« Cambiamo i Diritti umani» di Franco Pantarelli

Il premier malaysiano al vertice della Seato: «La Dichiarazione universale è imperialista» Il premier malaysiano al vertice della Seato: «La Dichiarazione universale è imperialista» « Cambiamo i Diritti umani» L'Asia sfida, la Albright si infuria NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Per difendere i diritti umani Madeleine Albright è disposta a tutto, perfino a cantare in pubblico. L'altro ieri a Kuala Lumpur, in Malaysia, durante la conferenza dei Paesi aderenti all'Asean, il primo ministro del Paese ospite, Mahathir Mohamed, se n'era uscito con la sparata che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo andrebbe rivista perché nel 1948 «fu formulata dalle superpotenze che non capivano le necessità dei Paesi poveri» e perché l'insistenza dell'Occidente perché tutti vi si adeguino è «oppressiva». Alla riunione, che per la verità era dedicata più ai problemi finanziari che attualmente scuotono i Paesi asiatici, era presente per l'appunto il segretario di Stato americano Albright e le parole di Mohamed sono state viste da tutti come una sorta di provocazione nei suoi confronti, anche perché lui, nella prima parte del suo discorso, si era lanciato contro gli «speculatori occidentali», responsabili dell'attuale crisi finanziaria e si era particolarmente soffermato su George Soros (il famoso finanziere americano) e le sue operazioni spericolate. Poi, sempre più preso dalla foga del discorso, Mohamed se l'era presa con gli interi Stati Uniti, «arroganti e inaffidabili», per concludere con un «abbiamo sofferto gli effetti del mondo bipolare, ma adesso sappiamo che il mondo unipolare non è migliore». La Albright, raccontano le cronache, sul momento non ha preso molto sul serio quel riferimento ai diritti umani e si è limitata a incaricare il suo vice per le questioni economiche, Stuart Eizenstat, di ribattere alle questioni, appunto, economiche. E lui aveva preso il podio con solennità per dire che Washington «non può restare indifferente di fronte alle strane accuse secondo cui un suo rispettato cittadino sta compiendo una specie di cospirazione finanziaria» e per dare una specie di lezione di politica finanziaria dicendo che «la speculazione, semmai, cavalca le crisi, non le crea». Siccome «non è nell'interesse di nessuno danneggiare le economie dei Paesi dell'Asean», era stata la conclusione di Eizenstat, sarà bene che tutti ci diamo da fare per far fronte alla crisi. Discorso chiuso? Neanche per idea. L'indomani, guardando i giornali di Kuala Lumpur, la Albright si imbatte in un titolone che dice: «Occorre una revisione delle Nazioni Unite, dice il Dottor M.» (che sarebbe il modo in cui Mahathir Mohamed viene chiamato nel suo Paese). Arrabbiatissima, incarica il suo portavoce, Nicholas Burns, di far sapere come la pensa. «La signora Albright dice il fido Burns - ritiene che sarebbe un grave errore considerare quei princìpi come un'imposizione dell'Occidente». Gli Stati Uniti «sono pronti a battersi senza tregua contro chiunque voglia cercare di annacquare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo». Poi, di suo, Burnes aggiunge: «I rapporti con la Malaysia sono importanti, ma è un po' strano che a una conferenza internazionale il capo del Paese ospite se n'esca con un pronunciamento come quello». Dato che la conferenza volgeva al termine e che quindi non c'erano più occasioni per parlare dal podio, le parole del portavoce erano tutto ciò di cui la delegazione americana disponeva per rintuzzare le affermazioni di Mohamed. Ma la Albright non era ancora soddisfatta e così ha approfittato della festa con cui la conferenza si è conclusa per dare un'altra botta. Vestita come Madonna in «Evita Perón», nella scena in cui canta «Non piangere per me Argentina», ha intonato la stessa canzone ma con parole composte da lei stessa: «Non piangete per me asiatici, la verità è che io vi ho sempre amato». Un successo strepitoso, dicono sempre le cronache. Franco Pantarelli Ma il Segretario di Stato: non potete annacquarli per le vostre peculiarità storiche Il segretario di Stato americano. Madeleine Albright ha avuto un duro confronto con i Paesi asiatici alla riunione della Seato

Luoghi citati: Argentina, Asia, Kuala Lumpur, New York, Stati Uniti, Washington