E LA PLASTICA TROVA LA SUA PASSERELLA

21 e LA PLASTICA TROVA LA SUA PASSERELLA A Pont Canavese, Vanima e le forme del materiale che cambiò il mondo DPONT CANAVESE AGLI ecologisti radicali è vista con il fumo negli occhi. Dai cronisti della mo Idernità, è considerata il materiale che la natura si era dimenticata di creare. La plastica, nel suo secolo, ha cambiato il volto del pianeta e della nostra vita quotidiana. Dalla cucina all'industria nucleare, dalle macchine fotografiche ai motori, dal gioco al mondo dell'arte. Negli ultimi anni è diventata anche oggetto di collezionismo e di studio. In Italia, sul modello di analoghi all'estero, è nato il primo museo. Allestito a Pont Canavese, in provincia di Torino, per volontà di Ernesto Ramojno, il commissario che ha risanato l'azienda (per le visite, informazioni al tel. 0124/85105), nella bellissima foresteria della Sandretto Metalmeccanica, annessa allo stabilimento di presse per termoplastici. Allinea 2500 oggetti che ripercorrono le anime e le forme, le invenzioni e i brevetti. Dalle prime creature in celluloide e ebanite fino ai prodotti più sofisticati in grado di sostituire i metalli nelle tecnologie avanzate. Tutto cominciò intorno al 1860. Quando l'inglese Alexander Parkes cercò di inventare sostanze simili alla gomma, per essere impiegate dalla bulimica industria britannica in piena rivoluzione. Ottenne un materiale che poteva essere usato allo «stato solido, plastico, fluido» ed estremamente versatile. Brevettò l'invenzione nel 1861 col nome di Parkesine e nell'Esposizione universale dell'anno successivo cominciò a pubblicizzarla. Nel frattempo, in America, le grandi industrie solleticavano gli ingegni a scoprire nuove sostanze, promettendo lauti premi. E proprio per incassare 10 mila dollari, un giovane tipografo, John Wesley Hyatt, aguzzò il cervello per sviluppare un materiale capace di sostituire l'avorio nella costruzione di palle da biliardo: inventò la celluloide, nel 1870.1 suoi impieghi si moltiplicarono, dai dentisti al cinema. Questi gli inizi. Poi, nel plastico albero genealogico, i materiali rincorrono migliorie, così come le macchine per lavorarli. Le varie famiglie plastiche conquistano ogni anfratto della vita quotidiana. Sono economiche e resistenti Diventano orologi, giocattoli, telefoni, pettini. Quasi timorose d'essere figlie d'un dio minore, mimano altri materiali nobili come 11 marmo, il legno, i metalli. Poi, a poco, a poco la plastica diventa orgogliosa di sé. Non cerca più pretesti. E' il vero Golem della modernità accelerata. Esalta la sua robustezza, la sua eternità, la sua duttilità. Ha conquistato sul campo, con orgogbo, la sua patente di nobiltà. [b. v.J , Autoveicoli aziendali davanti alla fabbrica di Perugia nel 1923

Persone citate: Alexander Parkes, Ernesto Ramojno, John Wesley, Sandretto

Luoghi citati: America, Italia, Perugia, Pont Canavese, Torino, Vanima