Indulto alla prova del voto ma le vittime ripetono: no

Indulto alla prova del voto ma le vittime Indulto alla prova del voto ma le vittime 31 POLEMICA IL FUTURO DEI TERRORISTI 5^25 £.?••.- '~m OROMA GGI si saprà se c'è o no quel vasto accordo politico che è indispensabile per concedere l'indulto agli ex terroristi neri e rossi. Si riunisce infatti la Commissione giustizia della Camera per discutere la proposta messa a punto dal relatore Niki Vendola. La bozza, preparata già nello scorso aprile, prevede la trasformazione dell'ergastolo in 21 anni di reclusione e introduce significativi sconti di pena, ma esclude dai benefici i condannati per strage. Favorevoli senza riserve sono Rifondazione comunista e Sinistra democratica. Contrarissima la Lega Nord. Divisi i Popolari: mentre il capogruppo in Commissione, Pietro Carotti, si dichiara «moderatamente favorevole», il suo collega Antonio Borrometi scrive sul Popolo un articolo di fuoco contro il provvedimento, osteggiato dalla maggioranza del ppi. Divisi al loro interno anche Forza Italia e An: una parte dei parlamentari in Commissione si schiera a favore (Tiziana Maiolo di Fi, Adolfo Urso, Vincenzo Fragalà e Alberto Simeone di An), un'altra è orientata contro l'indulto (Carlo Giovanardi del ccd, Pasquale Giuliano di Fi, Gianfranco Anedda e Alfredo Mantovano di An). Nei giorni scorsi era corsa voce, alimentata da fonti parlamentari, che sulla base della proposta Vendola fosse stata raggiunta una larga intesa all'interno della Commissione. Lo stesso presidente della Commissione, Giuliano Pisapia, di Rifondazione comunista, aveva però subito provveduto a gettare acqua sul fuoco degli entusiasmi, specificando che l'accordo era ancora tutto da costruire. Oggi si vedrà se aveva ragione lui o invece il partito degli ottimisti. Di certo, la proposta di indulto suscita forti reazioni a favore e contro. Ieri è uscita dal silenzio Ileana Lattanzi, vedova del maresciallo Oreste Leonardi, il caposcorta di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate rosse la mattina del 16 marzo 1978 in via Fani. La signora Lattanzi, che fa parte dell'Associazione familiari vittime del terrorismo, giudica l'eventuale provvedimento di clemenza «una vergogna, un'offesa alle memorie delle vittime che spesso sono morte facendo il loro dovere in nome dello Stato». La vedova del maresciallo Leonardi è severa: «Concedere l'indulto ai terroristi che si sono macchiati di reati di sangue - dice - sarebbe un gesto terribile da parte dello Stato: significherebbe affermare che la vi- 31 ta umana non ha alcun valore». E' stupita, la vedova del caposcorta di Moro, per l'attenzione che da anni viene prestata a chi ha commesso omicidi in nome dei propri ideali politici: «E' incredibile che si pensi solo a loro, che ci si preoccupi della loro detenzione, che si voglia trovare il modo di farli uscire a tutti i costi». Ed ecco l'accusa: «A noi familiari degli uccisi mai nessuno ha chiesto niente, mai nessun politico ha portato consolazione... Siamo i veri dimenticati da questo Stato che cerca di far uscire prima possibile chi ha commesso delitti». Mille anni luce lontano da quello della vedova Leonardi è il punto di vista di Oreste Scalzone, ex leader di Autonomia Operaia, condannato a 22 anni per insurrezione armata e da tempo rifugiato a Parigi. Anche lui è ostile all'ipotesi di indulto in discussione alla Camera, ma per un motivo opposto, perché è ancora troppo poco: «Solo un indulto totale sulla pena potrebbe risolvere in modo risolutivo il problema della chiusu¬ ra degli anni di piombo». Scalzone chiama a raccolta i «fuorusciti» perché si battano in favore di una «soluzione unitaria». Serie riserve, ma di opposta natura, vengono sollevate dal noto penalista Carlo Taormina L'indulto, a suo giudizio, potrebbe scatenare una rivolta generale nelle carceri. Infatti, «liberare i terroristi, che hanno commesso fatti la cui gravità non ha eguali in nessun altro reato, e lasciare in carcere chiunque altro, sarebbe davvero una vergogna di regime» Conclusione perentoria dell'avvocato Taormina: «Se i tempi sono maturi per l'indulto, lo sono per tutti i reati». Già, ma come ricorda Vin cenzo Siniscalchi, deputato della sinistra democratica, «molte delle pene comminate sono conseguenze di un'emergenza che ha portato anche ad un raddoppio delle stesse. C'è quindi la necessità di un rie quilibrio», che riguarda i 260 ex terroristi ancora in carcere e i 130 tuttora latitanti. [r. r.l Oggi in Commissione la proposta Vendola Favorevole la sinistra contraria la Lega divisi Polo e ppi A sinistra Giovanni Maria Flick ministro per la Giustizia A destra Nicki Vendola

Luoghi citati: Parigi, Taormina