Dalla Spagna: perquisite Mediaset di Paolo Colonnello

I finanzieri, su mandato del giudice spagnolo, hanno sequestrato documenti della Orfeo Televisiva I finanzieri, su mandato del giudice spagnolo, hanno sequestrato documenti della Orfeo Televisiva Dalla Spugna: perquisite Mediaset L'inchiesta su Telecinco si estende in Italia MILANO. Con una serie di perquisizioni eseguite ieri mattina nel gruppo Mediaset-Fininvest, è scattata anche in Italia l'offensiva della magistratura spagnola per l'inchiesta su Telecinco, l'emittente madrilena partecipata dalla società di Silvio Berlusconi. I finanzieri, con in mano la rogatoria della «procura anticorruzione» di Madrid, firmata dal procuratore Baltasar Garzon e autorizzata dal ministero degli Esteri e dalla magistratura milanese, si sono presentati alla sede di Mediaset in via Paleocapa, in quella Fininvest di Segrate e negli uffici di Rti a Cologno Monzese. L'indagine, come si legge nel provvedimento, riguarda «Giovanni Acampora più 37». Ovvero, oltre al noto legale della Fininvest finito sotto inchiesta per la corruzione della magistratura romana, i vertici del gruppo. Secondo fonti investigative, gli indagati (una quindicina in Italia) sarebbero in procinto di ricevere anche delle «notifiche d'informazione», l'equivalente in Spagna delle nostre informazioni di garanzia. Si tratterebbe, tra gli altri, di Silvio e Paolo Berlusconi, Adriano Galliani, Marcello Dell'Utri, Livio Gironi, Ubaldo Livolsi e Giancarlo Foscale: in pratica lo stato maggiore Fininvest che nel '90 aveva dato vita a Telecinco e che ora si ritrova inquisito con l'ipotesi di falsificazione di documenti pubblici ufficiali e privati, reati societari, frode fiscale e «ogni altro reato che appare contrario alla pubblica amministrazione», come prevedono gli articoli 305, 248 e successivi, del codice penale spagnolo. Le fiamme gialle hanno cercato e sequestrato soprattutto documenti negli uffici che nelle tre società collegate si occupano di rapporti e finanziamenti con l'estero. Nella sede centrale di Mediaset i finanzieri hanno acquisito in particolare incartamenti relativi alla società Orfeo Televisiva, l'azienda che deteneva le quote di partecipazione in Telecinco per la Finin¬ vest, diventata poi di proprietà Mediaset: proprio l'altro ieri per l'Orfeo è stata deliberata la fusione in Reteitalia, decretandone in pratica la scomparsa. La rogatoria, come hanno tenuto a precisare ambienti della Finanza, ha seguito l'iter regolare previsto in questi casi, passando prima dal ministero degli Esteri, poi alla Corte d'Appello che ha dato il benestare all'operazione sottoponendo quindi la richiesta al gip Caterina Interlandi, che ha infine firmato l'autorizzazione. «Stiamo preparando un atto di opposizione a questo provvedimento», ha dichiarato ieri Ennio Amodio, legale di Silvio Berlusconi. «Perché il decreto di perquisizione emesso dal gip milanese si basa su indicazioni per un'investigazione del tutto esplorativa, come risulta del resto dalla stessa richiesta di rogatoria spagnola». Ma i giudici di Madrid non indicano con precisione dei reati? «In realtà si parla di reati "suppostamente commessi contro la hacienda publica", ovvero il ministero delle Finanze spagnolo. Ma non si indica nemmeno la data in cui sarebbero stati commessi. Inoltre è stata violata la convenzione europea che vieta nei rapporti tra Italia e Spagna qualsiasi forma di "cooperazione per fini di perquisizione o sequestro in materia di reati fiscali". Nella nostra opposizione sosterremo che l'autorità italiana non era legittimata a disporre questi sequestri». E il legale continua: «Più che una perquisizione finalizzata ad acquisire prove, il decreto emesso dal Gip di Milano, su impulso dei giudici spagnoli, appare come una misura esplorativa intesa a setacciare documenti per scoprire illeciti fin qui sconosciuti agli stessi inquirenti. I reati che dovrebbero motivare il provvedimento sono infatti indicati facendo riferimento a manciate di norme del codice spagnolo, quasi che le indagini penali potessero trasformarsi in una sorta di lotteria giudiziaria destinata ad estrarre, a fine corsa, il numero dell'articolo appropriato. L'inchiesta della procura spagnola riguarda il periodo che va dal '91 al '93. Anni in cui sarebbero avvenuti gli investimenti della Fininvest in Spagna attraverso la società Gestivision Telecinco e le ormai famose società off-shore del Biscione: Ali Iberian, New Manhattan, Catwell. Società emerse nel corso delle indagini di Mani Pulite sui fondi neri e i falsi in bilancio Fininvest, attraverso la documentazione sequestrata presso la società di revisione del gruppo, Arthur Andersen, e la consegna delle carte inglesi dello studio Mills di Londra. Per questo già nei mesi scorsi, i magistrati spagnoli richiesero, attraverso altre due rogatorie, materiale ai colleghi milanesi. Secondo le accuse delle autorità giudiziarie iberiche, anziché il 25 per cento dell'emittente, la Fininvest, attraverso dei soci prestanome, avrebbe detenuto in maniera occulta più dell'80 per cento, violando così le severe norme antitrust della legge spagnola. In questo modo, sostiene l'accusa, il Biscione avrebbe evaso il fisco per 12 miliardi di lire. Paolo Colonnello L'indagine riguarda l'intero vertice del gruppo Marcello Dell'Utri