«Ho visto piangere Pol Pot»

Ha assistito al processo del feroce capo dei khmer rossi Ha assistito al processo del feroce capo dei khmer rossi «Ho visto piangere Poi Pot» // racconto di un giornalista Usa PHNOM PENH. Poi Pot, il capo storico dei khmer rossi, 69 anni, malato e affaticato, avrebbe a stento trattenuto le lacrime durante il «processo» cui l'hanno sottoposto i suoi ex sostenitori e in cui è stato condannato al carcere a vita. L'ha riferito ieri un giornalista americano, Nate Thayer, corrispondente del settimanale economico «Far eastern economie review», che sostiene di essere stato testimone, nella roccaforte dei guerriglieri ad Anlong Veng a 310 chilometri a Nord-Ovest di Phnom Penh, del processo al capo dei khmer rossi. Il corrispondente della rivista con sede a Hong Kong dice di aver assistito alla condanna di Poi Pot, confermando quanto annunciato tempo fa anche dalla radio clandestina della guerriglia, nella roccaforte dei khmer rossi. Il suo resoconto, corredato da foto che mostrerebbero Poi Pot con i capelli bianchi e molto affaticato, verrà pubblicato in esclusiva mondiale giovedì. Il giornalista riferisce che Poi Pot ha ascoltato in silenzio davanti a 500 persone - civili e guerriglieri, molti dei quali rimasti feriti e mutilati durante azioni militari - le denunce dei testimoni. «Gli si leggeva negli occhi l'angoscia, era sull'orlo delle lacrime», ha riferito il giornalista. L'ex leader della guerriglia, dal 1975 al 1979 alla testa del regime che portò alla morte due milioni di cambogiani, ha ascoltato in silenzio da un palco allestito per l'occasione. Dopo la condanna all'ergastolo Poi Pot è stato portato via da uomini che l'hanno sostenuto_per. lebraccia. «Non è uno-scherzo, non è un trucco. Poi Pot è finito. I khmer rossi come li abbiamo conosciuti non esistono più», ha concluso Thayer. Il capo storico della formazione è stato sconfessato dalla maggioranza dei suoi seguaci dopo l'esecuzione, in giugno, del ministro della Difesa della formazione, Son Sen, colpevole di aver avviato trattative di pace con il primo premier cambogiano Norodom Ranariddh, a sua volta deposto con un colpo di stato dal secondo premier Hun Sen. Con Son Sen erano stati giustiziati dieci componenti della sua famiglia. I khmer rossi hanno annunciato che non consegneranno Poi Pot ai tribunali internazionali. Secondo Nate Thayer, che ha chiesto 100.000 dollari per ogni foto dell'ex dittatore cambogiano, questo processo segna «la fine reale» di Poi Pot. «Non si tratta di uno stratagemma. Poi Pot è davvero finito», ha commentato il giornalista che segue da anni la lotta della guerriglia d'ispirazione maoista in Cambogia. Sarebbe il primo testimone straniero ad aver visto il leader dei Khmer rossi negli ultimi 18 anni. Con Poi Pot sono stati condannati al carcere a vita anche tre militari d'alto rango. Secondo il giornalista americano, tutti e quattro sono stati riconosciuti colpevoli della morte dell'ex ministro della difesa Son Sen e della sua famiglia. Quello che svolgeva le funzioni di pre- sidente della corte ha detto che i quattro condannati «non saranno rimessi alla giustizia intemazionale». Durante la lettura della sentenza la folla avrebbe scandito le parole: «Cancellate Poi Pot e la sua-banda». Hun Sen, il secondo premier cambogiano che il 5 luglio scorso ha estromesso con un sanguinoso colpo di stato il primo capo del governo, il principe Norodom Ranariddh ha commentato la condanna del leader dei Khmer rossi: «E' una manovra politica. Poi Pot è ad Anlong Veng e continua a comandare le sue forze», ha dichiarato ai giornalisti. [Agi-Ap] Poi Pot. l'ex leader dei Khmer rossi

Persone citate: Hun Sen, Norodom Ranariddh

Luoghi citati: Cambogia, Hong Kong, Phnom Penh, Usa