Il Tesoro: bene i conti di luglio

Non funziona il part-time degli statali: lo ha scelto solo l'uno per cento Non funziona il part-time degli statali: lo ha scelto solo l'uno per cento Il Tesoro: bene i conti di luglio Deficit a 4-5 mila miliardi, come previsto ROMA. Il debito pubblico rallenta la corsa: due anni fa galoppava al 7,3%, l'anno scorso al 6,3%, ad aprile è sceso al 5,7% sui 12 mesi. Il totale resta ai limiti dell'immaginario: 2 milioni 261 mila 733 miliardi di lire, ma anche i conti di luglio fanno pensare che il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi riesca a tenere sotto controllo la spesa per centrare il mitico obiettivo del 3% nel rapporto tra deficit pubblico e prodotto interno lordo. Luglio sta comunque confermando i buoni risultati: fabbisogno contenuto (sono le previsioni) a 4-5 mila miliardi, meno della metà dello stesso mese '96. E il primo semestre ha chiuso i conti a quota 24.500 miliardi, contro i 53 mila dello stesso periodo dell'anno scorso. A gettare qualche ombra sulle previsioni, nei giorni scorsi sono arrivate le anticipazioni sulle indagini del gruppo di monitoraggio sui conti pubblici. Fra v gli statali, ad esempio, non ha dato i risultati sperati l'incentivo a trasformare il tempo pieno in «part time» : soltanto un impiegato su cento, invece dei dieci sperati, ha scelto di cambiare. Una quota esigua: nei ministeri hanno accettato il cambiamento soltanto 1200 «colletti bianchi». Le mancate economie saranno di 610 miliardi. Il grosso imprevisto arriva dai banchi di scuola, con un piccolo «boom» di iscrizioni: 93 mila ragazzi in più, che costringeranno a spese straordinarie. Secondo il ministero, il fenomeno è dovuto all'afflusso di bambini extracomunitari: porterà più spese, nel '97, per 71 miliardi (310 miliardi l'anno a regime). Nel settore trasporti è da rinnovare il contratto di servizio Fs e resta da aggiornare il contratto di programma per avere risparmi di 2800 miliardi. Mancano tagli nel trasporto locale (240 miliardi). Nella Sanità destano parecchie apprensioni le ristrutturazioni degli ospedali. Alla Difesa si prevedono difficoltà di verifica nella riduzione (25% in otto anni) degli ufficiali in servizio permanente. Tirate le somme, però, tra risparmi certi e maggiori spese probabili, l'imprevisto non dovrebbe superare i 2 mila miliardi. Lo indica lo stesso gruppo di monitoraggio, che alla fine dà un giudizio sostanzialmente positivo, pur sottolineando la presenza delle aree di rischio: «Allo stato attuale lo scadenziario previsto dalla Finanziaria sembra sostanzialmente rispettato; persistono tuttavia in alcuni settori problemi nell'ottenimento dei risparmi previsti». Il rimedio indicato è una stretta osservazione delle spese, con un energico richiamo ai responsabili delle singole amministrazioni e dei ministeri. I dati della Banca d'Italia confermano frattanto il circolo virtuoso dei conti dello Stato: negli ultimi 12 mesi debiti per oltre 123 mila miliardi (19 mila miliardi in un mese), portando il totale ai fatidici 2 milioni 261 mila miliardi, mentre il calcolo sul debito delle amministrazioni pubbliche, secondo la definizione Ue, dà alla fine di aprile un debito di 2 milioni 355 mila 105 miliardi contro i 2.350.768 di marzo. La statistica dell'istituto centrale conferma che la parte più cospicua del debito è costituita dalla ricchezza in titoli statali acquistati da famiglie e imprese (un milione e 788 mila miliardi, il'79%). Visto che altri 164 mila miliardi sono coperti dai buoni postali, emerge ancora che lo Stato è creditore per l'86,4% verso i cittadini. Non più con i Bot, perché ora vanno di moda le cedole Cct e Btp a medio-lungo termine, con qualche centesimo in più di rendimento. Titoli che piacciono sempre più all'estero: il debito di oltreconfine in aprile è salito del 10,1%: è a quota 132 miliardi (5,8% del totale). Dalla Germania arriva però un'altra voce di scetticismo, quella dell'Ho, il più prestigioso istituto di ricerca economica tedesco: sostiene che l'Italia non entrerà nell'Euro dal 1999 perché non soddisferà «formalmente» il criterio del tasso di cambio (due anni senza svalutazioni all'interno dello Sme), mancherà «di parecchio» quello sul rapporto al 60% tra debito e pil, mentre «non sufficientemente serio» sarà, secondo Tifo, anche il rispetto del limite del 3% nel rapporto tra deficit e pil. Brano Gianotti LA LUNGA STRADA DELI? ITALIA PIANO DI CONVERGENZA PER L'UNIONE ECONOMICO-MONETARIA OBIETTIVI DI FINANZA PUBBLICA IN RAPPORTO AL PIL [%) 1998 1999 2000 DISAVANZO JM» 2,4 1,8 DEBITO 121,1 119,12 116,3 IPOTESI MACROECONOMICHE [%] 1998 1999 2000 CRESCITA PIL 2 2,6 2,7 INFLAZIONE 1,8 1,6 1,6 CRESCITA OCGUPAZIONE 0,6 8,7 8,9 DISOCCUPAZIONE 11,7 11,1 16,4 INTERESSIA UN ANNO 4 6,7 6,6

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Gianotti

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma