tratta invece di capire gli obiettivi? Le stufe nobilissime, le terraglie di tradizione sono punti forti della genialità locale e nessuno lo mette in dubbio. Ma attraverso quali canali di comunicazione e di commercializzazione è possibile trasformare un artigianato di qualità tuttavia arrancante in un modello industriale capace di diventare volano di occupazione? La crisi settoriale ceramicola in un Canavese tormentato da altre sconfitte più o meno industriali deve pur indurre a riflettere sulle vocazioni e sulle prospettive. Questa mostra, così come è stata voluta ha alcuni punti di incontestabile forza: dimostra che la ceramica è arte di qualità (come è visibile nella Rotonda Antonelliana); che Castellamonte è città di tradizione ceramica come confermano gli stand dedicati alla produzione locale; che la ceramica ha un futuro «forte» nelle applicazioni di decorazione, design, architettura come dimostra lo stand della Sire invitata non a caso. Ritrovarsi a Castellamonte, dunque, in questi giorni mettendo ai bando i mugugni per capire, insieme, che la polemica è necessaria ma che la mostra vale la pena di essere visitata oltre che discussa. L'occasione è ghiotta perché il percorso, che si snoda tra la «ceramica eccentrica», il singolare omaggio al torinese Victor Cerreto che dopo Castellamonte sarà meno ignoto, il mondo fiabesco di Melandri, Ontani e via elencando, la raffinata sezione dedicata a Umberto Mastroianni ha un fascino e indica un orizzonte meno precario dell'attuale, [p. p. b.] Il progetto della chiesa che Castellamonte aveva commissionato all'architetto Alessandro Antonelli Venne costruita solo la Rotonda che anche quest'anno ospita la rassegna della ceramica d'arte con un confronto fra le produzioni italiane e francesi

Persone citate: Alessandro Antonelli, Biffi Gentili, Enzo Biffi Gentili, Melandri, Ontani, Sire, Umberto Mastroianni, Victor Cerreto

Luoghi citati: Castellamonte