Boicottaggio kenyota alla commissione Gallo
Boicottaggio kenyota olio commissione Gollo Boicottaggio kenyota olio commissione Gollo §lliti~ IL CASO L'INCHIESTA NAIROBI DAL NOSTRO INVIATO Inizia con un giallo diplomatico la missione nel Corno d'Africa della commissione di inchiesta sulla Somalia, presieduta da Ettore Gallo. L'arrivo era previsto per oggi a Nairobi dove, in una sala separata dell'aeroporto internazionale «Kenyatta», la commissione avrebbe dovuto interrogare i somali vittime e testimoni delle violenze compiute dai militari italiani durante l'operazione «Restore Hope». Ma quella saletta separata, in zona extraterritoriale, il Kenya di Arap Moi si è ben guardato da concederla. E' stato il ministero degli Esteri a far sapere all'ultima ora al nostro ambasciatore, Roberto Maria di Leo, che i somali provenienti da Mogadiscio non avrebbero mai avuto il permesso di atterrare «neanche per un minuto». Le pressioni giunte da Roma non hanno fatto cambiare idea ai kenyoti. Tutto da rifare dunque, anche le camere di albergo già prenotate all'Hilton di Nairobi sono state annullate. La commissione Gallo - composta anche da Tullia Zevi, Tina Anselmi e i generali Antonio Tamburro e Cesare Vitale - ha in un primo momento pensato di rinviare la missione africana addirittura all'inizio di settembre. Ipotesi scartata però in ragione del già forte ritardo accumulato da Gallo, che aveva promesso la pubblicazione delle conclusioni «entro un mese dall'istituzione della commissione». L'unica cosa certa è che grazie ai buoni uffici del nostro ambasciatore in Etiopia, Maurizio Melani, gli interrogatori si svolgeranno nella giornata di domani in un «luogo segreto» nella capitale Addis Abeba, dove potrebbe giungere anche il capo della procura militare Antonino Intelisano. Ad essere ascoltati saranno undici cittadini somali, uomini e donne: fra loro - fanno sa¬ pere fonti somale a Nairobi vi sono anche delle vittime ed alcuni dei parenti dei presunti torturati, segnalati dalla Società degli intellettuali somali. Ma anche Addis Abeba non si è mostrata poi così accogliente: domani sera la commissione, senza sostare neanche una notte, ripartirà in gran fretta alla volta di Nai- robi, dove sono in lista di attesa per essere ascoltati giovedì mattina altri testimoni (fra cui alcuni cittadini italiani). Nonostante le fitte consul- tazioni fra Roma, Nairobi ed Addis Abeba non c'è stato nulla da fare. La commissione Gallo viene accolta con gran sospetto e assai poca collaborazione. Negli ambienti diplomatici italiani la spiegazione prevalente è che il Kenya (che continua ad ospitare migliaia di profughi somali) non vuole entrare da protagonista in una vicenda poco chiara e dalle conseguenze imprevedibili nel turbolento Paese confinante. Ma è comunque un dato di fatto che l'arrivo della commissione Gallo si incrocia anche con la missione del sottosegretario agli Esteri, Rino Serri, a Mogadiscio. «Non c'è alcun legame fra le due cose ripete l'inviato della Farnesina - perché la nostra determinazione nel favorire la pacificazione prescinde dal nostro impegno nell'accertare e punire i responsabili di quelle orribili violenze». Sarà, ma negli ambienti somali a Nairobi, si fa notare che gli interrogatori alla fin fine si svolgeranno nel Paese - l'Etiopia che in questo momento sta più sostenendo la mediazione italiana in favore del «Patto di Mogadiscio», mentre il Kenya fino a questo momento ha preferito non sbilanciarsi in nessun senso, per non sollevare il sospetto di voler favorire chiunque fra i «signori della guerra» che si contendono la capitale. [m. mo.] li regime di Arap Moi vieta l'atterraggio all'aereo con i testimoni somali Verranno ascoltati ad Addis Abeba Giallo all'aeroporto I cinque inquirenti costretti a ripartire per l'Etiopia dove riproveranno a sentire le vittime delle torture di «Restore Hope» Il presidente della commissione governativa d'inchiesta sulle atrocità in Somalia, Ettore Gallo
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