«la legge oltre il dolore» di Guido Tiberga

Il ministro «Dibattito affrettato Sì a una valutazione PRO E CONTRO LA RIFORMA «la legge oltre il dolore» Vendola: unire ricordo e libertà ICHI Vendola chiede tempo per accendersi una sigaretta. «Lei mi deve scusare dice il relatore della proposta di legge sull'indulto - ma per me è stata una giornata di grande emozione. Ero così commosso che non riuscivo neppure a leggere il testo degli emendamenti senza far incespicare la voce. E' strano che sia toccato proprio a me: i miei primi testi politici sono stati Gandhi e Martin Luther King, sono sempre stato lontanissimo dalla violenza. Poi però ho conosciuto alcuni detenuti per terrorismo, e mi sono reso conto di una realtà diversa da quella che avevo immaginato...». Onorevole Vendola, c'è chi vi accusa di aver fatto del facile perdonismo sul sangue delle vittime. Che cosa risponde? «Che sono disperato di fronte alla loro rabbia e alla loro sofferenza. Io sono vicino a chi ha pagato sulla sua pelle quegli anni terribili. Ma sono convinto che il legislatore debba andare oltre 0 dolore». Pietro Folena ha detto che i contrasti con i popolari cesse¬ ranno quando saranno approvati i prowedimenti a favore delle vittime. Che genere di prowedimenti? «C'è un progetto alla Commissione Affari Costituzionali. Credo che si riferisca a un miglioramento del risarcimento danni». E lei pensa che possa bastare? «Lo so bene che il dolore non si può risarcire. Mi creda, davanti alla reazione di chi è stato colpito dal terrorismo mi sento turbato e impotente. Ma quello che mi indigna è il comportamento ci chi tenta di strumentalizzare questo dolore per un calcolo politico». Si riferisce al «no» del ppi? «No, non sto parlando di nessuno in particolare. Dico solo che la riflessione sull'indulto deve essere alta, sobria e rigorosa. Noi non possiamo ripetere oggi lo stesso errore delle Brigate Rosse. Noi dobbiamo sposare ricordo e libertà» Che cosa vuol dire, onorevole? «I terroristi sparavano a un simbolo, dimenticando che quello che moriva era un uomo. E noi, di fronte a 224 persone condannate a pene durissime dalle leggi speciali di quegli anni, non possiamo ragionare come se ci trovassimo di fronte a dei simboli. Questi sono uomini e donne che hanno pagato, che non sono più pericolosi per la società». Qualcuno ha detto che il vostro progetto è cucito addosso a Toni Negri... «E' persino umiliante rispondere a queste insinuazioni. Negri ha già fatto quattro anni di carcere, con la legge di oggi uscirà comunque tra poco più di 6 mesi...». Onorevole Vendola, sia sincero. Non avete fatto un po' troppo in fretta? «Ma come fa a dire una cosa del genere? Sono undici anni che si parla di un prowedhnento per gli ex terroristi. I lavori alla Commissione Giustizia si sono iniziati il 12 settembre del 1996? Se noi abbiamo fatto in fretta che cosa bisognerebbe dire di chi sta lavorando sul 513? Che ha preso un treno ad alta velocità? No, guardi, questa è un'obiezione fasulla. Tanto più che la Commissione non ha fatto altro che portare alle Camere un argomento che ha fatto e fa discutere. Ora almeno abbiamo un testo su cui lavorare, e che il Parlamento - non dimentichiamolo - deve approvare con una maggioranza dei 2/3». Leo Valiani obietta che ora bisognerà estendere l'indulto a tutti i reati. Che «è ingiusto far uscire chi si è macchiato di un reato di sangue e lasciar dentro chi ha compilato male un bilancio contabile». Lei che ne dice? «Sono stupito che un uomo come Valiani abbia detto una cosa del genere. Potrei rispondergli che non conosco né corrotti né corruttori che abbiano fatto anche solo la metà del carcere che ha già scontato Renato Curcio, uno che non è stato condannato per un solo reato di sangue. Ma il discorso è più ampio: qui stiamo parlando di 224 persone che hanno fatto una scelta criminale, ma in un momento in cui la nostra democrazia era tutt'altro che limpida. Non dimentichiamo che quelli erano gh anni dello stragismo, del sowersivismo dall'alto. Non possiamo pretendere che quelle persone che hanno fatto la scelta folle di prendere le armi finiscano per pagare il conto di tutti i mah della prima repubblica». Guido Tiberga Il ministro «Dibattito affrettato Sì a una valutazione caso per caso No alla rimozione di tutto il periodo» Il relatore «Mi indigna davvero il comportamento di chi tenta di strumentalizzare la sofferenza per far politica»