I «celtici» s'inchinano al Ghana di S. G.

I «celtici» s'inchinano al Ghana I «celtici» s'inchinano al Ghana Calcio a Brescello, vincono gli africani BRESCELLO (Reggio Emilia). «Sono cose che succedono solo in quel piccolo angolo di terra che dovrebbe essere grande come il mondo»: Giovannino Guareschi, inventore del mondo Piccolo, descriverebbe in questo modo quel che il Carroccioo ha organizzato ieri. La Lega Nord ha scelto proprio il paese che ha fatto da sfondo alle facezie tra Peppone e Don Camillo per tenere a battesimo la prima squadra scesa in campo in Italia (ovviamente in Padania, a due passi dal Grande Fiume, come dicono in questa zona d'Italia) con le insegne biancoverdi. Scritta «Padania» obliqua, qualche sole delle Alpi, cartina geografica (soltanto nordista, s'intende): con questo look amatori simpatizzanti del Carroccio hanno sfidato in una gara di calcio un'agguerrita rappresentativa ghanese, della Bassa Emiliana, parmense e reggiana, di operai, metalmeccanici, manovali, che alla fine hanno fatto valere la propria superiorità fisico-atletica, rimontando da 1-2 e da 2-3 a 5-3, per la disperazione delle poche decine di «aficionados» del Carroccio sulle tribune del campo sportivo «Morelli». La partita era men che amichevole (anche per questo l'arbitro, Siboni, di Piacenza, ha pensato bene di procrastinare il fischio d'inizio di una mezz'oretta, per via della calura), ma molto sentita. Al punto che, sul finire, la partita è stata sospesa una decina di minuti, perché gli extracomunitari si sentivano «turlupinati». «Abbiamo subito il terzo gol mentre i padani erano in campo in 12», sbraitava un ghanese. Ma l'arbitro non aveva visto, ed ha convalidato la marcatura (piuttosto, oggi il signor Siboni potrebbe beccarsi un rimbrotto dal Centro Sportivo Italiano, l'ente cattolico per il quale è tesserato, per avere tenuto al cuore l'effigie del Csi per una partita che vedeva impegnata la Padania). Faceva un certo effetto, contemporaneamente, fuori dallo stadio, ascoltare il «ministro degli Esteri» del Carroccio, il medico siriano Farouk Ramadan, dibattere con disinvoltura dell'«ipertrofia clitoridea» che prende molte donne orientali. Calcio e sesso, un binomio da emozioni forti. Che non sono mancate nemmeno a due ragazzotte, fan di Bossi, rispettivamente elette, sempre qui nel weekend rivierasco, miss Sorriso e miss Gambe. E ieri allo stadio a fare le guardalinee. In mano la bandierina biancorossa della Lega (quella con l'Alberto da Giussano in mezzo), Barbara Cacciani, di Guastalla, era la segnalinee di destra (suo collega un ghanese), mentre l'altra ragazza, una 26enne dai capelli rossi, sua compaesana, è voluta restare anonima per evitare grane al lavoro. «Sapessero che mi sento padana - ha raccontato - potrebbero anche licenziarmi in tronco». In tal caso, però, sopraggiungexebbero di sicuro i miliziani della Brigata Cinghiale, servizio d'ordine raccattapalle d'occasione, con la scritta al braccio «fratelli su libero suol». [s. g.]

Persone citate: Bossi, Farouk Ramadan, Giovannino Guareschi, Morelli, Siboni

Luoghi citati: Brescello, Ghana, Giussano, Guastalla, Italia, Piacenza, Reggio Emilia