«Ecco tutte le bugie di Veronese»

«Ecco tutte le bugie di Veronese» «Ecco tutte le bugie di Veronese» Anche la Parenti si oppone all'archiviazione e presenta al gip un durissimo atto d'accusa GENOVA. «Ho mentito con il colonnello Michele Riccio quando gli dissi di avere raccontato al procuratore capo di Genova che la Boccassini mi aveva promesso dei soldi. Volevo lanciargli un messaggio per fargli intendere che prima o poi avrei parlato anche della cocaina che avevo visto nell'ufficio della Parenti». Il pentito Angelo Veronese racconta. Spiega ai magistrati bresciani che lo stanno interrogando sul caso Parenti-Boccassini come è venuta fuori la storia del mezzo miliardo che il pm milanese di Mani pulite gli avrebbe promesso per rivelare particolari compromettenti sull'onorevole di Forza Italia. Dice ancora: «Durante un altro incontro con Riccio si parlò di nuovo dei 500 milioni. Voglio chiarire che questa era una mia invenzione». Parte del verbale di quest'interrogatorio, finora inedito, è contenuto nell'«atto di opposizione» che l'avvocato Giovanni Ricco, legale di Tiziana Parenti, ha consegnato al giudice genovese Amia Ivaldi per contestare la richiesta di archiviazione avanzata dai piemme dell'antimafia proprio sul caso ParentiBoccassini. Il legale della parlamentare sostiene che se Veronese ha mentito vi sarebbe, dunque, una calunnia nei confronti della Boccassini e anche in questo caso la procura genovese, a cui per competenza è giunto da Brescia l'esposto della Parenti, deve continuare le indagini e non archiviare. Per Ricco, poi, vi è calunnia da parte del pentito contro la Parenti quando dice di avere visto cocaina nell'ufficio savonese dell'ex magistrato. Intanto continua la querelle a distanza fra il difensore dell'onorevole e la procura genovese dopo che il giudice Anna Ivaldi ha fissato per il 1° ottobre prossimo l'udienza per la discussione del caso. Puntualizza Ricco che la decisione del gip discende dal fatto che il ma- gistrato ha ritenuto «convincente» il suo atto di opposizione. Replica la procura che la fissazione dell'udienza era un atto dovuto altrimenti il gip sarebbe incorso in un illecito disciplinare. Quello che è certo è che la Ivaldi non ha deciso a tutt'oggi se dare ragione all'uno o agli altri. Anche l'avvocato Alberto Alessandri di Milano, difensore di Ilda Boccassini (che chiede di essere ascoltata dal gip), ha presentato una «memoria» all'Ivaldi in cui sottolinea come Veronese e la Boccassini non si siano mai incontrati. Attilio Lugli Tiziana Parenti

Luoghi citati: Brescia, Genova, Milano