L'orrore in scena tra le mura domestiche

13 Le piccole sono finite nelle mani di una banda di pedofìli che si fìngevano gente perbene I/orrore in scena tra le mura domestiche Monza: tre sorelline violentate anche dalla mamma MONZA NOSTRO SERVIZIO Lo chiamavono lo «zio dei giochi» perché era lui che nel retrobottega del suo negozio di abbigliamento nel cuore della Brianza per bene costringeva tre sorelline di tenera età, fighe della sua impiegata, a partecipare a giochi erotici morbosi che si spingevano fino alle torture. La madre delle tre piccole sapeva, partecipava e approvava. Dice di avere taciuto per paura, ma nessuno le crede. Gli investigatori sostengono che è una giustificazione di comodo, perché avrebbe potuto denunciare le sevizie, ma non l'ha fatto. Alle orge partecipavano anche la moglie del titolare del negozio, il figlio e lo zio paterno delle bambine. Ora i violentatori sono in carcere a Monza e l'accusa è violenza sessuale su minori con tutte le aggravanti del caso. Le bambine, invece, sono state affidate ad un istituto. La storia di abusi andava avanti da oltre 7 anni, quando la più grande delle tre sorelline, che oggi ha 10 anni, era stata portata per la prima volta nel retrobottega del negozio e iniziata ai giochi erotici. Stessa sorte con il passare del tempo è toccata alle altre sorelline, di 6 e 4 anni. Le bambine venivano seviziate dall'età di 2 anni. Il rito aberrante era sempre lo stesso: venivano portate nel retrobottega e violentate anche con l'uso di strumenti erotici e di animali. Una storia di sevizie con particolari raccapriccianti che gli investigatori hanno stentato a credere quando, a gennaio, hanno avviato le indagini. La denuncia era arrivata da una persona, sulla quale viene mantenuto il più stretto riserbo. Le indagini sono durate per 7 mesi prima di arrivare a raccogliere tutte le prove. La madre, rinchiusa in una cella del carcere di Monza, continua a ripetere che è innocente, ma il sostituto procuratore, Salvatore Bellomo, e il Gip, Patrizia Gailucci, non le credono. La donna sostiene di essere stata costretta con la forza, di essere stata minacciata di morte e picchiata dal titolare del negozio, di non avere avuto via di scampo per strappare le sue fighe dagli orrori di quel retrobottega. «Se voleva, avrebbe potuto denunciare i pedofili. Non ci troviamo di fronte ad una storia di violenza maturata nel degrado. La donna sapeva che cosa stavano facendo alle sue fighe, ma ha taciu¬ to. Non aveva grossi problemi economici per lasciare il lavoro e continuare a vivere dignitosamente», hanno spiegato gli agenti della squadra antiviolenza del commissariato di Monza. Il primo ad essere arrestato è stato il titolare del negozio, P. N., 55 anni, che ha reso piena confessione al magistrato. Le ultime indagini hanno invece portato all'arresto, una settimana fa, della moghe del commerciante, N. C, 45 anni, del figlio, 25 anni, disoccupato che saltuariamente dava una mano ai genitori, della madre delle sorelline, una trentacinquenne separata dal marito e commessa nel negozio. Il padre delle bambine era all'oscuro di tutto. Vedeva le fighe nei giorni stabiliti dal giudice e non era mai riuscito a notare nulla di strano nel loro comportamento. Ma gli abusi sono stati confermati dalle visite pediatriche. Le bambine venivano seviziate con l'uso di strumenti erotici, costrette a guardare giornali e videocassette pornografiche e in più di un episodio a partecipare ad orge con il cane del commerciante. Le bambine, interrogate dagh psicologi, hanno raccontato, anche con disegni, che cosa accadeva. La più grande delle tre riusciva a capire cosa succedeva, ma aveva paura di parlare e subiva. Chiuse le saracinesche del negozio, al tèrmine dell'orario di apertura, il retrobottega si trasformava nel locale degli orrori. Era il titolare del negozio a dare il via alle orge che si trascinavano anche per ore. Le bambine tornavano poi a casa con la mamma, come nulla fosse successo, cenavano, andavano a dormire e il giorno dopo si recavano a scuola o all'asilo. Il pomeriggio lo passavano in negozio sotto l'occhio vigile della madre e la morbosa attesa dello «zio dei giochi». L'incubo poteva durare ancora degli anni se non fosse arrivata quella persona che ha posto fine alle sofferenze delle tre piccole. Silvia Masicci Stuprate da quando avevano tre anni, erano costrette a orge nel retrobottega in cui lavorava la madre

Persone citate: Patrizia Gailucci, Salvatore Bellomo, Silvia Masicci

Luoghi citati: Monza