L'Ulivo a Verdi e Di Pietro «Bevete una birra di pace»

L'ex pm domenica a Grosseto con Legambiente. Veltri: intollerabile veto su di lui L'ex pm domenica a Grosseto con Legambiente. Veltri: intollerabile veto su di lui L'Ulivo a Verdi e Di Pietro «Bevete una birra di pace» ROMA. Di Pietro e Manconi si metteranno d'accordo davanti a una bella birra fresca. Ne è convinta la coordinatrice nazionale dell'Ulivo, Marina Magistrelli. «Li invito - dice Magistrelli - a un incontro "fresco" e cordiale. Il pretesto potrebbe essere una... birra fresca a Largo Brazzà (e poi vedremo se la pubblicità fa ancora miracoli)». La Magistrelli parte dal presupposto che i Verdi sono «alleati fedeli» e sul metodo della candidatura Di Pietro «stanno dando voce ad umori presenti anche in altre componenti dell'Ulivo. Nel merito chiedono di verificare le compatibilità di Di Pietro con la cultura dell'Ulivo. Decisioni così importanti devono essere ridiscusse da tutta la coalizione. Sono sicura che Di Pietro non cerca scorciatoie nè sconti. D'altro canto, entrando a far parte del governo dell'Ulivo, ne aveva già accettato il programma». Che una certa perplessità serpeggi nell'Ulivo sarebbe provato anche da un sondaggio (promosso dai Socialisti italiani, su un campione di 450 persone) secondo cui la maggioranza (67,3 %) degli abitanti del Mugello vuole un candidato locale: per il candidato esterno si è espresso il 13,3% mentre il 19,4% non sa rispondere. Alla domanda sul criterio di scelta e cioè se sia giusto che i candidati vengano definiti dai partiti o dai cittadini, il 75,3% ha detto che spetta ai cittadini, mentre dà mano libera ai partiti l'8,7% e il 16% non sa. Infine sulla questione dell'area politica di appartenenza di Di Pietro il 34,7% ha detto di ritenere l'ex pm un uomo di centro sinistra, il 19,1% (tra cui soprattutto gli anziani) di centro destra, non sa il 46,2%. Di Pietro avrà comunque presto occasione di guadagnare i verdi alla sua causa: domenica sarà ospite di Legambiente a Grosseto, dove «potrà confrontarsi con gli ambientalisti sull'esperienza del governo dell'Ulivo, su sviluppo sostenibile, Federalismo e Stato», annuncia Gianni Mattioli, verde «dissidente» dalla linea anti-pm del segretario Manconi. «Sarà una occasione importante che, spero, contribuirà a rasserenare il rapporto dei Verdi con Di Pietro e a far emergere il valore di questa scelta. Le diffidenze dei dirigenti si potranno superare». Mentre Mattioli sceglie la linea della persuasione, Etto Veltri si in- fiamma. «Non posso tollerare che, mentre dò continuamente il mio voto di fiducia ai rappresentanti verdi del governo, trovo un veto per una candidatura al Senato. E' intollerabile. Abbiamo sostenuto senza mai polemizzare ministro e sottosegretari verdi... e nei confronti del sottosegretario alla Giustizia (Corleone ndr) io avrei avuto motivi ripetuti e continui di polemica. Sono stato zitto e adesso devo subire un niet di fronte ad una candidatura per una Ubera elezione. E poi, parliamoci chiaro, nel collegio del Mugello quanto contano i verdi? Bisogna avere il senso delle proporzione. A Veltri risponde piccato il presidente dei senatori verdi Maurizio Pieroni: «Per affrontare un durissimo autunno non avevamo bisogno di questa mina gratuita. Ecco il par¬ tito di Di Pietro. Ancor prima che il loro capo sia candidato già pone problemi al governo e vuol cacciare i Verdi. C'è da ringraziare Veltri per aver reso esplicita la natura del progetto politico che anima gli "ultras" del 513». Pieroni comunque pare possibilista sul fronte della <(birra»: «Sarà il nostro portavoce a decidere ma non credo si rifiuterà. Una birra non si nega a nessuno. Noi abbiamo avversari non nemici. E' certo che comunque non può bastare una birra a risolvere il problema che abbiamo posto. Anche perché le dichiarazioni di Veltri confermano le ragioni della nostra posizione». E mentre il presidente dell'Autorità garante per la privacy Stefano Rodotà nega che si sia mai pensato a una sua possibile candidatura antiDi Pietro, il Polo sottolinea le divi¬ sioni all'interno del campo nemico. Stavolta a sparare èRocco Buttiglione, leader Cdu, cui pare «che l'Ulivo stia perdendo i pezzi, n Polo è compatto e difende il principio di giustizia. Un principio che vuole farla finita con la commistione tra magistratura e politica. Di Pietro poteva avere una funzione straordinaria, non schierandosi ma garantendo una soluzione politica per uscire da Tangentopoli. Di Pietro che diventa parte e tenta di monetizzare la popolarità derivatagli da Mani pulite non gode più della stessa stima. E' stato il simbolo di una magistratura coraggiosa che si ribella contro il potere e ha avuto tutti gli italiani in suo favore. Adesso sta diventando il simbolo di una magistratura che si è affezionata al potere e vuole condizionare la politica italiana», [r. i.] Buttiglione: è diventato il simbolo di una magistratura affezionata al potere Qui accanto il portavoce dei Verdi Luigi Manconi A destra l'ex ministro dei Lavori Pubblici Di Pietro

Luoghi citati: Grosseto, Roma