Torna in strada il popolo dell'Eta di Foto Reuter

Corteo di decine di migliaia di sostenitori di Herri Batasuna a San Sebastian Corteo di decine di migliaia di sostenitori di Herri Batasuna a San Sebastian Torna in strada il popolo dell'Età Uno degli slogan: con le autobombe arriveremo a imporre il negoziato MADRID NOSTRO SERVIZIO «Gora Età Militarra» (Viva Età Militare, l'organizzazione indipendentista basco-spagnola); «Età, matalos» (Età, uccidili); «Fara la negociación, coche-bomba solución» (Per la negoziazione, autobomba soluzione); «Presoak kalera» (Detenuti in libertà). Per due ore, dalle 12 alle 14 di ieri, questi slogan, pesanti come pallottole e dirompenti come il tritolo, sono stati scanditi dalle decine di migliaia di manifestanti, convocati da Herri Batasuna (Hb, il partito dell'Età) e dalla galassia «etarra», che sono scesi in piazza a San Sebastian dietro lo striscione «Soluzione politica per i Paesi Baschi». Trentamila filoterroristi. Il movimento di liberazione nazionale basco è composto da Età, il braccio armato; da Herri Batasuna; da Jarrai, la temibilissima organizzazione giovanile specializzata in guerriglia urbana; dalle femministe di Egizan; dal sindacato Lab; dai bracci carcerari «Gestoras pro-amnistia» e Epsk-Gureak; dagli ecologisti di Eguzki. Il tutto coordinato da un organismo di massa illegale e semiclandestino. Mai come in questa occasione il movimento ha dimostrato la sua impressionante capacità di mobilitazione, questa volta, volutamente, senza incidenti. Per i vigili urbani erano 18 mila; per la «Ertzaintza», la polizia regionale basca presente con i passamontagna per evitare ritorsioni, 20 mila. Per Hb dai 40 ai 50 mila. La stima più realistica sembra essere di circa 30 mila presenze. «E' la più grossa manifestazione vista negli ultimi dieci anni a Donostia (San Sebastian in basco)», ci diceva ieri sera, giulivo, un redattore capo di «Egin», il braccio giornalistico dell'Età, il giornale del terrore che vende ben 52 mila copie e che ieri titolava: «Donostia aspetta una moltitudine». Ed in strada era davvero una marea. L'appuntamento era molto importante. Proprio 15 giorni fa, dopo l'assassinio del consigliere popolare basco Miguel Angel Bianco, freddato con due colpi alla nuca dalla Colonna Donostia dell'Età (dopo un ultimatum di 48 ore: la sua vita in cambio del raggruppamento solo nei Paesi Baschi spagnoli dei suoi 500 detenuti dispersi in 52 galere di tutta la Spagna), erano scesi in piazza contro la barbarie «etarra» (817 morti ammazzati dal '59), in tutto il Regno, almeno 6 milioni di spagnoli. Hb, 180 mila voti (e ben il 18,6 per cento nelle politiche del '96 in Guipuzcoa, la culla dell'Età di cui Donostia è capoluogo), 2 deputati alla Camera, 16 al Parlamento regionale di Viteria e 25 sindaci, è stata isolata da tutti i partiti. Ma il «movimento» è forte come prima e appare indifferente alla Spagna e ai 500 mila che gli manifestarono contro lo scorso 14 a Bilbao, nella «sua» Euskadi. Infatti ieri, alle migliaia di filoterroristi che lo ascoltavano brandendo le centinaia di foto dei «prigionieri» (assassini con centinaia di cadaveri sulle spalle, tra cui 22 bambini) ed alzando il pugno, Floren Aoiz, il portavoce di Hb, felice come una pasqua, «sparava»: «Avete visto quanti siamo? Dopo le manifestazioni di Bianco ci volevano cancellare e qui hanno avuto la risposta. Madrid deve accettare le proposte dell'Età e negoziare, come fa Londra con l'Ira». A poco serve che Julen Madariaga, un avvocato sessantenne che fondò l'Età nel '59, invitasse ieri, dalle colonne di «El Mundo», la direzione strategica «etarra» ad un cessate il fuoco immediato di almeno un mese. «Sono vent'anni che Madariaga non conta più nulla», commentava, ieri, «Egin». Sabato il giornale pubblicava un grafico agghiacciante. «"Azioni" nel '96 1113; con esplosivo 43, con molotov 712, sabotaggi 282, "altri" 76. Sedi politiche attaccate con molotov 103». La guerra continua: ieri l'Età ha mostrato il suo esercito. Gian Antonio Orighi La manifestazione è stata controllata dagli «etarras» in passamontagna Un'immagine del corteo che ha percorso ieri le strade di San Sebastian Le fotografìe sui cartelli ritraggono alcuni dei 500 detenuti baschi militanti dell'Età Più a sinistra il primo ministro spagnolo José Maria Aznar [FOTO REUTER]

Persone citate: Aoiz, Fara, Gian Antonio Orighi, José Maria Aznar, Julen Madariaga, Miguel Angel, Mundo