Prodi a caccia di entrate per «salvare» le pensioni

IL CASO Prodi a caccia di entrate per «salvare» le pensioni IL CASO LA RIFORMA OEft. WELFARE Ri ROMA ICOGNIZIONE finale» di Prodi, questa mattina a Palazzo Chigi, davanti a sindacati, Confihdustria e rappresentanti di tutte le categorie, prima della pausa estiva nell'estenuante negoziato sulla riforma dello Stato sociale avviato il 18 giugno. Non ci sarà alcun documento ufficiale, nessun accordo parziale, nessuna nuova proposta, assicurano le parti. Ma Prodi si limiterà a leggere «un rapporto» che farà il punto sullo stato del negoziato sui cinque tavoli in cui si è frammentata la trattativa in queste settimane: lavoro e formazione, fisco, ammortizzatori sociali, politica per la casa e sanità, assistenza e previdenza. Ma quello che si preannunciava come un importante incontro di routine rischia di essere movimeli- tato da un'indiscrezione, rilanciata dall'agenzia di stampa AdnKronos, che ha increspato d'improvviso le acque, contemporaneamente a un incontro serale a sorpresa a Palazzo Chigi tra Prodi e lo stato maggiore di Confindustria, il presidente, Giorgio Fossa con il n.2 CaUieri e il direttore generale Cipolletta. Spunta, infatti, l'ipotesi di una tassa destinata a racimolare 2500-3000 miliardi con i quali attutire almeno in parte la durezza dei «tagli» sulle pensioni, preventivati dal Tesoro in 5-6 mila miliardi. Insomma «una tassa per l'Italia», dopo quella per l'Europa, che potrebbe essere presa in considerazione al tavolo negoziale tra fine agosto e inizio settembre, alla ripresa della trattativa. Un'ipotesi che ieri sera ha subito registrato una netta smentita dalla Uil: «Certe notizie non vale la pena commentarle» ha detto il n.2 Adriano Musi. Ma cbe preoccupa da tempo la Confindustria, la quale teme di ritrovarsi una Finanziaria appesantita da nuove tasse o da un aumento dei contributi proprio per «pagare il conto» dopo una riforma del Welfare troppo «soft». Più concretamente, gli ultimi incontri «tecnici» tra il sottosegretario Pennacchi e i sindacati hanno messo a fuoco la necessità di reperire 1500-2000 miliardi per le pensioni integrative del pubblico impiego, misura indispensabile per far «digerire» agli statali l'equiparazione con il sistema pensionistico privato, con la conseguente scomparsa dei pensionamenti anticipati. Le risorse potrebbero arrivare dalla vendita parziale del patrimonio immobiliare pubblico. Fra le altre misure allo studio guadagna terreno l'ipotesi di un'estensione generalizzata anche ai lavoratori più anziani del sistema contributivo (favorevoli Cgil e Cisl). Si riparla anche del «contributo di solidarietà», della accelerata unificazione dei trattamenti previdenziali, dell'aumento dei contributi per gli autonomi e della «sottoindicizzazione» dei trattamenti di anzianità per disincentivarli, come vuole Prodi. Ma gli scogli principali da affrontare a settembre sono l'abolizione delle pensioni di anzianità e l'innalzamento di quelle di vecchiaia rispetto ai tempi previsti dalla rifbrma-Dini. Allora il clima cambierà al tavolo del negoziato, che subirà, assicura il ministro Treu, una netta accelerazione. E l'8 settembre, Cgil, Cisl e Uil si riuniranno per preparare le loro controproposte al governo. [r.r.]

Persone citate: Adriano Musi, Cipolletta, Giorgio Fossa, Pennacchi, Prodi, Treu

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma