«Sos nel Mediterraneo, tornano i pirati» di Fabio Galvano
«Sos nel Mediterraneo, tornano i pirati» «Sos nel Mediterraneo, tornano i pirati» L'allarme da Londra: a rischio Grecia, Malta e Sicilia IL CASO ASSALTI IN MARE ALONDRA TTENZIONE ai pirati del Mediterraneo. L'allarme viene dal Foreign Office, il ministero britannico degli Esteri, nelle sue raccomandazioni ai turisti inglesi: in questo caso a coloro che si spingono in crociera nei nostri mari. L'instabilità albanese, spiega il Foreign Office, ha provocato alcuni gravi incidenti attorno all'isola di Corfù: la navigazione in quella zona richiede «grande attenzione» e «le imbarcazioni dovrebbero pernottare in porti protetti». Anche i mari attorno a Malta, alla Sicilia e ad alcune zone meridionali dell'Italia peninsulare sono a rischio, sebbene il Foreign Office non abbia ancora formulato precise direttive in merito; ma a sottolineare quei rischi provvede una fonte non meno autorevole, la «Lloyd's List», cioè il giornale degli assicuratori che ha compilato una casisitica sulla pirateria mediterranea. Quattro casi vengono citati come esempio dei nuovi rischi della navigazione da diporto. Il primo, alquanto misterioso, riguarda uno yacht scomparso al largo della Sicilia con i quattro del suo equipaggio. L'Interpol non fornisce per ora maggiori particolari, ritenendo che troppa pubblicità potrebbe nuocere alle vittime, ammesso che siano ancora vive: i timori sono che l'equipaggio sia stato rapito o addirittura ucciso e gettato in mare. Un altro episodio risale al mese di maggio, quando un'imbarcazione presa a nolo da una coppia di gallesi è stata abbordata con la minaccia delle armi e saccheggiata al largo di Corfù. Protagonisti dell'atto di pirateria sono stati 4 banditi albanesi armati di fucili e bombe a mano. Ancora a Corfù - ma nel settembre scorso - un turista inglese, Keit Hedley, è stato ucciso sulla sua barca ormeggiata nel porto di Gouvia quando ha affrontato un gruppo di albanesi che cercava di rubargli il gommone di servizio. Secondo il «Sunday Telegraph» altre aggressioni sono avvenute in alcuni porti della Grecia e lungo le coste elleniche. Ma anche in Italia, secondo questo fuoco concentrato di allarmi, ci sono seri pericoli. La stampa inglese afferma che la nostra polizia ha ammonito dei pericoli che corre chi naviga nello stretto di Messina; e ricorda un episodio av¬ venuto l'anno scorso nei nostri mari. Sei croceriste francesi su una barca con bandiera inglese sono state vittime di un abbordaggio da parte di un gruppo di pirati, uno di loro armato di pistola, che hanno costretto le sei donne e l'equipaggio a consegnare tutto il denaro e i gioielli che si trovavano a bordo. Il tema è infido, anche perché non esistono statistiche ufficiali come quelle che l'International Maritime Bureau compila invece per la pirateria ai danni del traffico commerciale. «Tuttavia - ha detto un portavoce ci è stato riferito di imbarcazioni rubate a Malta e in Sicilia. Talora i proprietari vengono abbandonati alla deriva sulla zattera di salvataggio. In altri casi i naviganti sono stati maltrattati e feriti durante l'ag¬ gressione». Il Maritime Liaison Office, organismo internazionale che si occupa in modo speciale di pirateria, afferma che c'è un nesso fra le attività criminali della zona - contrabbando di armi e di droga - e numerosi atti di pirateria che si sono verificati di recente: «Imbarcazioni veloci vengono rubate e poi usate per attività criminali, compresa la pirateria». In questo ambito il «Sunday Telegraph» ricorda l'incursione della polizia in un cantiere presso Roma, dove otto persone sono state arrestate con l'accusa di avere allestito imbarcazioni superveloci, ma camuffate da normali motoscafi. In parte, dice, erano destinate ai pirati del Mediterraneo. Fabio Galvano
Persone citate: Keit Hedley, List
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