Immigrati allarme di Costa
Il leader Udc accusa anche rappresentanze diplomatiche: «Favoriscono i clandestini» Il leader Udc accusa anche rappresentanze diplomatiche: «Favoriscono i clandestini» Immigrati, allarme di Costa Alla Corte dei conti: il governo nonfa nulla ROMA. L'Italia sotto l'assedio degli extracomunitari. E con nessuna o scarsa volontà di liberarsi. Raffaele Costa, segretario dell'Unione di Centro, è allarmato e denuncia: più del 20 per cento dei reati commessi nel nostro Paese sono da imputare a questi ospiti che, numericamente, rappresentano solo il 3 per cento della popolazione; 100 mila di loro (su oltre un milione che vivono nelle nostre regioni) hanno permessi di soggiorno di nessun valore mentre le stesse rappresentanze diplomatiche di alcuni Paesi «svolgono un'azione di favoreggiamento nei confronti di clandestini che delinquono». Questa sorta di buia radiografia fa da corollario a un esposto che l'ex ministro ed ex candidato alla guida di Torino ha presentato alla Corte dei conti sulla mancanza di «fondamentali provvedimenti» in materia di immigrazione. «L'esecutivo - sostiene non ha emanato il decreto sui flussi migratori per determinare il numero massimo di extracomunitari che avrebbero potuto stabilirsi in Italia come previsto dalla legge Martelli». Di più: il governo - rincara la dose Costa - ha atteso «addirittura il 24 giugno '97 per inviare alle Camere uno sche- ma di decreto sull'immigrazione verso l'Italia relativo a questo stesso anno». Un ritardo colpevole che, secondo il segretario dell'Unione di Centro, bissa quello del '96 quando l'analogo decreto arrivò, addirittura, il 27 dicembre. «E' necessario - insiste Costa nel suo esposto - che la Corte dei conti accerti se nel comportamento del governo vi siano responsabilità per danni conseguenti alla mancata applicazione delle leggi». Questo perché, proprio a causa di questo ritardo, gli uffici decentrati del ministero degli Esteri, dell'Interno, del Lavo¬ ro, dell'Inps e dell'Inail non avrebbero potuto disporre d'uno strumento fondamentale di previsione, programmazione e controllo circa l'arrivo degli stranieri. I quali stranieri sono, per Costa, una sorta di mare magnum nel quale galleggiano abusi e superficialità senza fine. Un esempio tra i tanti? «Delle espulsioni deliberate si riesce ad attuarne solo il 1020 per cento. E' stato fatto ben poco per assistere socialmente questi immigrati ed inserirli nel sistema produttivo, ed ecco, quindi, che molti sono abbandonati al proprio destino e spinti a delinquere». Queste le cifre relative ai reati: nel 1996 sono stati arrestati 23.533 extracomunitari, nei primi mesi del '97 si è giunti aio mila. Una situazione difficile nella quale le rappresentanze diplomatiche svolgerebbero una vera e propria azione di favoreggiamento: «Così, oggi, assistiamo alla costituzione di parte civile del consolato del Marocco per la morte di Abdellah Doumi mentre dovremo far notare ai diplomatici marocchini che l'Italia avrebbe mille volte diritto di costituirsi parte civile verso il Marocco.per quanto i cittadini di quel Paese hanno fatto da noi». Ancora si attende il varo della nuova legge sull'immigrazione attualmente all'esame della Camera, ma nel frattempo l'Italia non «può trincerarsi dietro la mancata approvazione d'una nuova norma da parte del Parlamento, che fa autonomamente le proprie scelte, mentre al Governo compete di applicare le leggi esistenti». Tutto ciò - conclude - mentre 5 mila dei 13 mila albanesi che erano stati ospitati nei campi profughi sono fuggiti e rendono ancora più drammatica la situazione innescata dai ritardi dell'esecutivo. [r. i.] Raffaele Costa
Persone citate: Abdellah Doumi, Costa Alla Corte, Raffaele Costa
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