Di Pietro: «Da Pacini una lezione di stile»

«Potevo finire all'inferno, ma ha sentito il dovere morale di non fare da esca» «Potevo finire all'inferno, ma ha sentito il dovere morale di non fare da esca» Di Pietro: «Da Pacini una lezione di siile» MILANO. Meno male che Pacini Battaglia non si è prestato al gioco, altrimenti «potevo finire come un innocente all'inferno»: nella rubrica su Oggi Antonio Di Pietro guarda allo scampato pericolo e ringrazia il banchiere ginevrino per non avere confermato <dl teorema accusatorio» contro di lui davanti alla magistratura bresciana. Una «lezione di stile» che l'ex pm non manca di riconoscergli. Tempo di riflessioni, dunque, «ora che le aspettative dei "soliti noti" sono andate deluse». Riflessioni su quanto sarebbe potuto accadere se Pacini non avesse «smontato» il castello di accuse: finire per l'ennesima volta sulla graticola dei sospetti e delle insinuazioni, appunto. Ma, «per fortuna mia e della giustizia Pacini si sta dimostrando più serio e coscienzioso di tanti suoi detrattori e ha sentito il dovere morale di non fare da esca avvelenata». Onore a «Ciucchi», insomma, a costo di far ribollire il sangue a qualcuno. Ieri è toccato a Carlo Gicvanardi. Di Pietro «ha trattato da disonesti galantuomini come Forlani e Citaristi, mentre oggi tratta da galantuomo un disonesto come Pacini - si é indignato il capogruppo dei deputati ccd -. Gli ultimi complimenti superano ogni limite della decenza». Resta una domanda, che Di Pietro pone pubblicamente: «E' possibile che il destino di un magistrato venga affidato esclusivamente alla spada di Damocle di un suo imputato?». Altro capitolo, quello della politica alla quale l'ex pm intende dare un personale contributo, fra qualche polemica e molti dubbi («Non conosciamo le sue intenzioni future. Forse l'incertezza, può creare preoccupazione...», ha affermato Lamberto Dini al Tgl). Scrive di non avvertire «particolari avversioni» nei suoi confronti, Di Pietro. Ma non può sorvolare sulla bocciatura da parte dei Verdi e di Rifondazione. Da qui l'appello alla ((base» dell'Ulivo, la medesima alla quale si era rivolto nei giorni scorsi, chiedendone il consenso. «E' la base dell'Ulivo che deve essere d'accordo - ribadisce - e se a loro andrò bene non vedo come i vari Bertinotti, Manconi e via dicendo possano impedirlo». Parole decise che oreludono a nuove tensioni. La giornata di ieri ha alternato piccole scaramucce a proposte di mediazione per raffreddare le polemiche. A dar fuoco alle polveri Elio Veltri, secondo il quale i Verdi non avrebbero alcun Deso all'interno dell'Ulivo. «Non siamo affatto pochi e siamo importanti», gli ha ribattuto Maurizio Pieroni, capogruppo del Sole che ride. Poi, lo spiraglio. Marina Magistrelli - coordinatrice dell'Ulivo ha ipotizzato un incontro tra Luigi Manconi e Di Pietro, magari davanti ad una «birra fresca» in largo di Brazzà, sede dell'Ulivo. Una mediazione apprezzata dal portavoce dei Verdi, che ringrazia per l'invito impostato su basi «polìticamente corrette». Del resto, «la cultura e la pratica del dialogo appartengono alla nostra storia», ricorda Manconi. Attenzione, «non si tratta solo di bere una birra insieme, ma di trovarsi d'accordo su tante cose», frena Federico Orlando, altro «dipietrino doc». Quanto alla birra - da qualche giorno assurta a rinnovata popolarità sul fronte politico - non convince Franco Marini. ((Avrei capito di più un caffè o un aperitivomica siamo tedeschi», ha spiegato il segretario dei popolari buttandola sull'ironia. Per ora, il prossimo appuntamento con Di Pietro resta fissato domenica prossima alla festa nazionale di Legambiente, in quel di Grosseto. Ad attendere l'ex pm, un vero e proprio esame in materia di ambientalismo di fronte alla lavagna di Ermete Realacci, presidente di Legambiente. «Vogliamo capire il Di Pietro-pensiero come candidato del Mugello», avverte Realacci. Infatti, ((poco o nulla, invece, sappiamo delle sue idee, dei suoi programmi, in special modo per quanto riguarda l'ambiente». Laconico il commento di Alfonso Pecoraro Scanio, in polemica con Manconi proprio sull'«affaire» Di Pietro: ((Ancora una volta Legambiente dimostra di saper far politica meglio di alcuni esponenti Verdi». A buon intenditor... Alessandro Mondo Qui accanto l'ex ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro A destra il portavoce dei Verdi Luigi Manconi

Luoghi citati: Grosseto, Milano