Doppio massacro di manager di Stato

Doppio massacro di manager di Stato RUSSIA Quattro assassinati tra Mosca e Pietroburgo Doppio massacro di manager di Stato MOSCA NOSTRO SERVIZIO Quattro-cinque colpi a bruciapelo nel petto, lo stridio delle gomme di una macchina che parte a tutto gas e un cadavere insanguinato rimasto sulle scale. Questa scena sta diventando sempre più comune a Mosca e nelle altre città russe, tanto da meritare ormai solo poche righe nelle colonne della cronaca cittadina. A cambiare è però la posizione delle vittime dei killer: sempre più spesso non sono boss mafiosi o commercianti ambigui, ma altolocati funzionari statali. Quella di ieri è poi stata una giornata d'eccezione: ben quattro cadaveri di dirigenti. Il primo delitto ha avuto come bersaglio illustre Jury Titov, presidente dell'azienda municipale «Glavmosstrqj», responsabile del 90 per cento dell'edilizia di Mosca. Un pezzo grosso, braccio destro del sindaco della capitale Jury Luzhkov, un uomo che distribuiva ogni anno appalti per 3 mila miliardi di lire. E' stato ucciso alle porte di ca- sa. Aveva preso l'ascensore, era salito al qumto piano e, quando le porte si sono aperte, è stato investito da una raffica di pallottole. Perdendo sangue da cinque ferite, è riuscito a scendere due rampe di scale per chiamare aiuto, ma non ce l'ha fatta. La polizia, arrivata sul posto, ha sentito della musica uscire da dietro le porte dell'appartamento di Titov. Dentro c'era 10 stereo acceso e, sul pavimento, un altro cadavere: quello di Vladimir Komissarov, ingegnere della «Glavmosstroj», con sei coltellate nel petto. Poche ore dopo un omicidio illustre è toccato a Pietroburgo. Anche qui due vittime: il direttore del porto della città Evghenij Khoklilov e il suo vice Nikolaj Evstafiev. Stesso metodo: i due sono stati sorpresi all'uscita dall'ufficio con una pioggia di rivoltellate, un caricatore intero. Come a Mosca, gli assassini si sono dileguati nel nulla. In entrambi i casi la polizia è già giunta alla conclusione che si tratta di omicidi su commissione e che il mandante va cercato nel mondo degli affari. Il vicesindaco di Mosca Vladimir Ressin, parlando dell'omicidio di Titov, ha riassunto il movente in una sola parola: «Proprietà». Sia l'azienda edile di Mosca che 11 porto di Pietroburgo sono, infatti, due giganti dell'epoca sovietica sopravvissuti con successo al capitalismo. Entrambi stavano per passare dalle mani dello Stato in quelle private. Secondo Ressin, il passaggio al mercato del settore edile di Mosca - uno dei più floridi - è già stato segnato da una mattanza senza precedenti: sono stati uccisi diversi responsabili del «Glavmosstroj» e tre direttori di fabbriche di mattoni e cemento. Ed è di pochi giorni fa l'attentato a Semion Svirskij, responsabile della costruzione del centro commerciale sotterraneo sulla piazza del Maneggio, ai piedi del Cremlino, uno dei progetti più ambiziosi del sindaco Luzhkov. E per quanto riguarda Pietroburgo, le ragioni dell'omicidio di Khokhlov vanno cercate forse ancora più in alto. Il porto - il più grosso della parte europea della Russia - sta per vendere le sue azioni ai privati. E tra i potenziali acquirenti ci sono, oltre a diverse compagnie straniere, anche la «Onexunbank», divenuta con l'acquisto, quattro giorni fa, del monopolista delle comunicazioni «Sviazinvest» il più potente impero finanziario e industriale russo. La guerra per la proprietà è solo agli inizi. Anna Zaf eseva

Persone citate: Anna Zaf, Jury Luzhkov, Jury Titov, Luzhkov, Nikolaj Evstafiev, Titov, Vladimir Komissarov, Vladimir Ressin