DEL PIERO«Vìncerà ancora la fantasia»
Si confessa l'asso juventino, destinato ad essere sempre messo in discussione Si confessa l'asso juventino, destinato ad essere sempre messo in discussione «Vìncerà ancori kfantasia» CHATILLON DAL NOSTRO INVIATO L'estate del Talentino è densa di progetti ambiziosi e di pensieri confusi. E' così da quattro anni. Nel diario di Del Piero ci sono pagine bianche che il fantasista della Juve vorrebbe riempire di storie bellissime, di avventure mdimenticabili. Ci riuscirà? Alex ha smesso da tempo di sognare, non di sperare che la ruota giri nel senso giusto così da non essere più uno che deve rimettersi in discussione. Del Piero, quanto le pesa essere sempre quello che deve dimostrare qualcosa? «Se sia giusto non posso dirlo io che sono di parte. Di sicuro ricomincio quasi da zero. La concorrenza non manca e io non mi sento un titolare inamovibile. Mi impegno e basta». Dicono che Inzaghi sia già un titolare, lei forse. Non s'arrabbia, non pensa che andarsene non sarebbe scandaloso? «Io cerco di fare di tutto per diventare sempre più importante: a volte ci riesco, a volte no. Non decido per gli altri. Sono qui da 4 anni e il rapporto è buonissimo. Se poi giocherò molto o poco significa che avrò meritato una cosa o l'altra. Non posso essere arrabbiato, anche se mi spiace» A Monaco, però, la delusione fu grossa. Ricorda? «Sì ero molto incavolato. Oltre alla rabbia per essere rimasto fuori si è aggiunta anche la delusione per la sconfitta». Nella prima amichevole si è riproposto come punta vera. «Se è avvenuto, è stato per caso. Non mi sono messo in testa di fare soltanto certe cose e altre no. Gli assist sono importanti, anche se la gente si ricorda soprattutto di chi segna. Detto questo, è ovvio che non mi spiacerebbe fare più gol». Lei è il campione delle reti storiche, ma in campionato spesso si è smarrito. «Ho vissuto momenti particolari come ruolo e come condizione. Anche per questo ho imparato che il gol non deve essere un assillo. Comunque l'anno scorso ho saltato quattro mesi per infortunio e poi c'è stato l'adattamento al rientro. Ora spero di stare bene, è la prima cosa». La Juve ha cambiato meno delle sue rivali storiche. Adesso non è più la numero uno al mondo? «Non lo eravamo neppure all'inizio della scorsa stagione, poi lo siamo diventati. Mantenere la stessa intelaiatura dell'anno prima è importante all'inizio, ma chi cambia poco non è per forza avvantaggiato sugli altri. Le nostre avversarie si sono rinforzate moltissimo. Dico Inter, Milan e Lazio, anche se non è il numero di giocatori che hai che fa vincere. E poi c'è il Parma, che non avrà più quei due mesi balordi in avvio di stagione». Le piacciono i nuovi arrivati? «Inzaghi gioca come ha sempre fatto, Fonseca anche. Se tutti confermeranno le loro caratteristiche avranno già fatto un'ottima stagione». Le scelte della società la condizioneranno? «Ci sarà spazio per tutti, anche per Amoruso e Padovano. Il mio gioco sarà il solito, anche se sarà difficile avere la forza di penetrazione che garantiva Boksic». E' ovvio che sarà una Juve più tecnica e meno potente. «Dovremo sfruttare le nostre nuove prerogative. Ma la tecnica è da sempre alla base di tutto. Anche se la preparazione fisica è importante. Ventrone sa come la penso. Se si gioca in maniera più rapida, ci vuole anche maggior tecnica. Cari Lewis non può giocare a calcio. Se si trattasse soltanto di portare il pallone da una porta all'altra nel minor tempo possibile lui sarebbe il migliore al mondo». L'interista Djorkaeff è già un peso per Simoni. I fantasisti sono sempre in crisi? «Come al solito siamo messi in discussione. Eravamo quelli che davamo qualcosa di più, ora pare che siamo diventati un peso». Il tridente in soffitta. E' d'accordo? «Punteremo sul 4-4-2, orli mai è chiaro. Per noi attaccanti cambia poco perché ultimanente abbiamo usato pochissimo quella formula. Fonseca nella Boma non ha mai giocato con quell'assetto tattico. Quanto ad Inzaghi, a Bergamo era da solo e se ha accanto anche una sola punta è già un vantaggio». Ma lei si sente più forte di Ronaldo? «Non so. Di sicuro lui deve affermarsi anche in Italia». Fabio Vergnano «In questa squadra c'è spazio per tutti anche se sarà difficile avere la stessa forza di penetrazione garantita da Boksic» «Vìncerà ancori kfantasia» bettega a chatillon 1w «Il Comunale, o uno stadio nuovo» HATILLON. Da ieri i giocatori della Juve ono sorvegliati attentamente anche da Betga. Il vice presidente è salito in ritiro e riarrà fino a domani per assistere alla secona amichevole, sempre contro i dilettanti del allèe d'Aoste. Bettega ha parlato del proema stadio: «Tutto è rinviato a settembre, uando inizieremo la trattativa per il Comuale. Se non sarà possibile ristrutturare il ecchio impianto, dovranno indicarci un'aa in cui costruirne uno nuovo. E nello steso tempo dovremo trovare la zona migliore er far sorgere il nostro centro sportivo». Bettega ha sottolineato con soddisfazione come gli abbonamenti vadano a gonfie vele. E' già stata superata quota trentamila. I prezzi ribassati? Ha spiegato il vicepresidente: «Era il momento giusto per fare questa scelta. Gli incassi degli abbonamenti non sono più una voce determinante nel nostro bilancio. E poi è più piacevole vedere sempre lo stadio pieno». Ieri è stato suggellato il matrimonio fra la Juve e la Francorosso, che da questa stagione e per 3 anni si occuperà dei viaggi della squadra, sostituendo la Ventana. [f. ver.] Per adesso nella nuova Juventus non si parla di «tridente» Foto sopra: il tecnico Lippi inor tempo possibile lui sarebbe migliore al mondo». L'interista Djorkaeff è già un peso per Simoni. I fantasisti sono sempre in crisi? Come al solito siamo messi in dicussione. Eravamo quelli che daamo qualcosa di più, ora pare che amo diventati un peso». Il tridente in soffitta. E' d'accordo? «Punteremo sul 4-4-2, orli mai è chiaro. Per noi attaccanti cambia poco perché ultimanente abbiamo usato pochissimo quella formula. Fonseca nella Boma non ha mai giocato con quell'assetto tattico. Quanto ad Inzaghi, a Bergamo era da solo e se ha accanto anche una sola punta è già un vantaggio». Ma lei si sente più forte di Ronaldo? «Non so. Di sicuro lui deve affermarsi anche in Italia». Fabio Vergnano Per Del Piero una stagione decisiva: «Ma il gol non deve essere un assillo» IllliÉ KM Per adesso nella nuova Juventus non si parla di «tridente» Foto sopra: il tecnico Lippi Per Del Piero una stagione decisiva: «Ma il gol non deve essere un assillo»
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