«Ricordo Moro e dico no»
Ricordo Moro e dico no» Ricordo Moro e dico no» Bindi: troppi i morti cattolici AROMA L telefono la voce di Rosy Bindi si incrina quando le si nomina una delle vittime del terrorismo, Vittorio Bachelet, di cui era assistente universitaria. «Questo prowedimento sull'indulto - dice il ministro della Sanità - sembra un vestito fatto su misura per alcuni casi specifici, non ultimo quello di Toni Negri, che ha dietro di sé la storia più inquietante. Per il ragazzo che andava in giro armato a 20 anni, che sconta la sua pena in carcere e che presta servizio nelle comunità terapeutiche, è giusto un prowedimento di grazia. Uno come Negri, invece, che si dichiara non pentito ma fallito, e che ha armato le mani di tanti giovani, non ha diritto ad un atto generale del Parlamento». Onorevole Bindi, lei quindi, se mai si arriverà al voto, si opporrà a questo prowedimento? «Certo. Io mi andrò a sedere sui banchi del ppi e dirò "no". Sono contraria a questo dibattito così affrettato: alla vigilia delle vacanze si vorrebbe che il Parlamento cancellasse un periodo terribile per il Paese, un periodo in cui sono state messe a rischio la democrazia e la convivenza civile. Io sono contraria ai colpi di spugna: non si possono cancellare così né il terrorismo, né Tangentopoli, né, me lo lasci dire, la dittatura e la Resistenza. C'è una tendenza al revisionismo storico che mi preoccupa: non si costruisce così il vero bipolarismo». Il ppi, quindi, si dissocia dalla maggioranza su questo prowedimento. «Guardi, il mio è un partito macchiato da Tangentopoli, ma è anche un partito che fu vittima del terrorismo. Quanti cattolici morirono: Moro, Ruffilli, Bachelet... Già, qui si ricordano solo i democristiani ladri e non quelli che persero la vita per il terrorismo». Lei perciò non lascia nemmeno uno spiraglio aperto... «Su un simile prowedimento no. E' un prowedimento che tende ad assolvere non tanto le persone, quanto un determinato periodo storico che ha rappresentato una grande lacerazione per il Paese. Io non accetto che si possa rimuovere tutto ciò, e questo indulto spinge proprio alla rimo¬ zione collettiva. Certo, io non nego che dietro un fatto storico ci siano delle persone in carne ed ossa, e allora ritengo che si possa pensare a prowedimenti adeguati per singoli terroristi». Ministro, c'è però chi sostiene che l'indulto è anche un atto umanitario nei confronti di persone che sono entrate in prigione a 20 anni. «E infatti io sarei disponibile ad una valutazione caso per caso. Ma lei ha visto la lista dei terroristi che uscirebbero con questo indulto? Ci troviamo di fronte, per la stragrande maggioranza, a persone che si sono macchiate di omicidi. Io capisco che bisognerà riconciliarsi anche con questo periodo storico, ma non si può assolutamente lasciar passare il concetto che è giustificabile un'idea politica che arriva alla soppressione della vita. Vorrei pure ricordare altre due cose. I familiari delle vittime, e il fatto che dall'ultimo omicidio per terrorismo, quello di Ruffilli, sono pas¬ sati solo dieci anni. E' una storia troppo recente e non si può cancellare il terrorismo prima che le giovani generazioni abbiano compreso che cosa è stato quel periodo terribile nella storia del nostro Paese». Lei diceva che non è contraria a singoli prowedimenti, valutando caso per caso... «Ho visto in faccia ragazzi coinvolti in queste vicende. Sono disposta a riscattare molti di loro. Ci sono, per esempio, delle persone che adesso prestano servizio nelle comunità terapeutiche. Ma non si può pensare a un riscatto generale e mdiscriminato. Ripeto: non è accettabile l'idea, contenuta in questo prowedimento, che con una legge si possa cancellare quel periodo. E io lo ricordo bene quel periodo. Ricordo i terroristi, il braccio politico dell'Autonomia, le armi, i gas lacrimogeni... Ricordo Vittorio Bachelet. Ricordo Aldo Moro, e dico: "no"». Maria Teresa Meli
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