Il giorno dei buttafuori di Alberto GainoLodovico Poletto

Murazzi. Ultime ore di carcere per Paolo Iavarone, mentre si aggrava la posizione del fratello Piero Murazzi. Ultime ore di carcere per Paolo Iavarone, mentre si aggrava la posizione del fratello Piero Il giorno dei buttafuori Interrogati come testi in procura Un altro pomerìggio e un'altra sera di interrogatori negli uffici della Procura in via Pisano, ieri, per quattro testi dell'inchiesta sulla morte di Abdellah Douimi, il marocchino annegato nel Po. Si tratta di buttafuori e dj dei locali che si affacciano sul lungofiume. Due di loro erano già stati sentiti dai pm Maurizio Boselli e Onelio Dodero e dalla squadra mobile, nei primi giorni della scorsa settimana. Gli altri sono volti nuovi di questa inchiesta. Ma non per questo meno importanti. Solo loro, infatti, possono cancellare gli ultimi dubbi su ciò che accadde la notte del 18 luglio, al Po. E rispondere ad una domanda che sta particolarmente a cuore ai magistrati: «Chi poteva sapere che dietro la porta chiusa di quel magazzino ai Murazzi c'erano oggetti da lanciare contro Abdellah nel fiume?». L'altra settimana l'ipotesi che potesse trattarsi di buttafuori dei locali era stata ventilata da più testimoni. Ma non erano state trovate conferme. Gli interrogatori-fiume di giovedì e venerdì hanno fornito qualche certezza in più. E adesso si indaga in questa direzione. E ci sarebbero anche le prime ammissioni. Descrizioni. Testimonianze. Qualche nome. Il giorno degli addetti alla sicurezza dei locali dei Murazzi s'inizia alle 16, quando i quattro arrivano in via Pisano sulle auto della Mobile. I primi due - con il viso nascosto da maghe e borse di plastica - se ne vanno pochi minuti prima delle 21. Per gli altri due la notte è appena iniziata. La mattinata, invece, era cominciata con l'interrogatorio di Andrea Santonocito, indagato per concorso in omicidio. Era uscito dall'ufficio dei due magistrati con la faccia lunga, ed era subito corso via. Gli investigatori sono fiduciosi: «E' questione di ore. L'indagine è ormai alle battute finali» dicono in Procura. Che l'inchiesta sia ormai ad una svolta - anche con probabili arresti - appare chiaro anche dalla imminente scarcerazione di Paolo Iavarone, arrestato dieci giorni fa con l'accusa di omicidio volontario. Dovrebbe tornare a casa oggi in mattinata o nel primo pomeriggio. Il suo legale, l'avvocato Loredana Gemelli, oggi, presenterà comunque un'istanza al tribunale della libertà. Ieri mattina è andata al carcere delle Vallette a visitare il suo assistito, rinchiuso in isolamento da quando ha manifestato l'intenzione di togliersi la vita. E subito le ha domandato se poteva uscire: «Mi sento come se mi fosse passato addosso un trattore. Non ho più forza, avvocato». Poi ha tirato fuori dalla tasca dei jeans (gli stessi che indossava il giorno del suo interrogatorio davanti al gip) un crocefisso in legno: «Prego ogni giorno. Lo bacio tutte le sere. Glielo giuro, avvocato, non mi ubriacherò mai più. Non andrò mai più ai Murazzi». Ha pianto. E ha abbracciato il suo avvocato: «Grazie. Lei è l'unica persona che mi ha creduto. Glielo giuro, non mi caccerò mai più nei guai. Mi chieda qualunque cosa, lo farò». E oggi, alle 9, i sommozzatori dei vigili del fuoco si tufferanno nel fiume, nel punto in cui il Po inghiottì Abdellah Douimi. Su rischiesta della Procura ispezioneranno il fondo alla ricerca dell'aspirapolvere scagliato contro il marocchino che, disperatamente, cercava di riguadagnare la riva. Alberto Gaino Lodovico Poletto Paolo Iavarone, accusato di omicidio volontario, è in carcere da dieci giorni

Persone citate: Abdellah, Abdellah Douimi, Andrea Santonocito, Loredana Gemelli, Maurizio Boselli, Onelio Dodero, Paolo Iavarone