E'legge l'Authority per le Tlc

Con il «sì» del Senato si spiana la strada per la privatizzazione di Telecom Con il «sì» del Senato si spiana la strada per la privatizzazione di Telecom l'legge l'Authorify per le Tic Rifondazione chiede un incontro a Prodi e impone il suo stop alle vendite di Stato ROMA. Il testo che istituisce l'Authority per le telecomunicazioni diventa legge e spiana la strada alla privatizzazione della Stet. Con il voto favorevole della maggioranza, compresa Rifondazione, e l'astensione del Polo, la commissione Trasporti del Senato ha votato ieri pomeriggio in sede deliberante il disegno di legge che era stato già approvato alla Camera ha assunto forza di legge, archiviando in questo modo la legge Mammì del '90. L'Authority sarà un organismo indipendente che vigilerà sulle comunicazioni, divisa in due commissioni, una per le reti con competenze tecniche, l'altra per i servizi e i prodotti che assolverà gran parte delle attuali funzioni del Garante. Sarà composta da nove membri, otto nominati dal Parlamento, uno, il presidente, dal governo. L'Authority potrà operare anche in sede congiunta, con compiti propositivi, regolamentari e di verifica delle posizioni dominanti. Dovrà regolare i rapporti tra gestori di reti e servizi verificando che i primi garantiscano i diritti di interconnessione e di accesso alle infrastrutture. Entro l'aprile del prossimo anno dovrà varare un piano frequenze. Avrà competenza sia sul settore televisivo sia sulle telecomunicazioni. Tra gli «effetti collaterali» della legge anche la trasformazione del ministero delle Poste e Telecomunicazioni in ministero delle Telecomunicazioni. Sulla scelta della città nella quale dovrà avere sede l'Authority (la battaglia è tra Torino e Napoli) tre senatori deUa maggioranza hanno presentato un ordine del giorno per chiedere al governo che la città, sia prescelta sulla base di criteri oggettivi indicati nei progetti presentati dalle anuninistrazioni locali, piuttosto che attraverso pressioni politiche. «Sono molto soddisfatto - commenta l'approvazione da parte del Senato il ministro delle Poste Antonio Maccanico - questa legge, più il regolamento di recezione di tutte le direttive comunitarie, pongono l'Italia all'avanguardia in Europa nel campo delle telecomunicazioni». La prossima scadenza, spiega il ministro, sarà l'istituzione dell' Authority a settembre: «La liberalizzazione - ha osservato Maccanico - sarà un fatto importante, se poi si aggiunge la privatizzazione della Stet si vede che il panorama delle telecomunicazioni in Italia cambierà radicalmente». Alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre, ricorda ancora Maccanico, verrà affrontato il cosiddetto disegno di legge 1138, e cioè la legge di sistema sull'emittenza. Commenti positivi arrivano anche dai soggetti interessati alla riforma. Mediaset esprime soddisfazione per il fatto che «il Parlamento abbia approvato entro il termine previsto nel dicembre scorso la legge sul sistema televisivo» anche perché «sicuramente questo è un elemento che offre maggiori certezze all'attività futura di Mediaset». «Grande soddisfazione per il lavoro svolto dal Parlamento», arriva dal presidente di Telecom Italia e dall'amministratore delegato Tomaso Tommasi di Vignano. Con l'approvazione dell'Authority, infatti, può andare avanti il processo di privatizzazione della Telecom, di cui il Tesoro controlla il 44,71%. Un'operazione che, secondo i prezzi di Borsa, si aggira su un importo di oltre 25.000 miliardi. Programmata per l'autunno, la dismissione prevede sia la formazione di un nucleo stabili di azionisti che il lancio di un'offerta pubblica di vendita destinata ai risparmiatori ed agli investitori italiani ed internazionali. Ma sulla strada delle privatizzazioni sembra sorgere di nuovo l'oe- stacolo di Rifondazione. Il responsabile economico del partito Nerio Nesi ha annunciato di aver chiesto e ottenuto un incontro sul tema con il governo, che è in programma per i primi di settembre. «Ma fino ad allora voteremo contro qualsiasi prowedimento relativo alle privatizzazioni, sia alla Camera, sia al Senato». «C'è una nostra presa di posizione generale - dice Nesi - sulla vendita, che si va intensificando, di beni di proprietà dello Stato» E come prima dimostrazione di questa linea ieri Rifondazione, con il suo voto contrario, ha fatto sì che la commissione Trasporti del Senato desse un parere negativo, sebbene non vincolante, sulla privatizzazione degli Aeroporti di Roma. [r. e. s.] Il ministro delle Poste e Telecomunicazioni Antonio Maccanico

Persone citate: Antonio Maccanico, Maccanico, Mammì, Nerio Nesi, Nesi, Tomaso Tommasi

Luoghi citati: Europa, Italia, Napoli, Roma, Telecom, Torino