Boccassini: così mi hanno calunniata

IIpm: «Archiviazione? No, interrogatemi» IL DUELLO m TRIBUNALE La sua memoria: basta equivoci, voglio una risposta alle accuse del pentito Boccassini: così mi hanno calunniata IIpm: «Archiviazione? No, interrogatemi» LMILANO A richiesta di archiviazione è assolutamente inaccettabile per la dott.ssa Boccassini, che non può permettere che residuino ombre di tale natura sul suo comportamento». Non ci sta Ilda Boccassini. E, dopo settimane di silenzio, il pm milanese indagato per la vicenda del collaboratore di giustizia Angelo Veronese che l'ha accusata di pressioni per incastrare l'onorevole Tiziana Parenti, ha scelto la strada del contrattacco. Ieri il suo legale, Alberto Alessandri, come aveva preannunciato, ha consegnato al giudice per le indagini preliminari di Genova una memoria in risposta alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura. Commentando la condotta che avrebbe tenuto Boccassini, il pm aveva concluso: «Al più, se minimamente riscontrata, poteva ritenersi disdicevole sotto il profilo deontologico». Ribatte Alessandri: «Lasciare che sospetti e illazioni circolino sull'attività dei giudici e sui rapporti con i collaboratori di giustizia non può che risolversi in un cattivo servizio alla credibilità dell'autorità giudiziaria». In sostanza, Boccassini chiede che non venga liquidata così una vicenda che «esige una risposta chiarissima» vista la gravità dell'ipotesi accusatoria e l'eco avuto sui mass media. Il pentito Veronese, ha infatti detto che fu proprio Ilda Boccassini a suggerirgli le accuse contro la ex collega Parenti. Tutte falsità. Ma appunto perché false Boccassini chiede di essere interrogata dai magistrati, visto che mai l'hanno sentita. E non vuole che rimanga la benché minima macchia di sospetto sulla sua toga. Lo scorso 10 gennaio Veronese aveva rivelato al procuratore capo di Genova, Vito Monetti, un suo (presunto) incontro con Ilda Boccassini. «Sono andato a Milano 5 o 6 mesi fa - si legge nel verbale - e qui ho incontrato la dottoressa Boccassini... che mi fa più o meno questo discorso: "La Parenti non l'ha trattato bene", riferendosi al fatto che nel processo di Tovo San Giacomo nonostante la mia collaborazione ero stato condannato a 4 anni. "Ma so che lei la può incastrare, dato che si sta allargando troppo, va da Santoro...". Era il periodo in cui era iniziato Moby Dick. Ed ha aggiunto: "E' stata anche da Costanzo dove c'era pure Violante e gli ha fatto fare una brutta figura. Sta dicendo cose molto delicate, è meglio far abbassare le ali. Se lei vuole un bel premio, tiri fuori quello che sa sulla Parenti e nessuno lo saprà"». Questa la prima versione. Nelle seguenti si aggiungerà un altro incontro e la (presunta) promessa di mezzo miliardo. Nelle 30 pagine della memoria l'avvocato Alessandri analizza e smonta tutte le diverse versioni di Veronese. Nell'interrogatorio del 13 giugno, a scandalo scoppiato, attribuisce alle parole di Boccassini il «tono scherzoso», il 7 luglio dichiara: «Non ho mai avuto contatti con il pool di Milano, mai nessuno mi ha offerto 5 lire... L'onorevole Parenti sa benissimo che non è vero che la dott.ssa Boccassini mi abbia offerto 500 milioni o qualunque altra somma». Il 9 luglio, aggiusta ancora il tiro: «Si è trattato di un equivoco... ho fatto confusione tra quanto detto dalla Boccassini e quanto ho interpretato io dalla sua frase». La richiesta di archiviazione presentata dalla procura sembra basarsi proprio sulla tesi dell'equivoco. Una spiegazione che non soddisfa Boccassini. Scrive il suo legale: «E' un'offesa all'intelligenza la pretesa di liquidare tutto con la comoda scappatoia dell'equivoco e della confusione». E aggiunge: «Va ribadito con fermezza, anche in relazione alle dichiarazioni pubblicamente rese dall'onorevole Parenti ed a quanto insinuato dalla stampa in questi giorni, che la dottoressa Boccassini non ha mai incontrato né tantomeno interrogato il Veronese». Dunque l'equivoco non regge, Veronese dice il falso e la posizione dell'indagata Boccassini non è da archiviare, ma da prosciogliere. A Milano, convocato come testimone, Veronese è stato l'I 1, il 23 gennaio, il 22 ottobre e il 4 novembre '96. Essendo sotto protezione, Veronese era scortato dai carabinieri. Interrogati, hanno escluso un incontro con Boccassini: «Non lo abbiamo mai lasciato solo». Tutti riscontri che i pm genovesi potevano fare facilmente alle prime rivelazioni di Veronese. La conclusione è nella frase sulla credibilità dell'autorità giudiziaria. Altrimenti si svilisce «l'attività dei giudici a una serie di faide personali». Nessuna guerra, insomma, tra Boccassini e Parenti ma falsità e calunnie. E al gip che dovrà decidere sull'archiviazione, Boccassini chiede di essere interrogata. Ir. m.] Il pubblico ministero di Mani pulite Ilda Boccassini

Luoghi citati: Genova, Milano, Tovo San Giacomo