«Quel matrimonio si deve rifare» di Luciano Borghesan

«Quel matrimonio si deve rifare» Porte chiuse al sì di De Benedetti «Quel matrimonio si deve rifare» TORINO. Prima di sposarvi ricordatevi di lasciare aperta la porta dell'ufficio comunale in cui sta per essere celebrato il matrimonio. Eviterete di correre il rischio di vedere invalidato il vostro «sì», com'è capitato, ieri, per poche ore, a Silvia Monti e Carlo De Benedetti, a neanche venti giorni dalle nozze. Un'interpellanza dell'ex repubblicano Beppe Lodi, in consiglio comunale con Forza Italia, ha sollevato il dubbio: «I matrimoni civili devono celebrarsi nella casa comunale in una sala aperta al pubblico». Invece tra l'Ingegnere e l'ex attrice, il 10 luglio, fu officiato un rito dal carattere riservato. Nell'ufficio del sindaco Castellani, a porte chiuse, senza curiosi, giornalisti e fotografi. Lodi chiede ah'amministrazione se ritenga che sia stato rispettato l'obbligo succitato («con la conseguente validità del matrimonio») «non lasciando aperto al pubblico l'ufficio ove si è celebrato il matrimonio». Nel loro giorno del «sì», la coppia fu assediata da reporter. «Difficile commentano i collaboratori dell'ex presidente Olivetti - dar vita a una cerimonia privata, almeno nel senso che riguardava la vita privata di due personaggi noti». Solo all'uscita da Palazzo Civico gli sposi si concessero agli obiettivi, ma insofferenti alle richieste di darsi anche un solo bacio pubblico. Anche lì resistettero. Si dovrà ripetere scena e copione? Castellani è seccato: «Il matrimonio è stato pubblico. Si è svolto secondo legge». Non aggiunge altro, ma per lui lo fanno gli alleati dell'Ulivo at¬ taccando Lodi sul piano politico: «Una mossa di cattivo gusto per farsi pubblicità». La porta era chiusa, confermano i giornalisti presenti alla pre-cerimonia. Il chiarimento arriva dall'assessore ai Servizi Demografici, Artesio: «Il matrimonio è regolare. Sono tre le condizioni da rispettare, e lo sono state: 1) la legittimità dell'officiante (era il sindaco); 2) quattro testimoni (una sorella di lei, l'industriale vicino di villa in Costa Smeralda e i figli); 3) il giorno della celebrazione deve essere quello che è stato annunciato nelle pubblicazioni». Ma la porta? «Sarebbero da invalidare tutti i matrimoni - risponde Artesio - è prassi che una volta entrati gli invitati si chiudano i battenti. E' una condizione di favore, il Comune apre le porte per i matrimoni a tutti i parenti e gli amici, ma non come garanzia di pubblicità». Inoltre, l'assessore precisa che l'uscio dell'ufficio del sindaco non era sprangato. Per i legali «la legge fa prevalere la volontà degli sposi di unirsi in matrimonio» anche su presunte irregolarità. Le nozze a porte chiuse sono comunque valide, semmai l'ufficiale di stato civile che le ha celebrate rischia un'ammenda. Potrebbe esserci l'applicazione di una sanzione a carico dell'ufficiale di stato civile celebrante. Insomma, in questo caso, alla fine, l'unico a rischiare (una multa) è Castellani. D'ora in poi dovrà fare attenzione. Peccato, gli veniva così naturale: «L'ultimo chiuda la porta!». Luciano Borghesan Carlo De Benedetti e Silvia Monti in municipio a Torino il 10 luglio scorso dopo il «sì» davanti al sindaco Valentino Castellani

Luoghi citati: Lodi, Torino