Welfare arrivederci tra le polemiche di Paolo Patruno

7 Il governo chiede uno sforzo per chiudere entro fine settembre, ma i sindacati sono prudenti Welfare, arrivederci Ira le polemiche Con/industria contro Prodi: questa sembra una scampagnata ROMA. Si rivedranno dal 28 agosto, dopo le ferie, governo, sindacati e imprenditori per la fase più calda della trattativa sulla riforma del Welfare State. Perché anche ieri Prodi, ricevendo nella Sala verde al terzo piano di Palazzo Chigi, Cgil, Cisl, UH, Confindustria e tutte le altre associazioni di categoria in una riunione che ha finito per assumere quasi il sapore dell'ultimo giorno di scuola, ha specificato con forza, leggendo un documento di venti pagine, che «la verifica dovrà raccordarsi con i tempi di presentazione dei provvedimenti di bilancio per il '98». E ha aggiunto che proprio in autunno i mercati «ci giudicheranno». Insomma, per Prodi, bisogna fare in fretta, accelerare i tempi. La , riforma previdenziale dovrà | essere inclusa nella prossima Finanziaria, quella destimata ad aprirci le porte di Maastricht e della moneta unica. Questa è l'intenzione del governo, espressa nella meticolosa messa a punto su quanto è stato fatto dal 18 giugno, che ha registrato anche una dura reazione da parte di Confindustria e commenti in gran parte negativi dalle altre associazioni di categoria. Ma i sindacati la pensano allo stesso modo del governo? Hanno la stessa fretta di Prodi e Ciampi? Ieri Cofferati, D'Antoni e Larizza hanno espresso un giudizio parzialmente positivo, apprezzando la maggiore attenzione prestata troppo «vago» sui tempi. Ha lanciato: «Questa più di una fase istruttoria, mi sembra una scampagnata», polemizzando duramente, poi, con il ministro Treu per non aver tenuto conto della posizione degli imprenditori sul capitolo degli ammortizzatori sociali. Il governo ha infatti annunciato di mirare a un sistema con tre livelli di ammortizzatori: il primo di integrazione temporanea del reddito per dipendenti di aziende in difficoltà congiunturale, il secondo che aiuterebbe chi è coinvolto in ristrutturazioni o crisi strutturali, il terzo per i disoccupati di lungo corso prevedendo anche impieghi temporanei. La tenzone è ripresa poco dopo in sala stampa, quando il presidente degli industriali, Giorgio Fossa, ha detto chiaro e tendo: «Comincio a pensare che l'apertura di credito al governo da noi manifestata il 18 giugno sia stata mal da Prodi all'occupazione. Ma affermano anche, con il leader della Cgil, che «la soluzione è ancora lontana» e con il n. 1 della Cisl che «non si può trattare una materia così complessa e impegnativa per i prossimi 15 anni avendo l'incubo del 30 settembre». Perciò, le pensioni vanno affrontate «con pazienza», la prospettiva di centrare un accordo così difficile diventa anche più importante dei tempi. Questa tattica dei sindacati ma soprattutto l'atteggiamento del governo su un punto specifico della relazione di Prodi, sugli ammortizzatori sociali, hanno finito per provocare una polemica reazione dei dirigenti di Confindustria. Al termine della lunga lettura di Prodi, quando la riunione sembrava ormai conclusa, il vice-presidente di Confindustria, Carlo Callieri, ha accusato il governo di essere spesa: si e perso un mese e mezzo e ormai ci restano pochi giorni per affrontare e risolvere i problemi. I tempi devono essere certi, perché per alcuni "presto" significa giorni, per altri, invece, anni. Perciò insistiamo nel dire che per settembre devono essere definiti in dettaglio tutti i provvedimenti necessari». Con una postilla polemica sulle «inaccettabili ipocrisie» del governo che nel documento letto da Prodi ha «volutamente tracciato su tutti gli argomenti una fotografia sfocata mentre ha cercato l'affondo sugli ammortiz¬ zatori sociali prospettando soluzioni presentateci solo alla vigilia e che non possiamo assolutamente condividere». Malumore diffuso anche sul versante delle associazioni di categoria e dei sindacati autonomi. «Stiamo assistendo al tentativo di far pagare all'artigianato e alla piccola impresa il conto», lancia Spallanzani, leader di Confartigianato, temendo un aumento dei contributi di 2-3 punti. «Si ricordano dell'agricoltura solo per chiedere sacrifici», incalza la Coldiretti. «Vediamo più ombre che luci», dicono alla Cisal, mentre la Confapi lamenta la mancanza di «tempi precisi». Il leader della Confcommercio, Sergio Bilie, proclama: «Non è una buona partenza, settembre sarà caldissimo. Niente scippi o scendiamo in piazza». L'impressione è che Prodi stia cercando di «addomesti- care» i sindacati premendo l'acceleratore sull'occupazione, lanciando un «patto per lo sviluppoo», adottando il nuovo redditometro per i servizi sociali suggerito da Larizza, assecondando i tempi e il metodo negoziale di Cgil, Cisl e Uil per poi far ingoiare i risparmi sulle pensioni. Nel suo documento Prodi aveva «dimenticato» stranamente i capitoli su fisco e casa, ma ha parzialmente recuperato con una successiva aggiunta. Il sottosegretario Micheli, finora regista della trattativa, ha escluso una «tassa per l'Italia», ha punzecchiato gli industriali, si è detto fiducioso di chiudere entro settembre e ha delineato un roseo paesaggio con mercati tranquilli e l'Italia che avanza benissimo. Siamo sempre alle schermaglie, il vero negoziato inizierà a settembre e allora il gioco si farà duro. Paolo Patruno

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