I magnifici sette di Souness di Claudio Giacchino

Dopo 10 giorni di lavoro le prime pagelle del tecnico scozzese TORINO Dopo 10 giorni di lavoro le prime pagelle del tecnico scozzese I magnifici sette di Souness «Punto su chi gioca come piace a me» MONTEPULCIANO DAL NOSTRO INVIATO Di Souness tutto si può dire salvo che non sia uomo dalle rapide decisioni. Dieci giorni d'allenamenti e due partitelle contro i volonterosi dilettanti della Val di Chiana e della Sangiovannese gli sono bastati per disegnare il nuovo Torino: almeno per sette undicesimi, visto che di sette giocatori lo scozzese parla senza nascondere che saranno titolari. Sono: Cravero, Bonomi, Ficcadenti, Trichi (che poi sarebbe Tricarico), Ferrante, Carparelli, Lentini. Sotto un albero, a fine allenamento, aiutato nella traduzione dal team manager Accardi e dal prossimo (a settembre) vicepresidente Regis Milano, Souness, nell'analizzare la squadra che si sta formando nella calura e nel venticello di Montepulciano menziona e rimenziona i nomi citati prima precisando che «sono espressione del calcio che piace a me». Dunque i sette figurano già tra i promossi a pieni voti. Ovvio, al tempo stesso, che nessuno è già bocciato, perché a luglio sarebbe ridicolo parlare e scrivere di bocciature, al riguardo qualcosina si potrà pronosticare a Ferragosto. Portiere. Davvero Casazza e Pastine partono alla pari? La risposta di Souness: «Le due partite giocate non hanno dato, com'è logico, alcuna indicazione. Ho visto i portieri solo in allenamento, prima di decidere aspetto test più probanti e molto conterà l'opinione di Lido Vieri». Difesa. A tre o quella, più prudente, a quattro? «Fuori casa di certo utilizzerò quattro difensori, in casa darò più spazio a uomini di fantasia». Regista. S'insisterà sulla scelta coraggiosa di Cravero in mezzo al campo? Coraggiosa perché Roberto in pratica debutta nel ruolo a 33 anni e perché nelle ultime due stagioni il fisico ha spesso tradito la naturale classe della «bandiera» granata. «Cravero deve essere ciò che io ero nel Liverpool: deve stare lì dove nasce il gioco e dirigerlo senza scordare di difendere. Per me il centrocampista centrale deve essere più attento alla difesa che all'attacco. Il suo primo pensiero deve essere rivolto sempre alla difesa. Se poi Cravero talvolta mancherà, ho a disposizione delle alternative. Ad esempio, una si chiama Ficcadenti: mi sembra un elemento utilissimo, uno di quelli che io definisco "giocatori di squadra" perché pensano sempre alle esigenze del collettivo e mai a se stessi. Tre o quattro sono gli uomini in grado di organizzare la manovra». Centrocampo. Chi ruoterà attorno al regista e faticherà anche per lui? «Bonomi, Tricarico, gente di grande forza fisica, come lo stesso Ficcadenti, Gigi (Lentini, ndr). Calciatori che mi piacciono molto, perché, ripeto, se non è fisicamente forte una squadra è poca roba. Sulla fascia sinistra Gigi e Bonomi sono già una forza... esplosiva, a destra lo stesso vale per Trichi e Ficcadenti». Attacco. La formula c'è già: Lentini con totale libertà d'azione al servizio di Ferrante e Carparelli. «Ferrante è pericoloso in area, ma è importante per lui appoggiarsi a una forza in movimento, quella di Carparelli, ragazzo di sostanza, caparbio, veloce e con il senso del gol. Se non gli viene la testa grande, cioè se non si monta, può combinare grandi cose». Sandor. Tra i promossi non figura, o almeno non figura ancora, Sandor. «E' normale che per lui adesso sia il tempo delle difficoltà, come per quasi tutti gli stranieri appena arrivati. Certo, è vero, io non faticai ad ambientarmi in Italia, ma arrivai alla Samp che avevo 31 anni, ero un vecchio bastardo (risatona, ndr) di grande esperienza. L'ungherese è giovane, viene per giunta da un altro calcio, diamogli tempo, non c'è fretta e non mettiamogli fretta, sarebbe la cosa peggiore». Claudio Giacchino Souness ha scelto i leader del Toro, ma chiede tempo per l'ungherese Sandor

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