Flick: Mani pulite non è sotto accusa

Nelle carte del Gico alla Spezia Nelle carte del Gico alla Spezia Flick: Mani pulite non è sotto accusa MILANO. «Non è emerso neppure il più vago elemento a carico dei magistrati del pool Mani pulite». Così ha risposto ieri il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Flick a una vecchia interpellanza presentata da Forza Italia nel pieno dei «veleni» dell'inchiesta della Spezia su Francesco Pacini Battaglia. L'interpellanza parlamentare era stata presentata il 6 novembre scorso dall'onorevole di Forza Italia Michele Saponara, ex presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, nonché combattivo antagonista del pool di Mani pulite. Nella sua richiesta al Guardasigilli, Saponara faceva riferimento all'ormai famoso rapporto dei Gico di Firenze nel quale venivano riportate innumerevoli intercettazioni ambientali. Non tutte comprensibili, o comunque non immediatamente intelligibili nel loro significato, alcune chiacchierate registrate di Chicchi sembravano voler coinvolgere non solo Di Pietro ma l'intero pool di Milano, compreso il procuratore capo Saverio Borrelli. Nel rapporto dei corpi speciali della Finanza inoltre, venivano espresse pesanti considerazioni sull'operato dei magistrati milanesi, adombrando l'ipotesi che esistesse un «sodalizio criminoso» tra alcuni pm e avvocati per favorire taluni indagati di Tangentopoli. Saponara, raccogliendo articoli di giornali e riprendendo delle dichiarazioni di Borrelli che prospettava «manovre calunniose della Guardia di Finanza», aveva perciò deciso di chiedere al ministro Flick Francesco Pacin Battaglia un intervento presso il procuratore di della Spezia «affinché le questioni sopra evidenziate possano essere affrontate e risolte in un clima di massima serenità». L'onorevole di Forza Italia chiedeva inoltre che le procure della Spezia («e di Brescia, ove in quel rapporto si accenni a magistrati della procura di Milano attualmente in servizio»), esaminassero con assoluta urgenza il rapporto e gli allegati e «con altrettanta urgenza contestino agli interessati gli elementi a carico». Il rapporto dei Gico prese poi la strada di Brescia, sfociando nell'attuale inchiesta che vede Antonio Di Pietro indagato per concussione, e di Perugia, con l'incriminazione di magistrati romani all'epoca in servizio, accusati di aver preso soldi dal banchiere tosco-svizzero. E ora, a distanza di 9 mesi ecco la risposta del Guardasigilli: «Il procuratore della Repubblica della Spezia ha rappresentato di non poter riferire sul merito dei fatti, oggetto dell'atto ispettivo, ostandovi il segreto investigativo. Lo stesso procuratore ha tuttavia ribadito, a conferma di quanto a suo tempo precisato con un comunicato stampa, che dall'inchiesta non è emerso alcun elemento, neppure il più vago, a carico dei magistrati attualmente in servizio presso la procura di Milano». Flick rileva anche che «il ministero delle Finanze ha comunicato che sia l'autorità giudiziaria sia il comando generale della Gdf hanno vivamente raccomandato il rigoroso rispetto del segreto investigativo», [r. m.] Francesco Pacini Battaglia

Luoghi citati: Brescia, Firenze, Milano, Perugia, Saponara