«Indagate sugli aiuti ai nazisti» di Luigi Grassia

Accuse dal Centro Wiesenthal: coi fondi rubati agli ebrei scappò anche Eichmann Accuse dal Centro Wiesenthal: coi fondi rubati agli ebrei scappò anche Eichmann «Indagate sugli aiuti ai nazisti» // Congresso mondiale ebraico lo chiede alla Santa Sede Sul Vaticano piovono nuove accuse, tutte da verificare (per quanto la fonte sia autorevole: il Centro Simon Wiesenthal) sul ruolo ambiguo che la Santa Sede avrebbe svolto in collusione con i nazisti alla fine della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi. Stavolta ai vertici della Chiesa si imputa di aver cooperato alla fuga di migliaia di ex criminali di guerra, tedeschi e di altre nazionalità, verso l'America Latina e il Medio Oriente, utilizzando, per di più, una parte dei fondi rubati agli ebrei che, secondo documenti americani resi pubblici pochi giorni fa, sarebbero finiti nelle casse vaticane tramite il capo dei filo-fascisti «ustascia», il croato Ante Pavelic. Il presidente del Congresso ebraico mondiale, Edgar Bronfman, ha detto che «il Vaticano deve aprire un'inchiesta. Sono curioso di sapere quale ruolo abbia svolto nella fuga dei nazisti e nelle forniture di denaro per farli vivere laggiù». Bronfman ha aggiunto di volere chiedere udienza al Papa per discutere gli interrogativi ancora senza risposta: «Di questo aspetto della guerra va ancora scritto l'ultimo capitolo». L'accusa di aver incamerato l'oro dell'Olocausto aveva già ricevuto una netta smentita dalle fonti vaticane; quella di aver aiutato i nazisti in fuga non ha ancora suscitato reazioni ufficiali dalla Santa Sede, anche perché tutto quel che per ora se ne sa è contenuto in un articolo del domenicale britannico «Sunday Telegraph». A quanto vi si legge, peraltro, il Centro Wiesenthal avrebbe a disposizione delle prove che dovrebbero essere presto rese note. Come si spiegherebbe la singolare souecitudine del Vaticano per la salvezza dei criminali di guerra? La Chiesa si sarebbe preoccupata di far fuggire dalla Germania e dall'Europa dell'Est persone di fede cattolica che avevano collaborato con i nazisti e che rischiavano di subire rappresaglie dai nuovi occupanti sovietici. A beneficiare di questo soccorso sarebbero stati super-crimi¬ nali come lo stesso Pavelic («espatriato travestito da prete») e persino Adolf Eichmann, il pianificatore dell'Olocausto ebraico, catturato da agenti israeliani in Argentina nel 1960 e poi impiccato. Shimon Samuels, del Centro Wiesenthal, ha detto che tale coinvolgimento del Vaticano nella fuga di Eichmann risulterebbe «da due distinte fonti». Quali, per ora, non è dato sapere. Il Sunday Telegraph riferisce che l'aiuto consisteva nel procurare passaporti della Croce Rossa per permettere gli espatri sotto falsa identità; in attesa dei documenti, i nazisti e i collaborazionisti potevano usufruire della rete di conventi cattolici per trovarvi un temporaneo rifugio. Il giornale aggiunge che «uno di tali monasteri a Sud di Roma, dove l'ex capitano delle SS Erich Priebke si trova ora agli arresti dorniciliari, ospitava in segreto criminali di guerra subito dopo il conflitto». Accusa grave e da verificare perché farebbe apparire l'ospitalità a Priebke non come un atto umanitario, ma come l'espressione di una collusione di lungo periodo. Luigi Grassia

Luoghi citati: America Latina, Argentina, Europa Dell'est, Germania, Medio Oriente, Roma